Elezioni provinciali, i partiti candidano poche donne e le consigliere di Parità li strigliano: "I sessi vanno rappresentati adeguatamente"
Ma come, in un momento in cui si ha massima accortezza a non discriminare niente e nessuno, la politica ancora una volta trascura le donne? Intendiamoci, le “quote rosa”, son come le riserve indiane: un espediente per pulirsi l'anima e dormire tranquilli. Ma un po' più di attenzione nella scelta delle candidature non guasterebbe.
E così, la consigliera di Parità della Provincia di Cremona, Cristina Pugnoli, e la consigliera di Parità uscente, Carmela Fazzi, prendono carta e penna e strigliano i partiti. Con una lettera di oggi, 3 dicembre, le consigliere di Parità della Provincia richiamano i partiti politici locali e li invitano a porre rimedio alle disparità.
Tutto nasce dalla presentazione delle tre liste dei candidati alle Provinciali del 18 dicembre, con le quali si rinnoverà il Consiglio provinciale ma non il presidente. Le liste sono uscite in questi giorni ma le consigliere di Parità hanno notato che “in tutte e tre le liste nessuno dei due sessi, come da normativa, è rappresentato in misura superiore al 60 per cento (sette candidati uomini e cinque donne)”.
Questo, argomentano Pugnoli e Fazzi, “non garantisce però che conseguentemente venga eletta una appropriata e corretta rappresentanza dei due sessi nel Consiglio, cosa indispensabile, a nostro modesto parere, in quanto il Consiglio Provinciale, anche se la Provincia è un ente di secondo livello, prende decisioni e assume iniziative di grande rilevanza per tutto il territorio provinciale”.
Da qui l'invito ai partiti: “Per questo motivo – concludono le consigliere – Vi chiediamo di mettere in campo tutte le azioni che riterrete più idonee al fine di perseguire l'obiettivo di un Consiglio Provinciale nel quale i due sessi siano adeguatamente rappresentati”.
Il testo del documento è stato inviato anche alle sindache e alle consigliere del territorio con un invito alle donne in politica: “Adesso tocca a Voi fare la Vostra parte, affinché il Consiglio Provinciale possa vedere una congrua rappresentanza femminile: andate a votare e... votate donna!”.
E brave le consigliere: quando ce vo', ce vo'.
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