Corte dei Conti sulla fusione A2A, le reazioni della politica. Ecco i consiglieri che hanno votato a favore nel 2021 e nel 2015
Ancora presto per capire a cosa porterà l'acquisizione di materiale da parte della Procura generale della Corte dei Conti sulla fusione tra Linea Group e A2A. A quanto si è appreso, tramite Pec la Procura ha chiesto al Comune di Cremona gli atti relativi all'iter che ha portato alla fusione, già ampiamente bocciata su più fronti perché effettuata in assenza di gara pubblica. Sempre a quanto si apprende, sarebbero stati chiesti gli atti relativi alle varie votazioni in Consiglio.
La fusione, in due tranche, è passata al vaglio del Consiglio Comunale di Cremona due volte. La prima nel 2015, la seconda il 31 maggio di quest'anno. Nel dicembre del 2015 (primo mandato di Galimberti), votarono a favore 20 consiglieri (il centrosinistra). Voto contrario solo dall'opposizione, con i consiglieri Amore (Forza Italia), Carpani (Lega), Ceraso (lista civica), Lanfredi (5 Stelle) e Sozzi (civica dell'ex sindaco Perri). Nel 2021, secondo mandato di Galimberti, hanno votato a favore della fusione tutti i consiglieri di maggioranza: Barcellari, Bencivenga, Carletti, Chittò, Fulco, Gagliardi, Ghelfi, Kakou, Manfredini, Marenzi, Merli, Pasquetti, Pini, Poli, Ruggeri, Villani, Zucchetti, più il sindaco Galimberti. Voto contrario da Forza Italia, Fratelli d'Italia e Movimento 5 Stelle e astensione della Lega.
Il dato è di rilievo perché laddove la Corte ravvisasse irregolarità nell'operazione, potrebbero conseguire responsabilità a livello patrimoniale dei consiglieri che l'hanno sostenuta e votata.
Nel frattempo, ampiamente previste, ecco le prime reazioni della politica alla notizia degli accertamenti in corso presso il Comune di Cremona da parte della Corte dei Conti sulla fusione tra Linea Group e A2A (qui l'articolo).
5 STELLE - Da sempre in prima linea contro l'operazione è il Movimento 5 Stelle, che interviene tramite il consigliere regionale Marco Degli Angeli. “L’azione della Procura generale della Corte dei Conti – osserva il consigliere -, che avrebbe chiesto su impulso della Guardia di Finanza all’Amministrazione del Comune di Cremona chiarimenti circa il percorso per la fusione tra Linea Group (Lgh) e il colosso milanese A2A, è solamente l’ultimo capitolo del libro degli orrori e delle anomalie aperto dalle nostre segnalazioni a cui ANAC ha poi dato conferma. La richiesta di chiarimenti, da parte della Corte dei conti, conferma ancora una volta le opacità celate nei risvolti di questa operazione di vendita di asset pubblici”.
Prosegue Degli Angeli: “Il nostro esposto, che sarà depositato nei prossimi giorni, va esattamente nella direzione di agevolare la Corte dei conti nella ricostruzione di eventuali responsabilità da parte di Consiglio di Amministrazione e pubblici amministratori. In questi mesi abbiamo raccolto delibere, dichiarazioni, atti prodotti e non prodotti dalle varie amministrazioni comunali. Un lavoro enorme che ha riguardato le province di Cremona, Pavia, Lodi e Brescia. A Cremona, in particolare, ritengo che in seguito alla verifica su ex partecipate AEM sia opportuno un interessamento della Corte dei conti anche per l’altra società del territorio cremasco, ovvero SCRP, così come per la lodigiana ASTEM”.
“Anche in quest’ottica – conclude l'esponente del Movimento - il materiale raccolto all’interno del nostro esposto potrà essere decisivo. Tutto materiale che metteremo a disposizione della Corte dei conti al fine di agevolarla nella ricostruzione dei fatti e nella necessità di chiarezza che dobbiamo ai cittadini”.
LEGA - Per la Lega interviene il consigliere comunale Alessandro Zagni, preannunciando un'interrogazione sull'argomento. “Apprendiamo dai media – fa sapere la Lega - che la Corte dei Conti avrebbe chiesto chiarimenti all’amministrazione comunale circa la procedura adottata per arrivare alla fusione tra Lgh e A2A. Al momento non rilasciamo nessuna dichiarazione in proposito perché si tratta solo di indiscrezioni giornalistiche. La Lega, come forza di opposizione in consiglio comunale, esercita un ruolo di vigilanza sull’operato della amministrazione. Per questo abbiamo predisposto una interrogazione in cui chiediamo al sindaco di relazionare il consiglio circa gli ultimi eventi e sulle intenzioni di questa giunta rispetto al percorso di fusione intrapreso, tenuto conto che un parere legale rilasciato a Lodi mette in forte dubbio la legittimità della procedura adottata. Dobbiamo garantire ai cittadini cremonesi che tutto si svolga nella massima trasparenza e nel rispetto delle regole”.
RIFONDAZIONE - Duro il commento di Piergiuseppe Bettenzoli, Segretario Rifondazione Comunista di Crema: "La fusione di LGH con A2A si è realizzata in due fasi, la prima con la cessione del 51 per cento avvenuta nell’agosto del 2016, la seconda con l’acquisizione del restante 49 per cento approvata nel mese scorso dalle assemblee straordinarie delle due società. Una storia travagliata e contrastata con un pronunciamento dell’ANAC contraria alla prima cessione, con ben due sentenze dei Tar che hanno respinto due ricorsi contro tale pronunciamento, ma soprattutto l’intervento della Procura della Corte dei Conti che ha chiesto chiarimenti sull’operazione, notizia fresca. Senza dimenticare che un parere chiesto a un legale dal’Astem di Lodi, azionista di LGH, boccia l’intera operazione".
Prosegue Bettenzoli: "Già in passato Rifondazione Comunista ha criticato, con motivazioni assai circostanziate, l’opposizione a questa vendita avvenuta senza una gara pubblica, ma con la cessione diretta e soprattutto, con l’esclusone dei soci e mi riferisco a Scrp, che come Astem possedeva una quota azionaria di LGH. Come Rifondazione Comunista ribadiamo che le partecipate, nate per essere una risorsa del territorio sono diventate dei “poltronifici” e merce di scambio per giochi politici che nulla hanno da spartire con il bene comune. Invece di essere al servizio dei comuni, sono diventate al servizio dei partiti e ora con la cessione di LGH ad A2A al servizio degli azionisti. E‘ stato uno esproprio legalizzato e tutt’ altro che proletario, favorito da una visione politica miope e ottusa. La fusione, voluta per ripianare i debiti di una gestione non esaltante di AEM, altra azionista di LGH e per quanto riguarda Scrp senza coinvolgere i soci. Non dimentichiamo che per la cessione del 51 per cento, eccetto il Comune Crema, nessun comune ha deliberato la cessione in quanto il Consiglio di amministrazione aveva espressamente dichiarato che la decisione competeva allo stesso e che se ne prendeva tutte le responsabilità. Senza contare che Scrp è riuscita a dividere il territorio tra i sindaci lungimiranti che hanno deciso di recedere dalla società e gli altri sindaci che sono rimasti, in quanto il consiglio di amministrazione si è opposto alla fuoriuscita, aprendo un contenzioso legale ancora in atto".
Conclude il segretario di Rifondazione: "L’operazione LGH-A2A è deleteria per il nostro territorio, in pratica LGH scompare e a noi resta solo il logo e i sindaci, da proprietari, sono stati retrocessi dalla società e sono diventati dei semplici azionisti, servi. Ci auguriamo che la Corte dei Conti faccia chiarezza e che i partiti, i quali per difendere le loro scelte suicide per il territorio non sono mai intervenuti in maniera determinata per fermare o criticare l’operazione, abbiano finalmente un ripensamento e rivedano le proprie posizioni. Indipendentemente da ciò che deciderà la Corte dei Conti, il suo intervento è altamente positivo in quanto sancisce il principio che le società pubbliche sono un bene comune e non possono essere gestite in base a interessi diversi da quelli dei cittadini, anche se in questi giorni il governo Draghi sta operando proprio nella direzione di distruzione dei servizi pubblici. Confidiamo che i cittadini, i lavoratori, le organizzazioni sindacali reagiscano a questo tentativo, come a suo tempo hanno fatto in difesa della gestione pubblica dell’acqua".
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commenti
Roberto Regonelli
12 novembre 2021 09:01
Sicuramente se si è mossa la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti, qualcosa di poco chiaro c'è sicuramente, il fatto poi che non ci sia stata una gara pubblica, la dice lunga. Già nel suo nascere la questione era già viziata. La cessione diretta, mi fa pensare a qualcosa di poco chiaro, ed il continuo "NON SA DA FARE, QUESTA OPERA" da più organismii dà quasi la certezza che fosse una operazione da non fare!