1 luglio 2021

Bici elettriche in comodato al Comune lasciate a prendere polvere nel cortile di via Aselli: 42 mila euro buttati. Ecco le foto dello spreco

Le giunte Galimberti saranno probabilmente ricordate soprattutto per l’attenzione quasi maniacale alla mobilità dolce. Piste ciclabili e culto della due ruote. Ecco, però, che fine hanno fatto le 30 biciclette elettriche a pedalata assistita concesse in comodato d’uso al Comune di Cremona nel 2013 (giunta Perri) e arrivate in città all’inizio del 2014. Una quindicina di questi mezzi sono parcheggiati a spina di pesce nel cortile interno degli uffici comunali in via Aselli. Gli altri quindici non è dato sapere che fine abbiano fatto. Qualcuno sostiene si trovino in un magazzino in via Lombardini, dietro gli uffici di SpazioComune. Qui non siamo riusciti a entrare, ma in via Aselli sì. Ed ecco le foto con le biciclette elettriche ormai ingiallite dal tempo, in parte arrugginite e con un dito abbondante di polvere a coprirle. 

Qui, in uno spazio quotidianamente utilizzato e frequentato da funzionari, dirigenti e personale del Comune, le bici elettriche prodotte da Ducati Energia Spa stanno a prendere polvere, a far niente. Dimenticate e non utilizzate da sette anni. E pensare che se i mezzi sono stati dati in comodato al Comune, l’amministrazione a suo tempo ha comunque sborsato 42.451 euro per il progetto nel quale rientra il comodato. Basta scorrere le carte e gli atti pubblici del 2013 per farsi il quadro completo. Anzitutto il “Contratto di comodato d’uso per 30 veicoli elettrici (E-BIKE 0)” tra Ducati Energia Spa con sede a Bologna e il Comune di Cremona, poi due determine dirigenziali del Comune, la prima del 14 ottobre 2013, la seconda del 9 dicembre 2013. Le biciclette, come detto, sono state consegnate a Cremona nei primi mesi del 2014, alla fine del mandato Perri. Il 12 giugno 2014 è stato eletto Galimberti, ed è sostanzialmente da qui che comincia l’oblio per le 30 biciclette elettriche, di fatto mai scese su strada, mai usate ad onta dell’attenzione del nuovo sindaco per le piste ciclabili e per l’utilizzo della bicicletta come mezzo agile e non inquinante.

IL CONTRATTO DI COMODATO – Vediamo cosa prevedeva il contratto di comodato tra Ducati Energia e il Comune. Si parte dalla premessa in base alla quale “Ducati Energia produce biciclette elettriche a pedalata assistita e relative strutture di ricarica (rastrelliere; ndr)”. In base ad un accordo del 2011 tra il Ministero dell’Ambiente, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) e Ducati Energia, “si promuove la sperimentazione presso i Comuni italiani del prototipo di bicicletta ad alto rendimento e ad emissioni zero sviluppato da Ducati Energia, unitamente alla rastrelliera per la ricarica della ruota elettrica”.

Per attuare la sperimentazione, precisa ancora il contratto “il Ministero mette a disposizione dei Comuni 1.000 biciclette, le quali saranno assegnate in lotti da 10 unità. Il numero minimo di biciclette assegnabili a ciascun Comune è pari a 10, il numero massimo è pari a 50”.

Le biciclette sono state assegnate ai Comuni che hanno vinto una gara indetta dal Ministero. Il Comune di Cremona, nel 2012, ha partecipato alla gara ed è risultato tra i vincitori. Sicché, si legge ancora nel contratto di comodato, “il Comune con Delibera di giunta Comunale del 24 aprile 2013 e con determine dirigenziali (del 2013; ndr) ha stabilito di cofinanziare la rastrelliera per la ricarica della ruota elettrica secondo quanto previsto dal bando di gara”.

Di qui le conclusioni: “Ducati Energia ha portato a termine con successo il progetto della bicicletta e della rastrelliera, cofinanziato dal Ministero ed è in grado di consegnare al Comune di Cremona n. 30 di biciclette e n. 3 rastrelliere”. Il Comune, dal canto suo, “ha stabilito di acquistare n. 30 rastrelliere e contestualmente di prendere in comodato n. 30 biciclette al fine di dare esecuzione al sopra richiamato progetto ministeriale di sperimentazione”.

LE DETERMINE DIRIGENZIALI – Accantoniamo per un momento il contratto di comodato, che prevede una lunga serie di “regole d’uso”, obblighi e responsabilità del comodatario e indicazioni sulla manutenzione delle biciclette, e scorriamo le determine dirigenziali per capire quanti fondi pubblici siano stati spesi per un progetto finito nel nulla.

La determina del 14 ottobre 2013 riguarda la spesa per la fornitura e la posa delle rastrelliere necessaria per il ricovero e la ricarica delle biciclette elettriche a pedalata assistita. Dall’atto si apprende che il Comune ha speso, per questo “capitolo” un totale di 36.000 euro Iva inclusa. “La somma di Euro 36.000,00 – si legge – è costituita dalle seguenti voci: Euro 28.182,00 spesa da corrispondere a Ducati Energia per l’acquisto di 3 rastrelliere per il ricovero e la ricarica delle biciclette a pedalata assistita (…); Euro 7.818,00 spesa per opere di installazione delle rastrelliere”. 

La seconda determina è del 9 ottobre 2013. Oggetto: “Approvazione della somma necessaria per le opere relative alla sperimentazione del prototipo di bicicletta a pedalata assistita Ducati Energia E-bike0”. Con questo atto si approva la spesa di “Euro 6.451,00 necessaria per le opere relative alla sperimentazione del prototipo di bicicletta elettrica”. La somma è così suddivisa: “Euro 4.400,00 per il completamento delle opere di installazione delle rastrelliere porta biciclette”; “Euro 2.051,00 per le spese di assicurazione”.

FINITE NELL’OBLIO – Due conti veloci e si apprende che complessivamente, per queste benedette biciclette il Comune ha speso in totale 42.451 euro. Soldi presi e buttati, perché quelle biciclette saranno state usate sì e no quattro volte in croce. Lo conferma una fonte interna a Palazzo, già in forza all’epoca: “Da quel che ricordo, le biciclette sono state date qualche volta alla Polizia Locale, ma l’idea era di metterle a disposizione dei dipendenti comunali. In effetti sarebbe stato un modo intelligente per ridurre l’utilizzo delle auto private, ma a quanto mi risulta, ai Lavori Pubblici (i cui uffici hanno sede in via Aselli, dove si trovano ora circa 15 biciclette; ndr) non le hanno usate nemmeno una volta. Si era parlato di problemi di manutenzione, ma la manutenzione in base al contratto di comodato è in carico al Comune”.

Le foto che abbiamo scattato oggi sono lì a testimoniarlo: una quindicina di mezzi ingialliti sono posteggiati nel cortile interno, ricoperti di polvere e ormai parte dell’arredo esterno. Sorta di “installazione” celebrativa di soldi pubblici buttati al vento.

Ultima considerazione per completezza d’informazione: il comodato aveva durata di un anno. “Allo scadere dell’anno di durata del presente contratto – si legge nel documento –, le parti decideranno se prorogare il contratto di comodato in relazione ad alcune o a tutte le biciclette per uguale periodo. Il contratto si intende tacitamente rinnovato qualora, entro tre mesi dalla scadenza della annualità, nessuna delle parti manifesti in forma scritta la volontà di recedere. Alla scadenza del secondo anno contrattuale le biciclette resteranno di proprietà dell’Ente comodatario”.

Se ne deduce che le 30 biciclette sono ora di proprietà del Comune. Metà sono in via Aselli a far niente. Le altre? Forse in via Lombardini, come sostiene un’altra fonte? In circolazione non se ne vedono ed è lecito a questo punto chiedersi che fine abbiano fatto e, soprattutto, perché la giunta delle ciclabili non le rispolvera (letteralmente) e non le destina a chi può averne bisogno?

Federico Centenari


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commenti


Pietro Ferrari

1 luglio 2021 10:30

Toglietemi e non solo a me, la lecita curiosità di sapere che fine a fatto la pensilina smontata in p za Stradivari e quanto è costato la brillante operazione? Visto che vi onora l'interessamento a scoprire i vari sprechi di soldi pubblici da parte del susseguirsi delle varie parti politiche, Grazie

Michele de Crecchio

1 luglio 2021 20:39

E' purtroppo tipico delle più recenti giunte comunali cremonesi (di ogni colore) la pessima abitudine di trascurare la manutenzione delle opere pur ragionevoli realizzate dalle precedenti amministrazioni.