5 settembre 2025

Comune, in vent'anni si è perso oltre un quarto dei dipendenti: dal 2001 al 2023 si registra un -26,9%. In Provincia -38%. Difficoltà nella gestione delle attività e degli uffici

Nei comuni della Lombardia, ma anche in Regione e nelle amministrazioni provinciali, ci sono sempre meno dipendenti. E anche a Cremona in vent'anni si sono persi il 27% dei dipendenti del Comune, mentre in Provincia si è perso il 38% delle figure professionali impiegate: dinamiche che si traducono in difficoltà nella manutenzione di strade e scuole, in minore capacità di pianificazione territoriale, ma anche sul funzionamento quotidiano degli uffici pubblici.

E’ questo il dato che emerge dal rapporto sull’evoluzione del personale elaborato da UIL Lombardia e UIL FPL Lombardia. Un’analisi che, come si diceva, tiene conto del personale di Regione Lombardia, dei Comuni capoluogo di provincia e delle Amministrazioni Provinciali lombarde (inclusa la Città Metropolitana di Milano) dal 2001 al 2023 ed è basato sui dati ufficiali del Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato.

Guardando i dati, vediamo che se nel 2001 il personale del Comune di Cremona ammontava a 831 dipendenti, nel 2011 era già sceso a 729 (pari a -16,7%) per arrivare a sole 607 unità nel 2023, ossia il 26,9% in meno rispetto a vent'anni prima. Oggi l'organico segna una netta prevalenza femminile (71,7%), con contratti che per il 94,3% sono a tempo indeterminato, mentre i contratti a tempo determinato (34 unità, 5,6%) hanno un peso maggiore rispetto ad altri capoluoghi e sono concentrati in larga misura sul personale femminile (29 su 34). Il part-time interessa il 14% del personale, ossia 81 unità, con una distribuzione quasi esclusivamente femminile: 74 donne contro soli 7 uomini. Anche qui la prevalenza è nel part-time lungo (>50%), che coinvolge 60 donne su 64 totali.  

Il quadro complessivo del Comune di Cremona mostra quindi un ente caratterizzato da una forte presenza femminile (composta soprattutto dalle insegnanti delle scuole dell'infanzia comunale), da un uso relativamente esteso del tempo determinato e da una significativa presenza di part-time, fattori che incidono sulla stabilità e sulla capacità di risposta dei servizi comunali.

La perdita di personale degli enti locali lombardi però è in calo a livello generalizzato, con una media regionale del meno diminuito del 27,4% rispetto al 2001 e del 18,1% rispetto al 2011, con punte critiche nei Comuni di Lodi (–41,2%), Como (–35,7%), Pavia (–35,9%) e Varese (–32,3%). Una situazione, quella della riduzione degli organici, che ha inciso direttamente sulla capacità degli enti di garantire servizi fondamentali: dai nidi d’infanzia alla polizia locale, dall’edilizia scolastica alla manutenzione stradale, fino alle funzioni di programmazione regionale. Colpa anche dei salari che sono cresciuti in maniera residuale rispetto al costo della vita e all’inflazione.

"I numeri – evidenzia il Segretario Confederale UIL Lombardia Salvatore Monteduroparlano chiaro: il lavoro pubblico in Lombardia è stato trattato per anni come un costo da comprimere, anziché come una risorsa su cui investire. Ma senza personale sufficiente non si garantiscono servizi di qualità ai cittadini. Oggi più che mai serve un cambio di passo: il lavoro pubblico deve tornare al centro come leva di coesione sociale e sviluppo territoriale e soprattutto è necessario che i lavoratori vengano adeguatamente retribuiti anche pensando a soluzioni con una contrattazione decentrata o di secondo livello".

Il Rapporto evidenzia inoltre come il personale degli enti locali siasempre più orientato verso le donne (oltre il 60% degli organici) e siacaratterizzato da una forte incidenza del part-time, in larga parteutilizzato proprio dalle lavoratrici. Parallelamente, la dinamica retributiva 2011–2023 mostra un incremento nominale (+10,8%), che però non ha compensato l’inflazione, con conseguente perdita di potere d’acquisto.

Daniele Ballabio, Segretario Generale UIL FPL Lombardia, ha aggiunto: “Questo Rapporto fotografa una situazione che le nostre lavoratrici e i nostri lavoratori vivono ogni giorno sulla propria pelle: meno personale significa più carichi di lavoro, meno possibilità di conciliazione e maggiore stress organizzativo. Con salari che non tengono il passo con l’inflazione, il rischio è che la pubblica amministrazione perda attrattività e non riesca ad attrarre giovani professionalità. Serve un rinnovo del CCNL che riconosca dignità e professionalità, e serve una svolta negli investimenti sul lavoro pubblico locale".

UIL Lombardia e UIL FPL Lombardia chiedono un deciso investimento nel lavoro pubblico, superando i vincoli di spesa e valorizzando il ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori degli enti locali come garanzia di servizi vicini ai cittadini e di sviluppo per l’intera comunità lombarda. "Meno personale- concludono all’unisono Monteduro e Ballabio – significa meno servizi. Basta tagli e logiche di contenimento: serve rilanciare il lavoro pubblico per garantire qualità, dignità e futuro alla Pubblica Amministrazione lombarda".

 


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commenti


Chicca

5 settembre 2025 12:00

Qual è il problema? Assumete!!