8 agosto 2025

Dati INAIL, la provincia di Cremona tra luci e ombre: meno denunce, più tragedie

Nel primo semestre del 2025 la provincia di Cremona presenta un quadro contraddittorio in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Se da un lato si registra una diminuzione complessiva delle denunce di infortunio, dall’altro si assiste a un drammatico incremento degli incidenti mortali e a una crescita delle malattie professionali.

Le denunce di infortunio scendono da 2.403 a 2.233 (-7,1%), con una riduzione sia degli incidenti avvenuti in occasione di lavoro (-7,5%), sia di quelli in itinere (-2,8%). Al contrario, i decessi aumentano da due a otto (+300%): sei avvenuti sul posto di lavoro, due durante il tragitto casa-lavoro. Un dato che impone riflessioni urgenti: è inaccettabile morire mentre si lavora, è assurdo perdere la vita mentre ci si sta recando al lavoro.

La distribuzione per genere evidenzia un calo più marcato tra gli uomini, in particolare nei settori industriali, mentre le donne restano esposte in comparti caratterizzati da alta intensità fisica, come sanità, assistenza e commercio. Preoccupante l’aumento degli infortuni tra i giovanissimi e i lavoratori over 60.

I lavoratori stranieri, spesso con minore accesso a informazioni, formazione e tutele, sono coinvolti nel 25% degli infortuni totali. Le comunità più colpite sono quelle provenienti da India, Marocco, Egitto, Romania e Nigeria.

Per quanto riguarda le malattie professionali, si osserva un aumento degno di nota: le denunce passano da 93 a 129, con un incremento del 38,7%. L’identikit del disagio è chiaro: spalle, polsi e colonna vertebrale sotto stress, con aumenti significativi della sindrome della cuffia dei rotatori (+145%), del tunnel carpale e dei disturbi discali. In aumento anche patologie gravi come mesoteliomi, ipoacusia da rumore e asbestosi.

Analizzando i dati consolidati del 2024, si rileva che su 145 lavoratori che hanno presentato richiesta di accertamento per malattia professionale, solo 35 l’hanno ottenuta. Da questo punto di vista, è fondamentale che il lavoratore sia seguito sin dall’inizio da un Patronato, che si avvale di consulenza medica qualificata e, in caso di contenzioso, anche di consulenza legale.

Alla luce di tutti questi dati, dobbiamo rilanciare dei protocolli mirati e operativi per il potenziamento della sicurezza sul lavoro nella nostra provincia, estendendoli a tutti i settori produttivi. Inoltre, sono fondamentali i controlli, le ispezioni e, soprattutto, l’investimento nella formazione per la sicurezza, un ambito nel quale, come sindacato, siamo quotidianamente impegnati. Infine, l’intelligenza artificiale può rappresentare uno strumento estremamente utile, a disposizione di imprese e lavoratori, per prevenire e mitigare i rischi, migliorando la gestione dei processi produttivi, in particolare quelli più complessi e potenzialmente pericolosi.

Analisi di Ivan Zaffanelli, Segretario generale Cisl Asse del Po


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti