C'erano negozi, adesso distributori di bibite e alimenti in pieno centro. Sono tanti, tutti nel cuore cittadino. Altrove li hanno proibiti
Adesso è aperto. Al posto del negozio Filo d'Arianna, all'inizio di corso Vittorio Emanuele, di fianco a dove c'era la Cafetera (oggi diventata negozio di frutta e verdura) c'è l'ennesimo “Shop24”, spazio per macchinette di distribuzione alimentare sempre aperto. Un altro negozio senza commercianti come ne esistono tanti proprio nel centro storico di Cremona. Nella stessa via, proprio di fronte al Ponchielli, ce n'è un altro, poco distante in via Monteverdi angolo via Cerasa un altro ancora. Ma è tutto il centro città a vedere trasformato il suo commercio in questo modo senza che nessuno batta ciglio: distributori in corso Mazzini, in corso Matteotti, in corso Garibaldi, in via Palestro, in via Dante. Forse non esiste altra città dove ci sia una concentrazione simile. Eppure altrove i Comuni sono corsi ai ripari. Milano, con un proprio regolamento, li ha vietati in prossimità del cuore meneghino, divieti anche a Firenze (che ha scelto anche di proibire i kebab nelle vie storiche dove invece possono trovare spazio solo gli alimenti tradizionali), persino a Soresina lo hanno fatto. A Parma il Comune ha scelto un'altra strada: ha messo a disposizione una cifra (circa 400mila euro) per chi vuol rinnovare il proprio negozio, abbellirlo, purchè resti nella tradizione escludendo dal bando gli shop automatici. E Cremona? Niente. Eppure nelle città d'arte la tutela del commercio tradizionale dovrebbe essere la prima scelta. Addirittura qui, anche sui corsi cittadini o nelle immediate vicinanze di piazza del Comune sono in via di approvazione i progetti con le trasformazioni di tanti negozi in garage.
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commenti
Michele de Crecchio
8 luglio 2021 18:03
La tutela delle tradizionali modalità di arredo e funzionamento del commercio in centro storico era, in un passato neppure troppo lontano, un obiettivo largamente condiviso dalle forze politiche e tecniche comunali. Poi, incomprensibilmente, pochi lustri or sono si innestò una singolare e incomprensibile "retromarcia" decisamente accentuatasi negli ultimi anni!
Annamaria
9 luglio 2021 15:03
Più che "negozi di distribuzione alimentare" senza commercianti sono "bar" senza baristi.....d'altra parte con la scarsità di pubblici esercizi in centro.................................