10 dicembre 2021

Cara Santa Lucia...Un archivio delle vecchie letterine al Circolo Fodri. Eccone alcune. Nella chiesa il prato con i messaggi dei bambini.

Come ogni anno, in occasione della festa di Santa Lucia, riapre la piccola chiesa di via Bissolati e la navata e l’altare dedicato alla santa siciliana, si riempiono delle letterine che i bimbi cremonesi scrivono ormai da anni alla santa più attesa dell’anno. Richieste di regali, proponimenti per il nuovo anno, certo, ma anche coloratissimi disegni che raccontano gli avvenimenti più importanti, visti attraverso gli occhi dei bambini, formando un variopinto tappeto. E’ una tradizione documentata già negli Venti, quando i bambini si recavano nella chiesa della santa accompagnati dai genitori portando con sé l’immancabile letterina ed un mazzetto fieno per l’asinello. Nell’Archivio di Stato di Cremona è conservato, all’interno di un piccolo fondo privato pervenuto insieme alle carte del Circolo socio-culturale Fodri, una piccola ma significativa raccolta di letterine indirizzate da bambini cremonesi a Santa Lucia, analizzate e descritte da Matteo Morandi. Risalgono alla metà degli anni Ottanta quando l’Associazione Strada Solferino, interessata a rivitalizzare la città, posizionò nei pressi di piazza del Comune alcune cassette postali decorate con l’immagine di un bimbo affacciato su un cielo ricolmo di stelle in cui depositare le letterine destinate alla Santa. C’era chi desiderava un fratellino, chi un futuro da campionessa di pallavolo, chi un compagno di classe più buono, chi una scuola nuova, o meglio rinnovata, a prova di ladri.

Ovviamente spesso ad ispirare il contenuto sono gli stessi genitori, con il rischio di far perdere spontaneità alle lettere, scritte infatti dai più piccoli per partecipare ad un concorso indetto in quegli anni da Radio Cremona. E’ questo il caso, ad esempio, di una letterina riportata da Morandi in cui un bambino, facendosi interprete di una certa retorica anticonsumistica e perbenista, dettata, viene il dubbio, da un adulto scrive: “Aspetto con ansia questo giorno, anche se i bambini di oggi per loro è sempre Santa Lucia perché in ogni piccola occasione ricevono un regalo; ora noi bambini non sappiamo più apprezzare questo giorno, una volta si accontentavano di un piccolo cavallino di legno, di una palla, o di una trottola e un piccolo piatto contenente della frutta e qualche dolce, ora ci sono tutti i giocattoli elettronici, i compiuter, i robot, o macchine telecomandate. Anche se abbiamo tutte queste cose non abbiamo più fantasia e con questi giochi non ci divertiamo più”. Altre letterine sono più spontanee e commoventi nella loro ingenuità: “Ho il diabete ciao. Fammi guarire”. “Vorrei che mi portassi due gambine nuove; ma mio papà e mia mamma mi hanno detto che non le hai. Allora voglio un robot grosso che a me piace tanto e lo vedo sempre alla televisione”. “Cara Santa Lucia, ti voglio bene. Penso tanto al mio papà, e vorrei che non fosse morto. Mi potresti fare un favore, quando verrai giù dal cielo? Io scriverò un foglietto per te, così tu ricorderai che, quando tornerai in cielo, dovrai dare un bacio grande al mio caro papà da parte mia. So che lo farai". Una presenza adulta è invece facilmente riconoscibile in un’altra letterina, dove le parole ed i contenuti lasciano abbastanza perplessi sull’effettiva spontaneità del sentimento infantile espresso: “Cara S. Lucia, ciao sono un bambino piccolo, il più piccolo di tanti bambini. Sai dove abito? In un posto ben caldo e riparato; ho la pappa pronta tutti i giorni e gioco dalla mattina alla sera. Non ti chiedo dei giocattoli, gioco ugualmente. Non ti chiedo dolci, caramelle, cioccolatini... non ho i dentini per masticare... Sono piccolo, te lo ripeto. Eh sì... ti chiederai perché ti scrivo questa letterina lunga lunga. Sai, voglio una sola cosa molto importante da te [...] la Vita. Sono tanto triste, ho voglia di piangere, urlare ma non posso, nessuno mi sente... purtroppo! Voglio la vita, voglio crescere anch’io, sorridere al mondo, vedere il sole, la luna, le stelle, sentire l’uccellino canta- re e amare la mamma e il papà.
Eh lo so, non è così semplice, così ripete sempre la mia mamma quando parla col papà. Dice che è giovane, ha dei... problemi; eppoi ripete continuamente che loro sono... disoccupati. Ma chissà cosa vorrà dire questa parola. Il papà e la mamma continuano a piangere, a me, sai, dispiace tanto.
Ti prego, fammi nascere, sono innocente, ho bisogno di stare insieme ai miei genitori, conoscerli, abbracciarli. Questo è il dono che voglio; io ti faccio una promessa. Quando uscirò dal mio nido caldo farò tornare il sorriso sulle labbra, la speranza che hanno perduto i miei genitori. Poi quando diventerò grande li aiuterò sempre e saremo una famiglia unita”. Non mancano poi richieste curiose e spontanee come quella di un «cuoci mozzarì» per la mamma che lo ha da poco rotto, o ancora di un pugnetto di «chiodi grandi» per papà e di «ciliegie finte» per la nonna. Uno scolaretto di prima elementare promette «di non sbagliare più le doppie», mentre una sua compagna chiede «un bambino [...] vero» per la madre insieme a un maglione per il padre; un’altra desidera che i genitori non discutano più. 

Resta, anche nelle letterine meno spontanee, la magia ed il fascino di una notte speciale. La più misteriosa dell’anno.

foto di Gianpaolo Guarneri-Studio B12

 

 

 

 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


R. Daguati

10 dicembre 2021 12:39

Penso che anche S.Lucia ci vorrebbe scrivere una letterina: perché avete abbandonato la mia chiesa? Non mi merito certo questo degrado io che tutti gli anni mi ricordo di voi. Si trovano soldi per tante sciocchezze ma non per me. La diocesi ha ben altri beni da abbellire , sono forse diventata un peso???. Carbone a tutti i " responsabili???"