21 maggio 2021

Da Marconi a Gobbels, per la radiofonia il referente era "el Ciùdel", l'ingegner Rodolfo Chiodelli nato a Roma da genitori di Soresina

Londra 1929, Guglielmo Marconi racconta e descrive la sua visione sul futuro della radiofonia e della comunicazione. Forte del brevetto, depositato in Inghilterra, di quella invenzione che aveva cambiato la storia del mondo, il premio Nobel spiega ad un ingegnere italiano i cambiamenti e le sue idee sulla Marconi Wireless, società operante nel crescente mondo delle comunicazioni.

Berlino 1940, il fanatico e potentissimo ministro della Propaganda del Reich Joseph Goebbels illustra ad un ingegnere italiano, grazie alla sua feroce ma articolata dialettica, il plastico su come diventerà la “Città della Radio”, ovvero il progetto di una città faraonica, avanzatissima, perfettamente dotata di tutti servizi ed interamente dedicata a quella nuova forma di comunicazione che avverrà senza fili e con un costante aggiornamento tecnologico.

Al centro della città vi sarà Mussolini Platz, ovvero Piazza Mussolini, come tributo a quell'Italia che, con Marconi, aveva cambiato il modo di vivere di tutto il mondo.

Soresina 1910, in consiglio comunale viene presentata dalla Società Telefonica Cremonese, con sede in paese, il progetto di sviluppo extraurbano delle linee telefoniche, grazie ad un investimento notevole in materiali e tecnologie. Qualche anno dopo un ingegnere italiano comincerà la sua carriera nelle comunicazioni telefoniche per diventare poi il “padrino” del mondo radiofonico nazionale. Chiariamo subito, l'ingegner Rodolfo Raoul Chiodelli, classe 1896, era nato e cresciuto a Roma da cittadini soresinesi che si erano trasferiti nella capitale, volendo essere puntuali forse in casa lo chiamavano ancora “el Ciùdel” secondo lo slang tipico cremonese, ma pur a centinaia di chilometri di distanza in quella Soresina che sviluppava sistemi di comunicazione avanzatissimi per quegli anni, i parenti del Ciùdel c'erano ancora. La sigla EIAR sarà quella che accompagnerà il ventennio fascista in tutti i sensi, accompagnerà perchè presenterà “un mondo nuovo” come forma di comunicazione tra le persone e per le persone. Con la nascita dell'ente che decideva le trasmissioni radiofoniche e la comunicazione, l'interazione sociale e la propaganda andranno di pari passo, in un binomio quasi perfetto che la rendeva un'arma tra le più sofisticate anzi, la rende ieri come oggi.

Se l'informazione spesso è figlia delle scelte politiche, lo strumento e l'idea tecnologica di fondo del ventennio sono parenti stretti di Chiodelli, il quale, dagli inizi degli anni '20 è letteralmente il protagonista di questo nuovo universo dotato di potenzialità enormi. La sua carriera comincia nel settore della telefonia per poi passare alla radio, Raoul è preparato e ha idee e progetti innovativi in testa per migliorare quel servizio pubblico che doveva arrivare in ogni casa italiana. Lo farà diventando amministratore della EIAR, accorpando un sistema radiofonico che si stava sviluppando senza una precisa direzione, rinnovando persone e tecnologie e studiando palinsesti in grado di soddisfare l'Italia che si stava evolvendo verso nuove forme di comunicazione. Capisce che investire somme enormi in tecnologie presenti sul mercato è poco utile, con Marconi aveva condiviso il concetto di come si sarebbero sviluppati in maniera veloce e repentina i prodotti legati a quel “mondo nuovo” che stava unendo ogni angolo del pianeta. Mette a frutto il crescente impegno nel mondo radiofonico creando, nel 1935, il centro di Prato Smeraldo a Roma destinato a diventare uno dei più importanti centri radiofonici del mondo.

Un sorta di Colosseo della trasmissione via etere. Entra in contatto e decide i professionisti della comunicazione, ovvero coloro che, dietro un microfono, dovevano avere la voce e il talento per raccontare e far vedere alla popolazione qualcosa che potevano soltanto ascoltare. Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi sono alcuni dei nomi di coloro che, copione alla mano, si presentavano a fare audizioni per “la radio” spesso arrivando dal teatro; el Ciùdel era lì, immerso tra lo sviluppo di nuove tecnologie e i fogli da seguire o correggere. L'informazione ricadeva soprattutto sulle notizie ed ecco che l'ingegnere prende alla lettera una comunicazione di Mussolini, che redarguiva i vertici EIAR per la pronuncia tutt'altro che consona dei termini stranieri da parte dei presentatori, e decide che chi si fosse presentato per raccontare l'attualità o pezzi di storia al Radiocorriere doveva essere in grado di avere una pronuncia corretta dei termini non italiani. La carriera di Chiodelli è basata sull'evoluzione della radio come mezzo di comunicazione supportata dallo sviluppo di strumenti che dovevano essere sempre meno costosi, per renderli facilmente distribuibili, e sempre più facili e pratici nell'utilizzo quotidiano.

Aderisce al fascismo in maniera tutt'altro che ferrea, nel 1941, invitato a Berlino alla nuova sede della Radio di Stato tedesca, si lamentò con i vertici del ministero in quanto voleva essere parte di una visita di due o tre giorni di natura soltanto tecnica, lasciando da parte l'etichetta “diplomatica” e legata all'informazione del regime nazista. L'8 settembre 1943 decide di seguire le richieste degli Alleati e di scollegare ogni impianto sotto il controllo dell'EIAR, Prato Smeraldo viene sabotato, Chiodelli presenta le dimissioni, il caos regna sovrano e la radio rappresenta l'unico modo per mantenere le comunicazioni di un paese diviso in due parti. Dopo la guerra un carteggio lo porterà comunque davanti alla Commissione Epurazione dal Fascismo, la sua posizione dal 1943 viene messa in dubbio, finito a processo verrà prosciolto da ogni addebito e continuerà a dare voce all'etere in varie aziende legate al mondo della radiofonia, strumento ancora perfettamente moderno secondo la visione di el Ciùdel.

Marco Bragazzi


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