5 maggio 2021

Due secoli fa moriva Napoleone. Quella visita a Cremona dove trovò le strade dissestate e stanziò fondi per sistemarle quasi tutte

Ei fu. Due secoli fa, il 5 maggio 1821, nella sperduta isola di Sant’Elena moriva Napoleone Bonaparte. Anche Cremona, che allora contava solo 21.000 abitanti, ebbe una parte importante nella vicenda umana e politica dell’imperatore francese. Da quando i francesi rientrati in Italia con la storica impresa del passaggio del Gran San Bernardo nell’estate del 1800 avevano rioccupato Cremona, sino alla fine del periodo napoleonico la nostra città fu la capitale militare prima della Repubblica poi del Regno, mentre Milano sarà la capitale politica. Cremona disponeva potenzialmente, nel 1806, di 22 caserme, capaci di ospitare 6872 soldati e 1620 cavalli, ed era sede del Quartier Generale. Molti cremonesi si erano arruolati come ufficiali per la costituzione di un esercito italiano e non era raro vedere in città Ugo Foscolo, che era uno dei già fervidi sostenitori del progetto. Fra i cremonesi da ricordare ci sono i nomi di Ambrogio Birago, del capitano Santini, comandante degli Ussari, del Comandante dei Cacciatori della Guardia Nazionale, del soresinese Carlo Ferrari e soprattutto del comandante Giuseppe Sacchini. 

E’ proprio in virtù di questi rapporti che quando nel 1804 il prefetto Bartolomeo Masi decise di risolvere l’annoso problema delle strade dissestate, si rivolse direttamente a Napoleone. Il nuovo reggitore, infatti, subito dopo l'incoronazione di Napoleone ad imperatore (2 dicembre 1804) ed a re d'Italia (26 maggio 1805), chiese ed ottenne che Buonaparte visitasse Cremona.

Fu così che l'imperatore francese, che stava percorrendo in carrozza la strada da Milano alla nostra città, giunto ad Acquanegra fece staccare un cavallo, in sella al quale giunse poi quasi inosservato a Cremona, per non sottostare agli incredibili sobbalzi a cui il pessimo fondo stradale sottoponeva il veicolo. Napoleone si trattenne in città il 10 e l’11 giugno 1805 ospite nel palazzo dei conti Schinchinelli e tutta la cittadinanza lo festeggiò e gli tributò onori sovrani; in quell'occasione convennero a Cremona anche i rappresentanti dei Comuni di tutta la provincia per la sottomissione d'obbligo. La visita dell'imperatore ebbe gli effetti che Bartolomeo Masi sperava. Al suo ritorno a Milano dispose infatti uno stanziamento di 350 mila lire imperiali per la sistemazione delle strade del territorio cremonese. Tre delle nostre principali arterie poterono così subire un risanamento totale; la quarta strada, quella per Bergamo, era invece in condizioni tali che dovette essere abbandonata e sostituita da un nuovo tracciato il cui approntamento venne portato a termine una decina di anni dopo. Fu allora che a Cremona vennero istituiti i primi e regolari servizi di diligenze per il trasporto dei passeggeri e per il recapito della corrispondenza.


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