Camerata Salzburg incanta il Ponchielli. Applausi per Koopman, Terzi e Ottensamer al concerto inaugurale di "Spazio Spettacolare"
Dal palco del Teatro Ponchielli è risuonato il primo "La" della nuova stagione concertistica. Un cartellone folto che porta nello “Spazio Spettacolare” di Cremona grandi nomi del concertismo internazionale. In scena il leggendario Ton Koopman sul podio di Camerata Salzburg. La compagine, fra le più autorevoli del globo sul repertorio mozartiano, ha proposto un programma interamente dedicato al genio austriaco. Il concerto è iniziato con la Sinfonia n. 20 in RE maggiore, K 133 composta da un Amadeus di soli 16 anni. Soltanto due anni prima, in questi stessi giorni di gennaio, il già talentuoso compositore era a Cremona seduto in uno dei palchi del Ponchielli, allora chiamato Teatro Nazari, ospite del Marchese Nazari che ne era proprietario. Koopman dipinge con piccoli ma nitidi cenni una mostra pittorica di colori musicali. Il rigore dei piani sonori, i tempi tanto filologici quanto moderni, portano una sinfonia che di per sè non è fra le più apprezzate del genio di Salisburgo ad un livello di ascolto quasi da disco. Particolare menzione, nei quattro movimenti che compongono la sinfonia, all’esecuzione densa e magica dell’andante.
A seguire il Concerto per fagotto e orchestra in SIb maggiore, K 191/186e, protagonista il fagottista Riccardo Terzo che propone una lettura frizzante e mai pesante, portando sul palco una tecnica eccellente coadiuvata da gusto raffinato nell’uso sapiente dei ritenuti in particolar modo nella cadenza del primo movimento “allegro”. Terzo ha un suono caldo, non invadente, elegantissimo. Meritati gli applausi tributati al concertista.
“È bello suonare ogni tanto con il pubblico italiano” ha scherzato il musicista che ha poi regalato alla platea una divertente versione per fagotto accompagnato dalle prime parti in pizzicato della celebre “Voi che sapete”, aria di Cherubino dell’opera Le Nozze di Figaro.
Musica funebre massonica in Do minore, K 477/479a è una pagina fra le più conosciute di Mozart. Usata anche da Pasolini nel suo film “Il Vangelo secondo Matteo”, è una composizione di rara bellezza. L’orchestra guidata da Koopman trova nell’equilibrio dei piani sonori il suo punto di forza, facendo emergere in modo sapiente il materiale tematico proposto dai vari strumenti.
In chiusura la compagine ha proposto il Concerto per clarinetto e orchestra in LA maggiore, K 622, solista il primo clarinetto dei Wiener Philarmoniker Daniel Ottensamer.
Il brano è stato composto originariamente per il clarinetto di bassetto, strumento con un’estensione di suoni lievemente più grave del clarinetto tradizionale in si bemolle oggi in uso. Il manoscritto originale è andato perso, ma dopo la morte di Mozart è stata realizzata la partitura utilizzata oggi adattata al clarinetto in uso comune, definito clarinetto soprano. Ottensamer volteggia col suo strumento come fosse Roberto Bolle e lascia piacevolmente disarmati per la gestione uniforme dei registri e per la facilità con cui articola i passi più ostici della partitura mozartiana. Ovazione per lui che ha deciso di fare uno strappo alla regola (che prevederebbe per l’ultimo bis un brano plenario) col permesso del konzertmeister ed ha proposto un’improvvisazione estemporanea di rara bellezza.
Camerata Salzburg, ben condotta dalle marmoree idee di Ton Koopman, ha proposto un concerto da manuale, con quel suono inconfondibile che tutti noi abbiamo scolpito nella memoria. Un concerto che ha saputo regalare ai presenti la bellezza della musica di Mozart con quella qualità esecutiva, quello spessore, quel suono mozzafiato che soltanto compagini come questa possono proporre in modo davvero convincente. La serata inaugurale della stagione concertistica ha aperto le porte con un grande successo. E si sa, chi ben comincia…
fotoservizio Gianpaolo Guarneri/Studio B12
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