19 aprile 2021

Da Cremona la fantastica volta affrescata in un museo di Londra, abbiamo ricostruito dov'era: tra via Sacchi, della Colomba e S.Pietro

Presso il “Victoria and Albert Museum” di Londra, si può ammirare una fantastica volta affrescata che porta in sé uno “zodiaco” con Muse. Quest'opera di rara bellezza, era ammirata dai regnanti che passavano da Cremona. Un fiore all’occhiello per la città, finito a Londra nel 1889 per essere poi denominato Ceiling from the Casa Maffi Cremona” (il soffitto di casa Maffi) .

Questa storia è affascinante quanto complessa, per la perdita delle tracce di Casa Maffi e per i particolari poco noti della vicenda. Un’oblìo da ripercorrere con passione, fra ricostruzioni di prove reali e possibili fatti ipotizzati .

Andiamo per ordine ma iniziando dalla fine. Nel 1889 il V&A Museum acquista per 1000 sterline l'opera n.428 -1889 da Stefano Bardini di Firenze, un importante Collezionista d'arte. Lo stesso Bardini la consegna in pezzi strappati e da ricomporre. Lo “strappatore” pagato da Bardini, pare fosse un bergamasco garibaldino chiamato Giuseppe Steffanoni . Uno strappatore importante era esso stesso un artista, un restauratore, un esperto “trasponitore di pitture e opere d'arte”. Steffanoni “strappa” il soffitto nel 1887 e quindi dopo soli due anni, la volta affrescata finisce probabilmente via nave, in Inghilterra.

E' lo stesso Bardini a fornire la ubicazione dello strappo del 1887. Via Bel Vedere n.6 presso la casa del Capitano Robelatti a Cremona.

Lo stesso Bardini fornisce anche le prove di una firma alla grottesca n.18 (l'opera era stata tagliata in pezzi per essere riassemblata in un falso telaio) che attribuirebbero l'opera ad Alessandro Pampurino, cremonese, nato a metà del 1400 e morto nel 1526. Su questo però a tutt'oggi dibattono gli esperti di arte attribuendo l'opera a Pampurino, Bembo, Della Corna, tutti del 1500.

E' importante sapere però che nel difficile riassemblamento dell'opera vi fu un errore di 150 gradi nel disporre una parte centrale e che venne scoperto solo in seguito e mai più corretto.

Torniamo alla possibile storia e ubicazione del Soffitto di Casa Maffi a Cremona.

Considerazione topografica e toponomastica: Via Belvedere è una via in discesa tra Via Cadore e Via Giordano e se l'opera è del 1500 non poteva essere li ubicata, infatti nel 1500 la Via Belvedere era praticamente il bastione delle mura sud della città.

Giuseppe Grasselli di Cremona pubblica, nel 1826 un Abecedario Biografico e parla chiaramente dell'opera “ ...l'apollo con le nove muse, che si veggono dipinti a fresco in una stanza al pian terreno della casa posta nella strada di Belvedere al civico numero 201, parrocchia Santi Giorgio e Pietro e che fu onorata nel 1784 di una visita dell'immortale Giuseppe II, giacché fu essa altre volte parte di un Monastero detto della Colomba fabbricato dalla stessa Bianca Maria Visconti.”

Dunque siamo tra S.Pietro al Po , vicolo della Colomba e vicolo S.Marco . A questo punto bisogna usare i toponimi e stabilire che il “belvedere” era un luogo dal quale si ammirava sicuramente il Po oltre le mura.

La mappa di Cremona di Campi del 1580 ci aiuta relativamente e segna chiaramente San Pietro e San Marco ( soppressa a fine 1700 e in questi giorni, abitazione in vendita ) ma non indica altri fabbricati vicini se non con nomi non apparentemente attinenti la nostra vicenda.

Si citano abitazioni di Galienus Manna e Hospitale de Mariani. Alcuni storici collegano il monastero della Colomba e la chiesa di S.Marco all'ospedale di Giovanni Francesco Mariani che lo trasformò in refettorio per ragazze povere. Era un complesso con fabbricati contigui, chiesa, ospedale, monastero.

Avvicinandoci ancora ai tempi dello strappo e quindi dello scritto precedente del Grasselli, si può interpretare la mappa di Paolo Marchetti del 1852 ( circa 30 anni dopo la descrizione di Grasselli stesso ). La mappa è illuminante per gli errori di valutazione del Belvedere.

L'attuale via Ettore Sacchi, ex Vicolo di S.Romano ( arrivando dal teatro Ponchielli ), diviene a metà ( incontrando il vicolo della Colomba ) la contrada del Belvedere. Semplice, arrivando dal teatro e quindi da Corso Vittorio Emanuele, si andava in leggera discesa verso le mura rialzate di 6 metri rispetto la attuale Via Giordano e si vedeva il verde del fiume, insomma eravamo al belvedere.

La mappa di Marchetti non ebbe successo a causa della imminente Unità di Italia che si portò via le mappe catastali degli Austriaci occupanti. Sulla mappa però appare finalmente il numero civico 201 di Contrada Belvedere, casa Maffi.

Il monastero della Colomba era certamente li, all'angolo di Via Ettore Sacchi con Vicolo della Colomba e Via Tibaldi. Azzarderei a dire in Via Ettore Sacchi al civico 11 odierno, di fronte al giardino di un asilo.

Il monastero della Colomba quindi, da chi fu voluto? Da Bianca Maria Visconti, signora di Cremona , a metà del 1400, in ambito di unione a quello di S.Monica in Via Bissolati.

Nel 1500 venne però occupato da una potente Badessa milanese, Francesca Bianca Sforza, sorella di Ludovico il Moro. Francesca Bianca era figlia naturale di Francesco Sforza.vLa Vicaria e Badessa di S. Monica ottiene anche l'aggregato convento della Colomba, commissionando a Pampurino una stanza di preghiera o di studio per lei, tale stanza dovrebbe essere LA VOLTA AFFRESCATA DI CASA MAFFI.

Ma nei primi 10 anni del 1500 Cremona è occupata dai Veneziani. A questo punto interviene una possibile ricostruzione di fatti storici.

S. Marco è sacro ai Veneziani e la chiesetta è attigua al Monastero della Colomba. Ma i Veneziani hanno come acerrimi nemici i Milanesi Sforza e occupano una città a soli 80 km dal Ducato di Milano che sta divenendo francese. Il Moro intanto viene imprigionato e morirà in Francia per mano di una alleanza Franco Veneziana nel 1508. E la Badessa sua sorella? Sicuramente diventa una prigioniera politica ed essendo una religiosa verrà tollerata dal governo Veneto solo chiusa nel suo piccolo monastero, scorgendo le campagne attorno alle mura, rimirandole dal belvedere e guardando lo zodiaco delle Muse nella sua stupenda stanza affrescata, al pian terreno di un’ala del monastero. Dal 1500 al 1784 non si hanno più riferimenti di tale stanza, come se il tempo volesse dimenticarla pur essendo di inaudita bellezza.

Fino a che, sottratta ai cremonesi, diverrà infine a loro invisibile, ma in fondo solo a chi, con la passione e l’immaginazione non riuscirà a farla rinascere con la fantasia.

 

 

Maurizio Mollica


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commenti


Michele de Crecchio

19 aprile 2021 12:20

Mi congratulo per la bella e precisa ricostruzione. Non sapevo di questa altra "preziosità", letteralmente "strappata" agli edifici cremonesi e finita ad adornare palazzi e musei e di altre città, come il marmoreo portale rinascimentale di Palazzo Stanga presso S. Luca di corso Garibaldi, finito al Louvre, e i soffitti lignei, pure rinascimentali, della casa Raimondi-Repellini di via Bertesi, finiti nel palazzo Bagatti-Valsecchi di Milano. Gli abitanti di Cremona, purtroppo, non ha mai avuto (salvo che in epoca medioevale) grande stima, come pure avrebbero dovuto avere, della nostra straordinaria città.

Roberta

19 aprile 2021 14:25

Prof. De Crecchio: Vicende interessanti recentemente approfondite in occasione di un convegno tenutosi a Firenze.
https://collections.vam.ac.uk/search/?q=Maffi&year_made_from=&year_made_to=
Qui invece altre info sulla volta affrescata e la bibliografia di riferimento.