Con la siccità soffrono anche i freschi Fontanili del Cremasco famosi in tutto il mondo e da Oscar grazie a un film. Da tutelare e rispettare
Non solo laghi e fiumi, in Lombardia la siccità prosciuga anche i fontanili. Lo rende noto la Coldiretti regionale nel sottolineare che l’abbassamento delle falde acquifere, provocato dalla mancanza di piogge e dalla scarsità idrica, sta mettendo in crisi la cosiddetta "fascia delle risorgive". Si tratta – spiega la Coldiretti regionale – di una “striscia” che attraversa la pianura lombarda da ovest a est nel mezzo del territorio regionale, tra le province di Milano, Pavia, Lodi, Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, dove si distribuiscono gli oltre 800 fontanili ancora attivi secondo un’analisi Coldiretti su dati regionali.
Il fontanile – continua la Coldiretti Lombardia – è una bocca creata nel terreno per far affiorare, raccogliere e convogliare in un piccolo canale le acque sotterranee di falda che tendono a trovarsi prossime alla superficie. Spesso i fontanili sono stati realizzati in aree in origine già interessate dalla presenza di risorgive.
In questi giorni – spiega la Coldiretti Lombardia – stiamo raccogliendo diverse segnalazioni di agricoltori che evidenziano il prosciugamento di fontanili a causa della siccità. Una situazione preoccupante – continua la Coldiretti – perché oltre a permettere in diverse zone l’irrigazione delle campagne coltivate, i fontanili rappresentano un habitat rifugio per molte specie animali e vegetali.
In tanti, complice l’eco, intramontabile, provocato dal film di successo, internazionale e da Oscar, del regista Guadagnino (Chiamami col tuo nome), girato da quelle parti anche, parlano, citano e visitano i fontanili. Ma conosciamo davvero questi particolarissimi corsi d’acqua, canali badate bene che meritano rispetto e attenzione?
Allora, come ben riporta il sito web (prolococapralba.it) della Pro Loco di Capralba (e Farinate: il Borgo famoso anche per la sua versione eretica del Tortello Cremasco), i fontanili possono definirsi micro-ambienti artificiali. La loro origine risale al XI – XII secolo e furono creati per incanalare le risorgive naturali, allo scopo di drenare le acque che affiorano naturalmente e inondano vaste superfici di piano, bonificando così i terreni e rendendoli adatti alle coltivazioni. In passato tutta l’area capralbese era una zona molto soggetta a fenomeni paludosi. I fontanili hanno avuto un ruolo nella bonifica del territorio poiché l’apertura di una testa di fonte produce nei terreni vicini una depressione nella superficie della falda freatica, questo richiama acqua nel capofonte (dove sgorga l’acqua) e il materiale di piccole dimensioni viene portato via. La conseguenza è che a lungo andare aumenta il drenaggio dell’acqua ed evita fenomeni di ristagno dell’acqua.
Ok, detto che i fontanili incanalano le risorgive naturali, ma cosa sarebbero queste particolarissime fonti? Con “risorgiva” si intende un affioramento naturale dell’acqua presente nella falda acquifera. Le acque scendono nel sottosuolo in aree prealpine e affiorano nuovamente in pianura. Con il termine “fontanile” s’intende l’artificio con cui una risorgiva viene imbrigliata e quindi gestita: il termine fa chiaramente riferimento a “fontana” che, comunemente si riferisce ad artefatti che hanno lo scopo di captare e convogliare acque sotterranee o affioranti.
Anticamente il loro utilizzo era molto probabilmente promiscuo, è presumibile infatti che dal capofonte si attingesse acqua per uso potabile, mentre l’asta del fontanile portava l’acqua ai campi per l’irrigazione. Un’altra importante funzione assolta dai fontanili, in molti casi il motivo originario e prevalente della loro stessa creazione, era il contributo da esso portato, alla bonifica delle terre paludose. La captazione delle acque freatiche mediante lo scavo del capofonte, costituiva un valido artificio atto a favorire il deflusso delle acque ristagnanti ed il miglior sistema di drenaggio applicato a terreni particolarmente votati all’impaludamento.
Al giorno d’oggi i fontanili hanno interesse prevalentemente paesaggistico ed ecologico. La vegetazione della riva della testa e dell’asta dei fontanili dovrebbe rappresentare l’antica formazione boschiva della Pianura Padana con l’aggiunta di specie igrofile. Vi sono quindi salici e ontani in prossimità dell’acqua, ma la specie più presente è la robinia, che forma boschetti intorno ai fontanili. Vi si trovano anche aceri, querce, pioppi neri e bianchi, ontani neri, olmi, salici, carpini, platani, noccioli, sanguinelli, sambuchi, viburni. La fauna tipica dei fontanili è rappresentata dalle gallinelle d’acqua. Tuttavia, vi si possono trovare anche conigli selvatici, donnole, lepri e, più frequentemente, talpe ed arvicole.
Il Parco dei fontanili di Capralba è un PLIS (parco locale di interesse sovracomunale) che è stato riconosciuto dalla provincia di Cremona. Tale parco fa parte anche del progetto della provincia di Cremona denominato “Il territorio come ecomuseo”.
Le origini del fontanile in oggetto, mah sono assai antiche, presumibilmente è stato il primo fontanile sorto sul territorio capralbese. Le antiche acque del detto fontanile danno origine alla Roggia Quarantina, che troviamo citata in un documento del 1353.
Tale roggia attraversa il territorio di Torlino Vimercate e Scannabue per poi confluire nella Roggia Comuna. Il nome del fontanile si presume che derivi dall’antico proprietario del fontanile, tale Giovannino Benzoni, soprannominato dai compaesani Quarantino. Scavando nella lunga storia del fontanile possiamo scoprire un nome ancora più antico e ad oggi non più in uso: Orietta.
Anche se non si può onorare con certezza questo fontanile con il titolo di più antico, sicuramente è quello più famoso. Tale popolarità si deve al film premio Oscar “Chiamami col tuo nome” (Call me by your name) del regista cremasco d’adozione Luca Guadagnino, il quale nel 2017 decise di girare alcune scene del film proprio presso questo angolo verde del territorio di Farinate. Questo posto non solo ha preso parte al film premio oscar, ma qui sono state girate delle scene cruciali nello sviluppo della trama pensata dal regista.
Qui i protagonisti Oliver e Elio raggiungono un livello di intimità mai raggiunto nelle scene precedenti fino a culminare nel primo bacio tra i due. Come si può ammirare dal film si può raggiungere questo angolo di paradiso con una piacevole scampagnata su una stradina di campagna ghiaiosa immersi nella rigogliosa campagna del piccolo borgo di Farinate.
Questo posto viene descritto dallo stesso protagonista come un luogo dove trovare la propria pace interiore sentendosi completamente in armonia con la natura, riprendendo le parole dello stesso protagonista: “Questo è il mio posto, tutto mio, vengo qui a leggere, non puoi immaginare il numero di libri che ho letto qui”.
Bel posto d’atmosfera e ristoro, complice il successo, ottenuto nel mondo dal film da Oscar di Guadagnino, oggi è meta di numerosi pellegrinaggi sulle tracce appunto del filmone. Ma i Fontanili vanno rispettati, quindi, quando ci concediamo delle belle pause da quelle parti, massima attenzione e rispetto per l’ambiente devono rappresentare la nostra parola d’ordine. Chiaro
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