Commozione, brividi e applausi per il ritorno del violino della Shoah a Cremona. Lo splendido concerto nel ricordo di Carutti
La musica per difendere la pace, per raccontare uno strumento dallo straordinario valore storico e per ricordare un grande uomo. E che, forse, meriterebbe di essere onorato di più dalla città che amava. Centro culturale San Vitale gremito, domenica, per un doppio ritorno a Cremona: del violino della Shoah, ritrovato dopo varie peripezie da Carlo Alberto Carutti, ingegnere-mecenate milanese ma di casa sotto il Torrazzo scomparso il 26 febbraio all'età di 98 anni, e di Alessandra Sonia Romano, la violinista di fama internazionale diventata l'ambasciatrice in Italia e nel mondo dello strumento scampato ai campi di concentramento.
L'esibizione è stata introdotta da Donata Bertoletti, presidente dell'Auser, l'onlus che con l'Amministrazione provinciale e i sindacati confederali ha promosso l'iniziativa, patrocinata dal Comune. "Con tante associazioni di volontariato - ha detto Bertoletti - stiamo organizzando momenti per sottolineare che la guerra non è mai una cosa giusta. Siamo volontari che ogni giorno cercano di aiutare la gente attraverso il metodo della pace. Nel 2016 abbiamo avuto il privilegio di avere con noi, nel Viaggio della memoria ad Auschwitz, l'ingegner Carutti e il violino della Shoah, che tornava a suonare per la prima volta in quel luogo di dolore. E così, per il concerto di oggi, ho ripensato a quello strumento e alla bravissima musicista alla quale è stato affidato. Questo è solo il primo appuntamento, ci ritroveremo ogni anno a parlare di pace".
Poi è toccato a lei, Alessandra Sonia Romano, la custode amorevole, l'amica affettuosa di quel prezioso testimone della storia, di quella voce che ha vinto la sofferenza: "Questo violino è stato ritrovato nel 2014 ed esposto nel Museo civico di Cremona, insieme con altri strumenti donati da Carutti. Era molto legato a Cremona. Per questo sono molto contenta di essere qui per lanciare un messaggio contro i momenti che speravamo di non vivere più ma anche perché mi fa piacere rivedere Cremona, che l'ingegnere amava, e suonare questo strumento, che lui amava. Lo suonerò per Eva Maria (la giovane violinista ebrea che lo possedeva e che è morta nel lager, ndr) e per Lallo", come gli amici chiamavano Carutti.
Quindi spazio alla struggente musica ebraica, proposta dalla violinista milanese e dal suo talentuoso compagno di viaggio. il fisarmonicista Nadio Marenco. Hanno eseguito, strappando applausi scroscianti e disseminando brividi lungo la schiena, la colonna sonora di Schindler's List, accanto a brani di Maurice Ravel, Max Bruch e altri della tradizione ebraica. Uno dei momenti più intensi è stata la riproposizione delle note scritte scoperte all'interno del violino dell'Olocausto. "Sono una lama nel cuore", ha detto Romano. Tra un motivo e la lettura di alcune pagine, interpretate da Emilia Mori, del libro 'The Shoah Violin tells its story' (dello stesso Carutti), Romano ha raccontato il suo incontro con l'uomo, cognato di Giovanni Testori, che amava la bellezza in tutte le sue espressioni: poesia, pittura. scrittura, oltre che musica.
"E' avvenuto tutto per caso. Ho suonato per la prima volta questo strumento a Cremona, al Museo Civico. L'ingegnere era tra il pubblico e mi ha chiesto di recarmi due giorno dopo a casa sua, a Milano, cosa che ho fatto. Sono sempre stata appassionata di musica ebraica classica, sono andata in Israele per perfezionarmi, solo per il mio piacere. Quel giorno ho eseguito un brano di Ernest Bloch (interpretato anche oggi, ndr). Alla fine Carutti mi ha detto che cercava una persona che si prendesse cura di quel violino, suonato sino ad allora da tante mani non tutte all'altezza, e io ho accettato". Da allora violinista e violino viaggiano inseparabili, nel nome di Carutti, di città in città e sempre, come oggi a San Vitale, "sono come una lama nel cuore" per chi ha la fortuna di ascoltarli.
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commenti
Elio Conzadori
22 maggio 2022 20:11
CARUTTI una persona speciale che meriterebbe di più dalla città che ha amato e alla quale ha lasciato una stupenda collezione di strumenti storici. Il violino della Shoah da pelle d'oca