Emozioni e applausi al concerto “Stradivari per Vialli”. L’Accademia Concertante d’Archi di Milano ha omaggiato il campione cremonese con il “Vesuvius” che lui stesso contribuì a riportare in città
Una serata di grandi emozioni quella andata in scena al Museo del Violino di Cremona. Protagonista della serata l’indimenticato campione Gianluca Vialli, al quale l’Accademia Concertante d’Archi di Milano ha dedicato un concerto. Presenti in sala i famigliari del calciatore, fra tutti la madre e il nipote Riccardo.
A Lorenzo Meraviglia è stato affidato il prezioso Stradivari “Vesuvius” 1727, uno dei pezzi più pregiati della collezione del Museo cittadino. Nel 2005 Gianluca Vialli contribuì economicamente, quale presidente della Fondazione Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus, al "ritorno a casa" proprio dello Stradivari "Vesuvius" 1727, motivo per cui è stato utilizzato nel concerto.
Ad aprire la serata la bacchetta di Mauro Ivano Benaglia a condurre l’Allegro con Molto dalla Sinfonia n. 4 in re minore, op. 12 n. 4, G 506 conosciuta come "La casa del diavolo" di Boccherini. Subito dopo il Vesuvius ha fatto sentire la sua voce con il Concerto in La minore per violino archi e basso continuo BWV 1041 di J.S.Bach, eseguito con grande trasporto. Non poteva mancare un omaggio al Cigno di Busseto con il primo movimento del meraviglioso quartetto in mi minore per archi. L’ideale “incontro tra padre e figlio” è avvenuto pochi istanti dopo con il Concerto per 2 violini, archi e basso continuo in re minore BWV 1043 dello stesso Bach. Fabrizio Pavone ha infatti fatto il suo ingresso con un raro Omobono Stradivari 1730, strumento firmato dal figlio di Antonio, anche se alcuni studiosi ritengono sia opera del padre e che il figlio ne avesse costruite soltanto alcune parti. Curioso e sicuramente interessante sapere che proprio nell'epoca di composizione dei due capolavori bachiani (attorno al 1730) venivano costruiti, a Cremona, i due violini che li hanno eseguiti durante la serata. Ancora Meraviglia e Pavone in una elegante esecuzione del primo movimento dal Concerto in re minore per due violini, violoncello, archi e continuo, op. 3 n. 11, RV 565. Benaglia gigioneggia, sorride ai musicisti, ammicca al pubblico, ma lo fa senza mai lasciare un istante la propria compagine, saldamente connessa al suo polso. L’Accademia Concertante, dal canto suo, ha proposto un suono ricco, denso, pronto e brillante. Ben restituita la prassi esecutiva del repertorio con grande attenzione per i contrasti dinamici. Grande prova anche per Meraviglia e Pavone, eccellenti e talentuosi violinisti che hanno saputo valorizzare, ciascuno con la propria personalità, i due preziosi strumenti. Tanti gli applausi al gruppo, sfociati in un curioso quanto divertente bis: Három magyar népi tánc di Weiner Leó, dedicato proprio all’Accademia Concertante dal compositore. Tanti i ringraziamenti durante la serata, rivolti all'Assessore Luca Burgazzi per aver accolto subitaneamente l'idea di questo concerto, a Virginia Villa per aver messo a disposizione tutto lo staff dell'Auditorium, all'Anlai e alla stampa per la grande attenzione mostrata. I biglietti infatti sono andati esauriti in meno di 6 ore dall'uscita del primo articolo.
Alla fine del concerto Benaglia ha lanciato una provocazione: “Perché non farne uno ogni anno?”. Alla sala festante di applausi, famiglia Vialli compresa, la vincente sentenza.
Foto Gianpaolo Guarneri/Studio B12
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