8 giugno 2023

Da dirigente bancario a "inventore" del mercatino di Cavatigozzi nel nome della carità. Luciano Ferragni e il "tesoro in cielo"

Aiuta le donne in attesa di un figlio, si è inventato un mercatino dell'usato per raccogliere fondi da destinare ai bisognosi, organizza eventi per regalare un pomeriggio sereno agli anziani del posto. E tante altre cose ancora, ognuna nel nome di una parola dal sapore antico, non di moda, eppure potente: carità. “Mi muove la fede”, dice con naturalezza, senza pensarci un attimo.
Quasi tutti a Cavatigozzi conoscono Luciano Ferragni, 76 anni, e il suo dinamismo. “Sono venuto qui nel 1976, la mia casa è stata una delle prime costruite dalle Acli nella parte alta della frazione. Siamo passati dai 600 abitanti di allora ai circa 2.000 di oggi”. Ha diviso la sua vita tra l'impegno per il suo quartiere, la passione politica sfociata nella militanza nella Dc e proseguita nei comitati di quartiere che si sono succeduti, e, soprattutto, il lavoro in banca. 

“Sono partito in Bankitalia dall'ultimo gradino per poi diventare, attraverso vari concorsi interni, dirigente e ispettore delle banche. Sono stato nelle sedi di Cremona, Mantova, Brescia e Aosta. Poi, causa la previsione di un ulteriore allontanamento da casa, mi sono dimesso e sono stato assunto come vice direttore organizzativo dalla BCC di Pompiano e Franciacorta, in provincia di Brescia”. E' andato in pensione il primo gennaio 2012. “Ma sono rimasto pochi giorni senza fare niente”. Infatti, in quello stesso anno è stato tra i promotori del nuovo comitato di quartiere di Cava-Picenengo e San Predengo e, di recente, è stato rieletto, con 32 preferenze, per la quarta volta. “Sono il consigliere più anziano, la memoria storica. In tutto questo tempo ho cercato, con gli altri, di fare in modo che la qualità della vita degli abitanti, soprattutto dopo l'insediamento delle industrie lungo il canale, non peggiorasse. Siamo riusciti a migliorare un po' la situazione, anche se resta molto da fare”. 

Il difensore dell'ambiente ha trovato il tempo per costituire, nel 2014, l'associazione 'Un tesoro in cielo'. “La sede è qui, a casa mia. Io e altri 12 soci versiamo periodicamente un contributo utilizzato, in primis, come pronto intervento per le donne incinte che, per ragioni economiche, non porterebbero a termine la gravidanza”. Il modo escogitato per dare una mano è tanto originale quanto efficace: “Attraverso un'agenzia, paghiamo noi, per 3 o 6 mesi, il datore di lavoro che chiama il marito o il compagno della partoriente, che poi viene quasi sempre assunto a tempo indeterminato”.
Non contento, l'ex dirigente di banca ha cominciato a darsi da fare anche in parrocchia. “Sono entrato nel Gruppo caritativo della Cava. I suoi componenti svolgevano attività ammirevoli, dalla visita ai malati e ai ricoverati negli ospizi alla distribuzione di pacchi alimentari. Mi sono chiesto come allargare questi interventi assistenziali”. Però c'era un problema: le risorse. “Le entrate della parrocchia consentivano solo la gestione ordinaria. E' così che ho avuto l'idea di fare il mercatino
dell'usato”. 

Un appuntamento ormai radicato che richiama molti visitatori. “La prima edizione è stata nel 2014, l'ultima, la numero 46, sabato scorso. Tentiamo di farne circa 6 all'anno”. 

L'iniziativa, gestita dal gruppo Caritas di Cavatigozzi (a cui hanno recentemente aderito nuovi volontari della parrocchia), si svolge in una struttura parrocchiale, l'ex teatro, che era in disuso. “Pioveva dentro e non arrivava l'acqua nei bagni, perciò abbiamo dovuto fare dei lavori ricorrendo a parte dei fondi raccolti con il mercatino. Adesso siamo messi bene, il luogo è dignitoso, rimane solo da mettere a posto qualche porta un po' deteriorata”. 

Il coordinatore del gruppo Caritas, inutile dirlo, è lui, Ferragni, e il presidente il parroco, don Franco Vitali, "che però a settembre verrà trasferito, dopo ben 20 anni di servizio alla comunità di Cava, e a cui va il mio personato ringraziamento, unito a quello di tutto il gruppo Caritas. Il ricavato dei mercatini, salvo la minima parte spesa per sistemare lo stabile, viene utilizzato per aiutare le famiglie bisognose attraverso, di solito, il pagamento di bollette, medicinali, arretrati d'affitto e altro". 

Sui tavoloni ben disposti nell'ampio salone dell'ex teatro di via Milano c'è di tutto: bigiotteria, anelli, collane, borsette, scarpe, tovaglie, giochi, libri, vestiario e molto altro. “Tutto il materiale viene venduto a prezzi stracciati, ma è in buone condizioni. C'è gente che dona abiti nuovi, con
ancora attaccate le etichette. Un amico ha portato una stampante per foto mai usata. La bigiotteria, ovviamente, viene presa d'assalto dalle donne ma anche i piccoli elettrodomestici vanno come ridere”. Tre le categorie di compratori: “Chi vuole spendere poco per oggetti che servono; i rivenditori che poi a loro volta fanno i mercatini: gli appassionati, i collezionisti.
Il risultato dell'ultima edizione, anche se di mezzo c'era un lungo ponte, è stato soddisfacente. Replicheremo in autunno. Con gli incassi vengono pagati i medicinali o le bollette delle persone in difficoltà. Attualmente li abbiamo impiegati per la retta scolastica di una ragazzina che vive con la madre”. 

E non finisce qui. “Un pomeriggio al mese organizziamo in oratorio un momento di incontro per una ventina di anziani stimolandoli così ad uscire di casa. La proposta più gettonata è la tombola ma abbiamo messo in piedi anche altre iniziative culturali e informative ospitando medici, geriatri, dietisti, sacerdoti. Tra quelle di svago abbiamo invitato, di recente, attrici che hanno rappresentato lo spettacolo 'Storie de na 'olta'; in un'altra occasione abbiamo chiamato un mago (nome d'arte Beru), per il divertimento dei nonni ma anche dei loro nipotini”.
A questo punto il suo volto si illumina. “Tempo fa ho conosciuto un anziano. Era disperato: gli erano stati tagliati luce e gas, aveva arretrati d'affitto paurosi, tirava avanti a stento solo con la sua piccola pensione di invalidità. L'abbiamo aiutato. Si è convertito ed è tornato in chiesa, che non frequentava da 60 anni. Adesso è lui a collaborare con noi nella distribuzione di pacchi alimentari ai poveri dando una mano anche per altre esigenze”. Più che di solidarietà, Ferragni preferisce parlare di carità. “Recitiamo il rosario prima di ogni funerale. Cosa c'entra con il resto? Per me anche questa è un'opera di carità. Perché faccio tutto questo? Perché seguo Cristo e seguirlo porta inevitabilmente ad aiutare gli altri offrendo loro, quando possibile, anche il messaggio cristiano di salvezza”. 

Ora di pranzo e dei saluti. Sul citofono della villetta circondata dal giardino, ben curato dalla moglie Liliana, con le ortensie fiorite, ci sono due scritte: Luciano Ferragni e 'Un tesoro in cielo'.

Gilberto Bazoli


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