6 giugno 2025

"Cremonesi Così". Il Maestro Mauro Ivano Benaglia, musicista, direttore d'orchestra. La grande musica, la cultura, Stradivari, Vialli. E da qualche giorno ha preso casa nella nostra campagna

Secondo appuntamento con “Cremonesi Così” la nuova avventura di CremonaSera, il viaggio che ci condurrà alla scoperta di personaggi che hanno la parola Cremona scritta nel loro percorso di vita. Il primo appuntamento era stato con lo scrittore Sandrone Dazieri (leggi qui). "Cremonesi Così" era una bellissima rubrica di racconti del quotidiano "La Provincia" su un'idea di Fiorino Soldi, portata avanti all'inizio degli anni Sessanta dal carissimo amico e collega Gian Paloschi con mano attenta ed efficace. Raccontava di personaggi e protagonisti cremonesi che abbiamo conosciuto e amato. Con Beatrice Ponzoni, fin dall'inizio uno dei protagonisti del successo di "Cremonasera", abbiamo deciso di ridare vita a quella storica rubrica con i cremonesi degli anni Duemila. Cremonesi doc ma anche acquisiti che però hanno nel cuore, nel loro lavoro e nei sentimenti la nostra provincia.  E' il caso del Maestro Mauro Ivano Benaglia che ha scelto addirittura di venire ad abitare in una cascina della nostra campagna per completare il suo percorso del cuore verso Cremona. (m.s.) 

Ospite di questa settimana è il Maestro Mauro Ivano Benaglia, figura di importanza nazionale ed internazionale nel panorama musicale. Organista, basso lirico e direttore d’orchestra. Difficile riassumere in poche righe una carriera così importante. Fondatore e presidente dell’Accademia Concertante d’Archi di Milano dal 1985. Il Maestro Benaglia ha diretto nei maggiori teatri e sale da concerto nazionali ed internazionali, nelle più esclusive cattedrali italiane ed europee, in tre edizioni del Festival di Salisburgo, al Teatro Filarmonico di Verona, al Gran Teatro La Fenice di Venezia, al Ponchielli di Cremona, alla Scala di Milano e non possiamo non citare il Musikverein di Vienna, la Carnegie Hall di New York. Solo per citare alcuni esempi.

Con lui si sono esibiti affermati solisti e talenti di fama internazionale, orchestre giovanili e di tradizione, oltre a 15 complessi corali (talvolta anche insieme) provenienti da ogni parte d’Europa.

Per l’esperienza acquisita nel repertorio musicale sacro (quindici edizioni del Concerto Mariano nel Duomo di Milano), per il carisma e la straordinaria capacità di condurre grandi complessi musicali, è coinvolto dalle Curie Arcivescovili per la produzione di imponenti eventi concertistici con organi, talvolta poderosi e di grande impatto, raggiungendo eccezionali presenze di pubblico. 

Il suo eccezionale talento ha raggiunto momenti di grande espressione proprio durante la produzione di concerti “live” per le più note case discografiche (Fonit Cetra, Rai Trade) e trasmessi da cinquanta emittenti televisive.

Gli è stato affidato il Castello del Seprio a Mozzate (Como), attuale sede dell’Accademia Concertante d’Archi di Milano, per la realizzazione dei suoi progetti musicali più esclusivi.

Il Maestro concepisce la musica come un qualcosa con cui avvicinarsi al cuore delle persone, una musica umana che racconta di sentimenti, profuma di vita e proprio per questa sua grande sensibilità dimostrata nell’unire iniziative benefiche ai grandi eventi musicali è stato insignito della Croce di Cavaliere Ufficiale al Merito Melitense e di Cavaliere di Merito con Placca dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Attualmente oltre ad essere, come già accennato, Direttore del coro e dell’Orchestra dell’Accademia Concertante d’Archi di Milano, è Direttore dell’Orchestra Nazionale del corpo italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta ed è Funzionario per la Cultura presso il Consolato Italiano a Charleston nel South Carolina in U.S.A.

Non è tutto. Dal 2015, La Fondazione Rockefeller – Bellagio Center gli ha affidato la direzione artistica dell’importante progetto “Uno Stradivari per la gente” che desidera valorizzare e mettere in luce i più grandi talenti italiani, quest’anno sarà l’undicesima edizione.

I violini Stradivari sono anche il fil rouge per un appuntamento che, ormai, si distingue per la sua rilevanza, il titolo è “Stradivari per Vialli”, nato dall’idea del Maestro Benaglia per celebrare il talento musicale di Antonio Stradivari e l’eredità calcistica, il valore umano e la passione culturale di Gianluca Vialli. Evento che, per il terzo anno consecutivo, vedrà protagonista l’Accademia Concertante d’Archi, diretta dal Maestro ed il solista Lorenzo Meraviglia

La suggestione di Stradivari mi accompagna al mio appuntamento. Attraverso con la macchina le strette ed affascinanti strade della campagna cremonese per raggiungere il mio ospite in un primo caldo pomeriggio dal sapore estivo. Siamo circondati da un’atmosfera bucolica e non vi nascondo che per prepararmi all’intervista ed entrare nel mood migliore ascolto “l’Estate”, tra le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi. Abbasso i finestrini, mi lascio catturare dal caldo venticello ed arrivo a destinazione. Ad accogliermi, ma in realtà è pura casualità, un volto noto: il grande violinista Lorenzo Meraviglia, un vero astro nascente. Saluto e mi avvicino all’imponente cancello della nuova dimora cremonese del Maestro Benaglia. 

Il Maestro mi appare in una veste tipica dei pomeriggi di chi ama assaporare la vita di campagna, mi accoglie con entusiasmo e ci presentiamo ufficialmente, fino a quel momento ci eravamo sentiti solo telefonicamente. Non gli nascondo il mio stupore per aver scelto questa nuova abitazione ma il suo entusiasmo è strabordante. Cosa mi colpisce? La straordinaria semplicità ed elegante bellezza di un uomo e della sua compagna, una casa in mezzo alla natura, immensamente felici per iniziare un nuovo percorso di vita ed io la loro prima ospite. Cosa li ha portati qui? Lo svelo subito. L’amore per tutto ciò che rappresenta Cremona.

Il tempo di entrare in casa, studiamo l’ambientazione e diamo il via alla nostra intervista, i particolari li troverete nel video. Qui un assaggio. 

Maestro Mauro Ivano Benaglia, una carriera da Direttore d’Orchestra nazionale ed internazionale nei teatri di prestigio di mezzo mondo. Milanese, figlio d’arte, un talento già all’età di cinque anni quando inizia lo studio del pianoforte, si diploma in organo, composizione organistica e basso lirico. Da subito mostra il suo talento e diventa la figura importante che è oggi. Ci racconti di lei.

Non è mai facile parlare bene di sé stessi ma desidero cogliere questa occasione. Mi sono diplomato in organo e composizione organistica presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano poi, anche, in canto lirico. La carriera di organista e di cantante ha permesso una sinergia. La carriera di organista, il re degli strumenti, mi ha consentito di entrare nelle più belle cattedrali del mondo, iniziare a dirigere un coro e successivamente anche un’orchestra. La carriera di cantante mi ha permesso, invece, di insegnare in un determinato modo al coro la vocalità, le sfumature che non tutti colgono ed anche quella di unire le due conoscenze per affrontare le opere sacre vocali più importanti come il Requiem di Verdi o il Requiem di Mozart. Questa, in sintesi, la carriera scolastica e direttoriale dell’inizio. Visto il successo ottenuto ho seguito alcuni corsi per la direzione d’orchestra a Vienna, salutata poi per dirigere al Teatro alla Scala a Milano. Poi ho iniziato a dirigere in tutto il mondo.

Tra i grandi direttori d’Orchestra del ‘900 ci sono figure definite autentici generali, capaci di incutere timore agli orchestrali, in realtà, ho letto in un’intervista che il suo motto è “uno per tutti e tutti per uno”, un moschettiere. È così? 

Credo che l’affiatamento possa fare la differenza tra una compagine orchestrale ed un'altra. Non credo che fare il generale possa rappresentare il giusto atteggiamento ma credo nell’idea di poter creare lo spirito di squadra, quasi fosse una squadra di calcio: tutti lavorano con un obiettivo, ovvero, fare al meglio la musica. Una precisazione. Ho intrapreso anche la direzione dell’Orchestra Nazionale dell’Ordine di Malta, dove oltre alle caratteristiche di solidarietà e beneficenza, vige una gerarchia in quella che è l’ottimizzazione del personale, in questo senso sono a tutti gli effetti il Comandante Italiano Nazionale, simpaticamente, a volte, mi salutano con un segno militare quindi in questo senso sono anche un generale. Ritengo, però, fondamentale il valore che consente di poter lavorare con le persone e credo che creare rapporti rappresenti un lavoro di muratura, lavorare tutti insieme per la musica.

Nel 2013, al tempo di Giuliano Pisapia Sindaco di Milano, era stata proposta la sua candidatura come Sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano. Nulla di fatto però.

Ho reso pubblica questa notizia recentemente sui social perché di questi tempi stavano cercando il sovrintendente al Teatro alla Scala e ho ripensato alla mia candidatura, ne vado fiero anche se non è andata a buon fine. Molti hanno pensato che io fossi stato silurato, in realtà, non la penso così: c’è spazio per tutti e nel frattempo ho fatto molto altro. Semplicemente, mi permetto di dire, da milanese, che La Scala, dopo Carlo Fontana, non ha più avuto un sovrintendete italiano. Non lo dico perché io sia un nazionalista a spada tratta, però, un teatro italiano ed un riferimento come il Teatro alla Scala di Milano, dovrebbe avere un direttore italiano perché conosce i gusti e potrebbe avere anche maggiori chance apprezzate da un eventuale pubblico.

La magia del violino cremonese Stradivari del 1730 è stata recentemente protagonista al Teatro Eschilo di Gela, una magia forte, coinvolgente di cui lei è ambasciatore anche per il progetto “Stradivari per Vialli” che racchiude un messaggio positivo, di rinascita, musica per la gente come forza. Vuole raccontarci?

Ho studiato qualche anno fa il progetto “Uno Stradivari per la gente” perché ritenevo importante che non fosse la gente ad andare da “Stradivari” ma fosse “lo Stradivari” ad andare dalla gente; penso che questo fosse anche lo spirito di Antonio Stradivari e della sua bottega. Lui ha realizzato i violini affinché fossero ascoltati in tutto il mondo e da tutti, partendo da questo ideale mi sono chiesto come poter portare lo Stradivari in mezzo alla gente e gratuitamente. Da qui il progetto. Il nostro scopo è quello di sfilare dalle bacheche i violini e di portali alla gente con tutte le attenzioni e tutele del caso, sono opere d’arte vive. Nel corso degli anni abbiamo movimentato 26 violini originali di Stradivari. Credo sia un record. L’operazione ha avuto 400.000 spettatori fino ad oggi. Da qui l’idea di proseguire con lo “Stradivari per Vialli”. Fu proprio Gianluca Vialli a dare un importante contributo al rientro in Italia di un prezioso violino Stradivari, il Vesuvius del 1727. Ho pensato di affidarlo ad un giovane talentuoso, portandolo poi al Museo del Violino di Cremona ed all’interno del Museo invitare la famiglia Vialli, lasciando l’ingresso libero per permettere a tutti di poter conoscere ed apprezzare questi strumenti. A novembre saremo alla terza edizione. Un successo straordinario.

Non nasconde il suo amore per la città del Torrazzo, per la cucina cremonese ma, anche, per la nostra campagna. Possiamo rivelare che è ufficialmente cremonese da tre giorni?

Questa notizia creerà qualche fermento nel panorama musicale cremonese, sono sempre convinto che ci sia spazio per tutti e desidero inserirmi in questo contesto molto vivo e pulsante tanto da poter far accogliere anche le mie iniziative. 

Per quanto riguarda la cucina, devo ammettere di non aver mai sentito parlare un musicista che non sia appassionato di arte culinaria per cui, io amo cucinare, amo mangiare bene, la tranquillità, mi piace la natura e la campagna, senza dimenticare la passione per il buon vino, credo che tutte queste cose siano anche il motivo per cui sono qui.

Non ultima, però, la mia passione per Stradivari. La nostra associazione, l’Accademia Concertante d’Archi di Milano, ha il privilegio di avere in gestione in esclusiva uno Stradivari, quindi, non avrei potuto scegliere un luogo differente in cui vivere.

Il Maestro Benaglia chiude il nostro incontro consegnandoci un messaggio importante, una nuova visione della musica: una musica lontana dai podi dei direttori d’orchestra e dai palchi dei musicisti, una musica con la gente, offrendo manifestazioni ad ingresso libero per arrivare al cuore delle persone, per consentire a tutti di accedere e conoscere il mondo della musica.

Il 14 giugno, alle 18.00, presso la chiesa parrocchiale S. Ambrogio di Torre de’ Picenardi, con il coro “Ars Nova” animerà la S. Messa celebrata dal parroco don Paolo Carraro e da don Antonio Bandirali.

Nelle foto l'intervista nella nuova casa del Maestro Benaglia, il Maestro sul podio durante alcune direzioni d'orchestra e la campagna attorno alla casa cremonese di Benaglia

I particolari dell’intervista li troverete nel video qui sotto.

Beatrice Ponzoni


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