8 agosto 2023

E' morto cadendo in un dirupo a Borno il fotografo cremonese Carlo Capurso. Le sue straordinarie immagini

L'ultima sua segnalazione a Cremonasera è stata quella di un paio di settimane fa e riguardava lo stato di piazza della Stazione, fotografia e poche righe per indicare quella porzione dietro la pasticceria Dondeo diventata luogo di spaccio. In passato aveva stigmatizzato l'abbandono della statua di Monteverdi di piazza Lodi, le Naiadi - dee dell'acqua - dei giardini pubblici con la fontana sparita da anni, lo stato delle montagnole dei Giardini (rifiuti e transenne lì da almeno otto anni), le scelte sciagurate su Porta Milano, i totem che non gli piacevano per nulla. A Carlo Capurso piaceva il nostro modo di fare giornalismo, e si era calato nel ruolo di segnalatore di disfunzioni, di disattenzioni, di scarso amore per Cremona che all'occhio attento di un grande fotografo non potevano di certo sfuggire. "Non lo faccio per polemica ma solo sperando che a Palazzo capiscano che la nostra Cremona merita maggiori attenzioni". 

Se n'è andato a Borno, cadendo in un dirupo del monte Moren, ironia della sorte proprio quella montagna che tanto amava lo ha tradito. Aveva 79 anni. L'avevo incontrato lo scorso anno San Luca, per il concerto del coro Paulli. L'ultimo brano eseguito era stato "Signore delle Cime". All'uscita aveva gli occhi umidi di pianto, "succede sempre così ad una certa età per le cose belle e questo brano esalta la natura, la montagna e chi l'ha creata. Mi ci ritrovo pienamente". Era iscritto al Club Alpino Italiano di cui ha diretto per anni la rivista della sezione cremonese, "Il nuovo rododendro". E' stato a lungo il portavoce del WWF di Cremona. Fotografo della natura, Capurso ha tenuto decine di mostre in ogni parte d'Italia. Negli utlimi anni si è specializzato sia nelle foto della montagna che nei nostri ambienti padani, i campi, il fiume, i boschetti. Era facile incontrarlo lungo gli argini con la sua macchina fotografica. Le sue foto sono tutte facilmente riconoscibili. Pennellate di colori alla ricerca della bellezza e dell'assoluto. Tre anni fa tenne una mostra straordinaria al Museo di Storia Naturale sul fascino delle stagioni in Pianura Padana da cui ricavò anche un calendario. Da anni era collaboratore fotografico del SPT, Servizio Promozione Turistica del Cremonese. 

E' stato anche il fotografo ufficiale della Triennale di liuteria. E, forse, la sua foto più conosciuta è quella della Cattedrale di Cremona che si intravede in una forma di violino. (m.s.)

 


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commenti


Michele de Crecchiom

9 agosto 2023 01:19

Lo conobbi tantissimi anni orsono, quando era anche lui iscritto alla sezione cremonese di Italia Nostra. Abbandonò la nostra associazione, contestandone quello che, a suo parere, era il carattere troppo accademico e poco operativo. Fu poi per tantissimi anni il "factotum" della sezione cremonese del W.W.F. fino a quando, temo per alcune incomprensioni con il nuovo presidente, preferì proseguire a titolo personale le sue costanti battaglie per difendere il paesaggio, e non solo quello cremonese. Sue gradevoli esposizioni fotografiche, sempre a soggetto naturalistico, erano spesso ospitate presso un salone di palazzo Comunale. Recentemente si era impegnato personalmente a "disboscare" il tracciato di un ramo di ferrovia che, abbandonato da decenni, avrebbe potuto essere facilmente convertito in pista ciclabile per agevolare ai cittadini cremonese la fruizione del Parco a Po. Gli rispose, in assenza di qualsiasi attenzione da parte dei non pochi assessori comunali che pure avevano mandati amministrativi interferenti con la sua proposta, solo un ex impiegato comunale che in anni precedenti aveva già ben studiato la questione senza, peraltro riuscire ad ottenere attenzione da parte delle ultime, troppo diversamente interessate, giunte comunali.

ada.ferrari

9 agosto 2023 08:40

La natura perde con lui un prezioso amico, sensibile ed equilibrato. Ma oso credere che essere 'preso' per sempre da quei monti che tanto aveva difeso, amato e fotografato sia il modo più coerente con cui il nostro amico Carlo si potesse mai congedare dal mondo. Ci restano le sue meravigliose fotografie, modo per continuare a guardare coi suoi occhi la bellezza che abbiamo intorno.