Degli Angeli (M5S): "Ecco perché è necessario portare il caso Tamoil sul piano nazionale. Bonifica più rapida e monitoraggi costanti"
Portare la vicenda Tamoil sul piano nazionale non significherebbe mettere in discussione il principio secondo il quale deve pagare chi inquina, ossia l'azienda e non lo Stato, vale a dire i cittadini. A spingere su questa tesi, replicando al consigliere generale del partito Radicale Sergio Ravelli, è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Marco Degli Angeli, che per prima cosa tiene a ringraziare Ravelli "per la tenacia e costanza con cui sta tenendo alta l'attenzione sul tema".
Questa la dichiarazione rilasciata da Ravelli venerdì scorso in occasione della presentazione dell'esposto sull'inquinamento Tamoil: “Il consigliere (riferito a Degli Angeli; ndr) dimentica un principio fondamentale, ossia che chi inquina paga. Non possiamo far pagare la bonifica allo Stato, ossia ai cittadini. La bonifica la deve pagare la Tamoil”.
Ebbene, osserva ora l'esponente del Movimento 5 Stelle: "La giurisprudenza internazionale e quella italiana affermano il principio che chi inquina paga. Su questo punto il consigliere Ravelli non sbaglia. Tuttavia ritengo abbia fatto un errore: asserire che se l’area in questione ottenesse la valenza di SIN (Sito interesse Nazionale) decadrebbe tale principio, è un’affermazione assolutamente sbagliata. A tal proposito, al consigliere generale Ravelli, vorrei sottolineare come chi ha causato il danno ambientale è sempre tenuto a risarcirlo. Il principio “chi inquina paga” non verrebbe certo messo in dubbio dal riconoscere l’area come SIN; la responsabilità infatti non è prescrivibile. Questo concetto va ribadito, proprio per evitare che dichiarazioni come quelle di riportate durante la conferenza stampa, portino confusione".
Aggiunge poi Degli Angeli: "è bene chiarire come il riconoscimento del SIN potrebbe consentire procedure più solide e monitoraggi costanti, sia dal punto ambientale che sanitario. Apporterebbe, inoltre, la possibilità di essere inseriti in studi epidemiologici nazionali, come ad esempio è avvenuto per il progetto Sentieri dell’ISS. Oltretutto sarebbe quindi possibile contare su un supporto tecnico/scientifico importante, sia in termini di bonifiche sia per la tutela delle aree interessate. Denominare l’area come SIN, consentirebbe infatti di potersi avvalere di una cabina di Regia del ministero della transizione ecologica, dell'ISPRA, dell'Istituto Superiore di Sanità, oltre che del supporto di Arpa e ATS".
"Visti i recenti fatti - incalza il consigliere regionale -, ritengo che la bonifica dell’intera zona non sia più rimandabile e il riconoscimento del SIN potrebbe agevolare tutto l'iter di bonifica e tutela dall'area, altresì non è più procrastinabile nemmeno la convocazione d'urgenza dell'osservatorio Tamoil da parte del comune di Cremona. Per questo motivo è di fondamentale importanza coinvolgere l’Ats, l’Ispra, Arpa e l’istituto Superiore di Sanità, assieme agli altri soggetti pubblici come il MiTe. Si tratta di una questione assolutamente cogente: servono fondi per la bonifica, oltre che per la messa in sicurezza".
Conclude dunque Degli Angeli: "è corretto asserire e quindi aspettarsi che chi sbaglia paghi, ma per giungere con tempi rapidi a una bonifica, al pieno riconoscimento del danno e al monitoraggio ambientale e sanitario della zona, è fondamentale che l’area acquisisca la prerogativa di Sito di Interesse Nazionale".
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