Cremona Solidale, posizioni distanti e visite agli anziani ancora limitate: "Così non ci riconoscono più". Da martedì qualche miglioramento
“E' vero, le visite sono riprese dall'11 marzo, ma una volta la settimana e per trenta minuti. I nostri anziani sono stanchi, non ci riconoscono più”. Sta forse in questo passaggio dell'intervento di Elisabetta Larini, ex componente del comitato parenti, il cuore del problema (e dello scontro) nato attorno all'azienda speciale Cremona Solidale. Problema emerso con forza alla fine di marzo, con la dura uscita del comitato parenti degli ospiti della struttura, che hanno parlato di persone anziane lasciate sole per ore, in attesa che venga servita la cena, di carenza di attività di svago o ludiche per aiutare le persone a trascorrere il tempo e di mancanza di cura per la persona, dai capelli fino al cambio di vestiti.
Per il vertice dell'azienda, e in particolare per la direttrice Alessandra Bruschi, il tema è la difficoltà di comunicazione tra l'azienda stessa e i parenti degli ospiti della struttura. Una difficoltà nella difficoltà (enorme) rappresentata dal Covid e dalla necessità di tutelare gli anziani. “Sono arrivata in ottobre” ha spiegato Bruschi intervenendo oggi durante la seduta della Commissione Vigilanza convocata oggi proprio a seguito dell'uscita del “caso” sui media locali. “Di Cremona Solidale conoscevo poco – ha aggiunto Bruschi, giunta a Cremona dopo esperienze lavorative che hanno toccato anche la Repubblica di San Marino – ma lo spirito costruttivo c'è stato sempre. Ho incontrato il comitato parenti il 28 ottobre e sono emerse criticità. Poi c'è stato un incontro in novembre, al quale non ho potuto partecipare perché ho preso il Covid. Cremona Solidale è un'azienda pazzesca, probabilmente il problema è la comunicazione. Ricordo che in gennaio abbiamo avuto un altro incontro, in remoto, e noi ci siamo battuti per non chiudere (alle visite da parte dei parenti; ndr). Il 25 gennaio c'è stato un brutto incontro, perché abbiamo dovuto ribadire le misure restrittive che impediscono l'ingresso ai non vaccinati”.
In marzo, le relazioni tra i vertici dell'azienda e il comitato parenti sono precipitate ai minimi storici, con le rimostranze del comitato e le dimissioni di 6 componenti su 8 in segno di protesta per le criticità nella struttura. “Ci sono rimasta male – ha commentato Bruschi – perché ho ricevuto una mail (dal comitato parenti; ndr) dopo che questa è stata mandata ai giornali”. “Leggere che i nostri anziani – ha aggiunto – non sono curati fa male, pone un problema di fiducia, indica la non percezione di quello che accade dentro Cremona Solidale”.
Le posizioni restano però distanti, con il comitato che lamenta scarso coinvolgimento e ancora oggi si domanda, attraverso Elisabetta Larini, “perché non possiamo andare a trovare i nostri anziani il sabato e la domenica?”. “Il nostro – ha aggiunto Larini – non è un discorso politico, ma di umanità. Noi siamo stati un filtro che ha tenuto a bada gli animi dei parenti, ma non siamo stati ascoltati dalla dirigenza. Il personale della struttura è bravo, ma è in sofferenza”.
Posizioni distanti, dunque, con uno scontro acuito da una pandemia che ha sfiancato gli animi e che ancora oggi impone restrizioni e regole severe in molti casi difficilmente comprensibili per chi ha un genitore, un parente ospitato nella struttura. E se, come è stato ribadito da più parti – dall'azienda e da diversi consiglieri comunali di maggioranza - “le restrizioni sono necessarie a salvare vite”, al comitato parenti e a molti parenti degli anziani ospitati da Cremona Solidale appare ancora difficile comprendere perché le visite debbano essere “contingentate” a soli 30 minuti la settimana e senza prevedere il sabato e la domenica. “Al punto che – come ha rimarcato Larini – è necessario prendere permessi dal lavoro per andare a trovare i nostri anziani”.
Da quanto emerso in commissione, tuttavia, da martedì Cremona Solidale aprirà alle visite tutti i giorni feriali per 45 minuti. Al sabato solo su richiesta, mentre la domenica non sarà ancora possibile effettuare visite.
Nella foto in alto, un momento della Commissione Vigilanza.
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