Carcere di Cremona: sovraffollamento al massimo storico (+150%). 609 detenuti per una capienza regolamentare di 394 posti. Extracomunitario il 65% del totale dei reclusi, dato più alto della Lombardia
Una delegazione congiunta di Forza Italia - rappresentata dal consigliere regionale Giulio Gallera, Andrea Carassai, Gabriele Gallina, Luca Ghidini – e del Partito Radicale – rappresentato da Sergio Ravelli e Maria Teresa Molaschi – ha visitato venerdì pomeriggio la Casa Circondariale di Cà del Ferro. I numeri impietosi che sono stati rilevati nel corso della visita parlano da soli. Ecco il testo del comunicato inviato da Sergio Ravelli (Partito Radicale)
"- il totale delle persone recluse è di 609 che costituisce il record storico per il carcere di Cremona. Se si considera che i posti regolamentari sono 394, abbiamo registrato il più alto indice di sovraffollamento di sempre, pari al 150%.
- gli extracomunitari detenuti sono 383, pari al 63% del totale. Percentualmente è il dato più alto di tutta la Lombardia.
- circa 180 detenuti sono tossicodipendenti e/o affetti da patologie psichiatriche e disturbi comportamentali.
Questi dati sono alla base dell'aggravamento delle criticità storiche del carcere di Cremona, che si possono ricondurre a 3 ambiti: la Sanità, la Sicurezza, il Lavoro.
Per quanto riguarda la Sanità: appare evidente come un numero così alto di detenuti tossicodipendenti e di malati psichiatrici (spesso affetti da entrambe le patologie e in gran parte riferite a detenuti extracomunitari) rende problematico il lavoro di medici, psicologi e psichiatri che operano nella struttura carceraria. E' altresì evidente che questi soggetti non dovrebbero stare in carcere, i tossicodipendenti dovrebbero stare nelle comunità di recupero e i malati psichiatrici nelle strutture sanitarie per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS). Ma ahimè, le comunità di recupero sono poche e le REMS ancora meno.
Per quanto riguarda la Sicurezza: dalle tante denunce provenienti dai rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria emerge che la sicurezza degli operatori carcerari è messa costantemente a rischio dal sovraffollamento, dalla vetustà della struttura carceraria e dalle gravi patologie sanitarie presenti.
Per quanto riguarda il Lavoro: fatto salvo le attività lavorative legate al funzionamento della struttura carceraria, le occasioni di lavoro - sia all'interno delle mure che all'esterno (detenuti in semilibertà) sono pochissime. Ciò rende l'obiettivo del reinserimento dei detenuti una chimera.
A tale riguardo va rilevato che l'imprenditoria locale ha mostrato in questi anni poca sensibilità e disponibilità ad accogliere ex detenuti.
Ovviamente le criticità del carcere di Cremona sono le stesse di quasi tutte le strutture penitenziarie italiane.
Considerazione finale. Non sta a me indicare in questa occasione le possibili soluzioni, anche politiche, per far fronte alla crisi del sistema carcerario italiano. Posso solo aggiungere che la Giustizia del nostro paese, anche nella sua appendice carceraria, abbisogna di una vera e propria riforma radicale".
Sergio Ravelli
consigliere generale del Partito Radicale
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