31 agosto 2024

Entro fine anno il trasloco dell'Inps da porta Po per via Massarotti. L'immobile di 6 piani per quasi 9 mila metri sarebbe stato venduto. Cosa diventerà? Supermercato, alloggi, albergo?

Al rientro dalle ferie, per i dipendenti dell'Inps di Cremona, si prospetta la preparazione del trasloco dell'Istituto di Previdenza da piazza Cadorna a via Massarotti dove un tempo c'era l'Ufficio Provinciale del Lavoro, trasferito in corso Matteotti. Entro fine anno dunque saranno svuotati i locali di Porta Po. Molto probabilmente l'immobile dell'Inps è già stato acquistato in quanto è sparito dalla bacheca di una agenzia immobiliare che ne pubblicizzava la vendita ad un prezzo di 13milioni e 200mila euro per i quasi novemila metri suddivisi sui sei piani dello stabile. Intero immobile edificato agli inizi degli anni 60 - precisava l’inserzione di vendita dello stabile di piazza Cadorna -, ubicato nell'immediata vicinanza del centro storico, nei pressi della chiesa di San Agostino e del Tribunale". Lo stabile, prosegue l’annuncio, è “costituito da un'area comprendente un intero isolato tra Piazza Cadorna, Via del Vasto, Via Bernardino Ricca e Corso Vittorio Emanuele II. Gli accessi avvengono da Piazza Cadorna ai civici 17-17/a-17/b-17/c (accesso principale), da Via del Vasto ai civici 2-4-6 (accessi pedonali), da Via Bernardino Ricca ai civici 2-4-6-8 (accessi pedonali ed un accesso carraio) e da Corso Vittorio Emanuele II (accessi pedonali)". 

Il portico prospettante la Piazza Cadorna è assoggettato a passaggio di uso pubblico”, si leggeva ancora nell’annuncio. Il piano regolatore non assegna vincoli precisi all'immobile tanto è vero che negli anni Settanta al piano terra vi era il Supermercato Coop, poi trasferito in via del Sale con la vendita dell'ex fornace Frazzi. 

Appartamenti, un albergo, alloggi per studenti, il ritorno di un supermercato al piano terra? Per ora si tratta di sole ipotesi. All'assessorato all'Urbanistica non è arrivata nessuna comunicazione ma molto probabilmente si attenderà il trasloco dei dipendenti e degli incartamenti per ulteriori studi di utilizzo.


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commenti


Gianluca

31 agosto 2024 12:44

Albergo (sempre vuoto), supermercato (non serve) alloggi per studenti (ci può stare).

Giorgio

31 agosto 2024 16:46

Alloggi per studenti?
Immagino già chi lo ha comprato...

Biagio

31 agosto 2024 13:47

E abbatterlo e costruire qualcosa di più decente?

Giorgio

31 agosto 2024 16:45

A Cremona si abbatte solo l'ospedale, tutto il resto è recuperabile...

Gino

31 agosto 2024 16:24

Pensaci tu assessore all’urbanistica che te ne intendi😂🙈

Mariateresa

31 agosto 2024 17:00

Forse l'unica destinazione, a mio parere, sarebbe , dopo adeguata ristrutturazione, adibirlo ad alloggi (non soltanto per studenti), basta supermercati.
Chi acquistato l'immobile sicuramente sa già cosa farne

PierPiero

31 agosto 2024 17:17

Il supermercato più vicino è a meno di 150 metri.
Secondo me, un altro supermercato ci sta, dai!
Così chi vuole fare la spesa non dovrà cambiare marciapiedi

Regonelli Roberto

1 settembre 2024 05:27

C'è da augurarsi che nessuno supermercato occupi l'area, ma la tendenza di questi tempi è questa!

Antonella

1 settembre 2024 13:29

Questi commenti a mio parere sono inutili, ( parlare e basta non serve a nulla) invece bisognerebbe tutti insieme, ( cioè tutti i cittadini di Cremona protestare pacificamente, ma chi di dovere ci deve ascoltare

Michele de Crecchio

1 settembre 2024 22:21

Mi auguro che qualcuno si preoccupi di garantire una felice destinazione (doverosamente di agevole godibilità pubblica!) alle non poche, e di buon valore, opere d'arte delle quali, nel rispetto di una specifica norma di legge, l'interno dell'edificio è, dalla sua edificazione, opportunamente dotato!

Manuel

2 settembre 2024 16:06

Meno male c’è l’architetto De Crecchio ad avvisare la collettività, evitando ed anticipando un possibile disastro culturale classico delle dirigenze superficiali, con conseguente sterile palleggio di responsabilità.
Ora i consiglieri di maggioranza ed opposizione hanno l’opportunità (e il dovere) di tenere sulle spine, per non dire grigliare a fuoco lento, l’amministrazione comunale.