E' morto Papa Francesco. Nel 2017 venne a Bozzolo sulla tomba di don Mazzolari: "E' stato uno splendido frutto delle nostre comunità". Guarda il video della sua visita
Dalle 10,15 tutte le campane delle diocesi di Cremona e Crema suonano a morto. Alle 7.35 di lunedì 21 aprile Papa Francesco è morto. A dare l’annuncio il card. Farrell: “Una vita interamente dedicata al Vangelo e alla Chiesa, vissuta con amore e coraggio, specialmente verso i poveri. Lo raccomandiamo all’infinita misericordia di Dio, con immensa gratitudine per il suo esempio”. Bergoglio era stato ricoverato al Policlinico Gemelli in febbraio una lunga degenza per infezione polimicrobica alle vie respiratorie. Era ancora in convalescenza a Casa Santa Marta, la sua residenza, ma ieri nel giorno della Pasqua era voluto tornare in mezzo ai fedeli.
Jorge Mario Bergoglio era nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936. Gesuita, arcivescovo della capitale argentina dal 1998, era stato nominato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2001. Nel marzo 2013 l'elezione al Soglio pontificio dopo le clamorose dimissioni di Papa Ratzinger.
Papa Francesco è venuto in diocesi di Cremona il 20 giugno 2017, a Bozzolo. Campane a festa hanno accolto il pontefice che ha portato in dono alla parrocchia un calice e si è voluto recare subito sulla tomba del sacerdote che è stato parroco di Bozzolo dal 1932 al 1959, anno della morte, per il quale dal 18 settembre sarebbe poi iniziato il processo di beatificazione. Nello stesso giorno ha voluto rendere visita a don Primo Mazzolari e a don Milani a Barbiana, pregando sulle tombe di questi parroci "sulle orme di due parroci che hanno lasciato una traccia luminosa, per quanto “scomoda”, nel loro servizio al Signore e al popolo di Dio". E nel suo discorso nella chiesa parrocchiale di Bozzolo: "Ho detto più volte che i parroci sono la forza della Chiesa in Italia, e lo ripeto. Quando sono i volti di un clero non clericale, come era quest’uomo, essi danno vita ad un vero e proprio “magistero dei parroci”, che fa tanto bene a tutti. Don Primo Mazzolari è stato definito “il parroco d’Italia”; e San Giovanni XXIII lo ha salutato come «la tromba dello Spirito Santo nella Bassa padana». Credo che la personalità sacerdotale di don Primo sia non una singolare eccezione, ma uno splendido frutto delle vostre comunità, sebbene non sia stato sempre compreso e apprezzato. Come disse il Beato Paolo VI: «Camminava avanti con un passo troppo lungo e spesso noi non gli si poteva tener dietro! E così ha sofferto lui e abbiamo sofferto anche noi. E’ il destino dei profeti»
E ancora. "Non spetta a me raccontarvi o analizzare l’opera di don Primo. Ringrazio chi negli anni si è dedicato a questo. Preferisco meditare con voi – soprattutto con i miei fratelli sacerdoti che sono qui e anche con quelli di tutta l’Italia: questo era il “parroco d’Italia” – meditare l’attualità del suo messaggio, che pongo simbolicamente sullo sfondo di tre scenari che ogni giorno riempivano i suoi occhi e il suo cuore: il fiume, la cascina e la pianura".
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