Cremona caput mundi? Ci piacerebbe. I collegamenti con le città vicine sono difficili o impossibili. Non aiutano i treni e l'imminente chiusura del ponte di Po
Cremona caput mundi. Ci piacerebbe. In effetti avremmo le carte in regola per esserlo. Abbiamo una delle più belle piazze italiane, un centro storico che ci invidiano da mezzo mondo, abbiamo i migliori e più pregiati violini del pianeta, un tasso di criminalità bassissimo, iniziative culturali di spicco, festival musicali che portano in città artisti internazionali, un polo universitario sempre più attrattivo e multidisciplinare. E allora perchè la città non riesce ad essere altro che luogo da visitare ma non da abitare? La risposta è terribilmente semplice: i collegamenti. Il dramma che ogni giorno vivono i pendolari è forse non del tutto comprensibile da chi non deve spostarsi. Proviamo ad immaginare, per esempio, che un cremonese debba andare al lavoro a Parma. Come ci va? In treno l'unico diretto è alle 7,48, poi tutti gli altri hanno almeno un cambio. Per il ritorno il diretto non esiste. Proviamo con l'auto? Bene, non fosse che fino al 1 novembre la bretella autostradale che da Castelvetro porta a Fiorenzuola è chiusa per lavori. Le uniche due strade possibili sono quindi o percorrendo la bassa da San Daniele Po, oppure di andare a Fiorenzuola passando per Cortemaggiore, percorrendo una strada talmente dissestata e trafficata che giungere a destinazione è un miracolo ogni giorno. Per chi lavora a Piacenza la situazione non migliora. Il treno diretto non esiste più, le uniche due soluzioni sono con il cambio a Codogno o col cambio a Fidenza. E anche qui il più delle volte è un viaggio della speranza. Altrimenti c'è il bus, che però ha altri problemi, che sono poi gli stessi di chi opterebbe per l'automobile: da un anno sono aperti diversi cantieri sulla via Caorsana, in particolare uno prima dell'ingresso a Caorso ed un'altro prima di Fossadello. Anche in auto i tempi medi di percorrenza sono raddoppiati se non triplicati nelle ore di punta. Su Milano la situazione non migliora vista la situazione sempre precaria dei treni che talvolta sono in ritardo, talvolta neanche partono, ed altre volte sono talmente colmi da essere impossibile prenderli. La linea su Mantova subirà 3 anni di stop a causa del raddoppio ferroviario. Ciò avrà logiche ed inevitabili ripercussioni sul traffico stradale stimato in circa 1000 tir sostitutivi in più ogni giorno sulla Statale 10 Padana Inferiore. Per lavorare o studiare a Brescia i collegamenti diretti sono ancora presenti ma ovviamente se la città di destinazione è un'altra, a Brescia (o a Piacenza) si deve cambiare perchè naturalmente Cremona non è neppure sfiorata dalle linee ad alta velocità. Il collegamento autostradale con Brescia è piuttosto scorrevole, sebbene fino a Manerbio il tratto sia a due corsie e nei giorni di traffico intenso si creino rallentamenti da tangenziale milanese. Non parliamo poi degli imminenti lavori sul ponte di Po che, se non adeguatamente compensati con la gratuità del tratto autostradale o con la costruzione di un ponte provvisorio, produrrano anche sul commercio risultati catastrofici. Con questa situazione una città che avrebbe le potenzialità di essere il centro nevralgico del nord italia con tutte le principali città e luoghi di interesse ad un'ora di distanza, rimane relegata a piccola realtà defilata. Avremmo i numeri per poter ospitare i milanesi in cerca di tranquillità, per dare alloggio a chi lavora nel nord italia e necessita di essere strategicamente in un luogo con aeroporto a 50 minuti e servizi vicini, per rilanciare il comparto edilizio, per avere un valore al metro quadro da grande città, da luogo di pregio. Finchè non si risolveranno questi gravi problemi di collegamento con tutto il resto del mondo, resteremo sempre la piccola graziosa cittadina nella quale rimanere col fiato mozzato alla vista di Piazza Duomo per poi sospirare amareggiati "Peccato, ci volesse meno per andare al lavoro magari ci vivrei."
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Enrico Forzoni
14 aprile 2023 10:37
Mi complimento con il giornalista Loris Braga che attraverso un'eccellente visione d'insieme è riuscito a fare luce sulle problematiche che affliggono i collegamenti di questa bellissima nostra città. Il giornalismo esercitato ad un così alto livello di professionalità è un contributo importantissimo al progresso sociale.
Patrizia
14 aprile 2023 15:15
Sarebbe da far leggere Al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e precisare che Cremona è in Lombardia. Servono opere con PNRR
Innominato
14 aprile 2023 16:47
Non aiuta la incapacità e l'insipienza di chi ci amministra e non è capace di fare nulla e neppure di farsi rispettare
Ezio Corradi
14 aprile 2023 18:54
Eppure la provincia di Cremona è attraversata da ben 7 linee ferroviarie: anche gli enti locali e le istituzioni camerali dovrebbero studiare e "coltivare" meglio le potenzialità di queste infrastrutture spesso dimenticate da amministratoti e politici. Incredibile vuoto, ad esempio, nei collegamenti per Fidenza e Piacenza...
roberto bona
15 aprile 2023 07:36
Scrive bene chi asserisce che bisognerebbe far leggere l'articolo al Ministro delle infrastrutture. Ed è proprio questo, a mio parere, ciò che manca alla nostra Città. Un'amministrazione che abbia la capacità e la forza di arrivare a colloquio con la regia dello Stato. Servono donne e uomini di grande personalità, che rappresentino in modo degno Cremona ed abbiano gli agganci giusti per arrivare in Regione Lombardia. Abbiamo avuto la potenziale possibilità alcuni anni fa, ma gli abitanti hanno preferito proseguire con un governo di centro sinistra (?) che non ha avuto la forza e la capacità di entrare al Pirellone.
Carolina Manfredini
15 aprile 2023 19:04
Disse un vecchio filosofo: " le ragioni del cuore non sono le ragioni della ragione" . Anche in ambito socio - economico vale il. medesimo principio, le ragioni del profitto non sono le ragioni del buon senso.