14 gennaio 2022

Cremona, Crema e una buona parte del Cremasco in cima alla classifica per consumo di suolo: rapporto ISPRA

Cremona e Crema in vetta alla “classifica” per il consumo di suolo sulla base del rapporto ISPRA 2021. Seguono a ruota Monte Cremasco, Bagnolo Cremasco, Offanengo, Vaiano cremasco, Trescore Cremasco. A diffondere la notizia sul fronte cremonese e cremasco è il Comitato Salviamo il Paesaggio Cremonese, Cremasco e Casalasco.

L’indagine riporta l’attenzione su un altro tema ambientale molto delicato e importante, che vede la Lombardia in cima alla classifica italiana con una percentuale di suolo consumato nel 2020 pari al 12,1%. Gli ettari di suolo consumato in Lombardia, sempre nel 2020, sono 288.504, con un incremento netto dal 2019 al 2020 paria 765.

Con consumo di suolo si intende l’incremento della copertura artificiale del suolo, generalmente elaborato su base annuale. Con suolo consumato si intende la quantità complessiva di suolo con copertura artificiale esistente nell’anno considerato.

Il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” - annota il sito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente - è un prodotto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che assicura le attività di monitoraggio del territorio e del consumo di suolo. Il Rapporto, insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori allegati, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permette di valutare l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici”.

I dati di quest’anno, precisa il Sistema Nazionale, “confermano la criticità del consumo di suolo nelle zone periurbane e urbane, in cui si rileva un continuo e significativo incremento delle superfici artificiali, con un aumento della densità del costruito a scapito delle aree agricole e naturali, unitamente alla criticità delle aree nell’intorno del sistema infrastrutturale, più frammentate e oggetto di interventi di artificializzazione a causa della loro maggiore accessibilità, soprattutto quando necessari per la realizzazione di poli logistici e commerciali. I cambiamenti rilevati nell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese, rimanendo particolarmente elevati in Lombardia, in Veneto (anche se, in questa regione, con una tendenza al rallentamento) e nelle pianure del Nord”.

La foto in alto è di Antonio Leoni.


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