Carmen e la sua prima cremonese, un po' veneziana e un po' parmense. Dopo aver guidato l'orchestra al Ponchielli nel capolavoro di Bizet, Domenico Acerbi fu chiamato a dirigere a Roma
La storia della zingara Carmen, passionale e funesta, apre la Stagione della Lirica del Teatro Ponchielli. Il debutto è fissato per venerdì 3 ottobre alle ore 20 (replica domenica 5 ottobre alle ore 16). La nota vicenda che vede protagonisti il brigadiere Don José e la zingara Carmen fu composta come 'opéra-comique (in quattro quadri) da Georges Bizet; su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy che presero spunto dall’omonima novella omonima di Prosper Mérimée (1845). Un testo, quello di Mériméé che subì imponenti varianti sia da parte dei librettisti che dello stesso compositore. Quest’ultimo introdusse addirittura un personaggio in più: Micaela.
L’opera andò in scena per la prima volta il 3 marzo del 1875 all'Opéra-Comique. Fu un inizio difficile, ma poi inaspettatamente trionfò in tutti i teatri del mondo, solo, però, dopo la morte dello stesso Bizet. A Napoli, al teatro Bellini, fece il suo esordio italiano quattro anni dopo la prima parigina nel 1879.
Gli storici del teatro cremonese (Santoro, Liborio, Fiorentini) fissano nella stagione di Carnevale del 1886: il debutto di Carmen a Cremona: esattamente undici anni dopo la ‘prima’ in Francia e sette anni dopo il debutto italiano. Nell’Ottocento tornerà, sul palcoscenico cremonese, nel 1889, nel 1892 e nel 1900 sempre per le stagioni di Carnevale.
Una prima rappresentazione, quella del 1886, interessante per la composizione del doppio cast che eseguì il lavoro di Bizet in lingua italiana, come era uso e costume di quei tempi.
C’è una sorta di doppio filo rosso che lega gli interpreti ‘cremonesi’ al teatro La Fenice di Venezia e al Regio di Parma. È il caso di Lina Cerne che proprio in quella stagione (1886/1887) è presente nel teatro veneziano ad interpretare le undici riprese del Tannhäuser di Richard Wagner e l’opera Re Nala di Antonio Smareglia. Anche il tenore Antonio Annovazzi, sempre del cast di Carmen del 1886 arrivava dalla laguna veneta. Al Lido di Venezia aveva partecipato, nel 1881, alla rappresentazione del Don Procopio di Vincenzo Fioravanti.
Ed è lo stesso Annovazzi che fa da anello di congiunzione con il Regio di Parma dove, sempre in quel 1881, aveva preso parte alla stagione di opere giocose nel Pipelé ossia il portinaio di Parigi, melodramma, musica di Serafino Amedeo De Ferrari. Una frequentazione del teatro parmense che incrociò un’altra protagonista della Carmen ‘cremonese’: il mezzosoprano Luigia Morbini. La cantante ebbe anche qualche anno dopo un vero e proprio trionfo nella città emiliana tra il 1888 e il 1889 al Regio è nel cartellone del Faust di Charles Gounod, della Gioconda di Amilcare Ponchielli e del Lohengrin di Richard Wagner. Vi ritornerà nel 1893 sempre nel Faust, nella Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizzetti, nella Norma di Vincenzo Bellini e ne La Traviata di Giuseppe Verdi . Sempre nella vicina città dell’Emilia era attivo un altro protagonista del cast cremonese che eseguì, per la prima cremonese, Bizet: il basso Enrico Villelmi, Nel 1881 fu tra i canti de L’Africana di Giacomo Meyerbeer.
Vale la pena ricordare anche la presenza tra quegli interpreti anche la figura di Margherita Preziosi. Nel 1874 era stata interprete al milanese teatro Carcano della La forza del destino di Giuseppe Verdi.
Nota a parte per il secondo direttore dell’opera: Domenico Acerbi. Anche lui proveniva da Venezia dove era maestro di coro nel ‘Liceo’ Marcello (ora Conservatorio di Musica Benedetto Marcello). La direzione cremonese lo portò nel firmamento dei direttori d’orchestra dell’epoca. Dopo l’edizione cremonese del 1886 , nel 1893 fu chiamato al Teatro dell’Opera di Roma proprio a dirigere lo stesso capolavoro di Bizet. Non solo. In quella stessa stagione gli fu affidata l’orchestra romana per Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni; La sonnambula di Vincenzo Bellini e La Traviata di Giuseppe Verdi.
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