6 aprile 2025

Dagli archivi spunta una vecchia foto dell'isolamento del Duomo, ecco dov'era collocata la magnifica Madonna del Capitolo. La sua storia

Ecco dov'era collocata la Madonna del Capitolo, dove sorge il camposanto dei canonici a fianco del Battistero. Lo rivela una fotografia scattata durante le fasi di demolizione del portico di cui siamo venuti in possesso: si può vedere vicino all’angolo ciò che resta dello strappo dell’affresco della “Madonna del Capitolo”. Si può quindi capire perché la Madonna ha lo sguardo rivolto verso la sua sinistra, in quella direzione c’erano le due lapidi che chiudevano la tomba dove venivano tumulati i canonici del duomo. E’ il retro della chiesa di San Gregorio (poi trasformata da Illemo Camelli nella Sala Capitolare).

E’ forse il primo esempio di dipinto rinascimentale a Cremona; si distingue dagli altri dipinti tardogotici allora in uso in città e in tutto il Ducato di Milano. Mentre la scuola dei Bembo veniva utilizzata sia con dipinti su tavola che ad affresco, a Cremona verso il 1460 (così lo data il Prof. Puerari) viene eseguito questo affresco poi strappato negli anni 1920/1930 dal portico del Camposanto dei Canonici e collocato nella Sala Capitolare del nostro Duomo.

Nel 1948 viene esposto nella nostra pinacoteca come deposito del Duomo e il primo ad illustrare questo affresco è proprio il Prof. Puerari nel suo libro “La Pinacoteca di Cremona”. Non indica l’autore, ma lo chiama “Maestro della Madonna del Capitolo”.

Dopo una descrizione dell’opera, lo attribuisce a questo pittore che ha senza dubbio visto le opere di Piero della Francesca, ed è collocato prima delle influenze ferraresi nella pittura cremonese.

Osservando la Madonna, si nota come tiene il Bambino sul ginocchio destro, mentre lo sguardo è rivolto verso sinistra, con una espressione triste; sembra addirittura che non si occupi del Figlio; “è racchiusa in una nicchia profonda sormontata da un guscio di una conchiglia geometrizzata col lembo arrotondato al sommo dell’asse, intagliata con linee regolari, i due gradini luminosi alla base, ora quasi consunti, e che dovevano avere una chiara evidenza di stacco dai due zoccoli laterali rossicci uscenti dalla nicchia, definiscono la costretta spazialità della figura” (così il Puerari).

Il Prof. Marco Tanzi in più occasioni affermò che il “Maestro della Madonna del Capitolo” non fosse altro che il pittore Marco Antonio de Scazoli, allora molto attivo in duomo. Attribuisce a questo pittore la “Madonna del Capitolo”, la “Madonnina Ponzoni” della nostra pinacoteca e un “Ecce Homo” nella collezione Liechtestein di Vaduz. Dal confronto tra la “Madonna del Capitolo”  e la “Madonnina Ponzoni” ha notato somiglianze nel viso della Madonna, nella postura e nella posizione del Bambino.

Da una comunicazione orale di Mons. Tantardini, oltre alla “Madonna del Capitolo”, sotto il portico del Camposanto dei Canonici c’era anche una “Santa Caterina d’Alessandria” ed un’altra Santa (di cui non ci resta alcuna traccia). 

Luigi Silla


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