Forza Italia e Viva Cremona: "Zona San Rocco sacrificata dal PD. Ora si riqualifichi. A2A lo deve al territorio". Ecco come
Una zona degradata e condizionata da 5 impianti. No all'impianto per il biometano in via Bosco. Adesso si cambi indirizzo. Ecco la proposta dei consiglieri comunali di Forza Italia e Viva Cremona per cambiare finalmente paradigma nella zona: tra le proposte la riconversione del termovalorizzatore, il rifacimento della piattaforma della raccolta differenziata, il parco fotovoltaico sull'ex discarica senza consumo di terreno agricolo, un bosco di mitigazione, mantenimento terreno agricolo, riqualificazione viabilità e sottoservizi. Ecco il documento e le schede di proposta.
Il dibattito pubblico che si è aperto intorno al progetto del nuovo impianto per la produzione biometano presentato da A2A S.p.A. non può prescindere da una rigorosa valutazione del contesto in cui verrebbe ubicata l’opera e dalle relative conseguenze. Il comparto in oggetto è già caratterizzato dalla presenza di cinque impianti che hanno fortemente condizionato le componenti ambientali, sociali e paesaggistiche del nostro territorio:
1 – depuratore acque reflue urbane;
2 - centrale a biomasse;
3 – termovalorizzatore;
4 – piattaforma raccolta differenziata rifiuti solidi urbani;
5 – ex discarica rifiuti solidi urbani Via San Rocco.
Le amministrazioni di sinistra che si sono succedute negli anni hanno deciso di concentrare nella stessa area diversi impianti impattanti sulla base del vecchio principio urbanistico secondo il quale vi sono luoghi sacrificabili. Anche l’attuale amministrazione comunale, in sintonia politica con A2A, si muove ancora secondo lo stesso principio anacronistico, proponendo di rinunciare a decine di migliaia di metri quadri di aree agricole nel PLIS del Po e del Morbasco per realizzare un impianto privo di una analisi qualificata, come ben evidenziato dai pareri tecnici degli organi preposti all’istruttoria della pratica. I propositi ambientalisti, tanto propagandati dagli esponenti di primo piano della maggioranza, cedono il passo alla sola logica dell’utilità economica: mi rende di più, lo realizzo. Fa sorridere inoltre che gli stessi amministratori che hanno condotto una battaglia ideologica contro la semplice previsione della strada sud al punto da stralciarne il tracciato dal Piano di Governo del Territorio, oggi siano i primi acritici sostenitori della realizzazione dell’impianto di biometano, le cui ricadute per l’ambiente sono incommensurabilmente superiori.
La nostra proposta è un cambio di paradigma: ogni intervento, ogni trasformazione, deve sempre ispirarsi ad alcuni irrinunciabili principi. Innanzitutto si deve garantire che il grado di tutela e di valorizzazione paesaggistica, ambientale e sociale sia finalizzato ad un miglioramento delle condizioni esistenti. Non si può ignorare l’esistenza di un tessuto residenziale consolidato, l’evidente carenza infrastrutturale e di servizi, la presenza di ambiti di valore ambientale, l’esistenza di una falda superficiale, le destinazioni urbanistiche delle aree e la vocazione agricola dei suoli. Quella parte di territorio ha già pagato abbastanza e oggi non ha bisogno di ulteriori penalizzazioni ma di un piano serio di riqualificazione, effettivamente ispirato all’economia circolare.
Vogliamo dare un contributo costruttivo per evitare che il dibattito di questi giorni si riduca ad una trattativa al ribasso sulla misura delle compensazioni, magari condotta in qualche stanza di palazzo.
Proponiamo alcune soluzioni alternative che vorremmo fossero oggetto di un serio e trasparente approfondimento tecnico ed economico.
Evidenziamo alcune criticità che, a nostro giudizio, necessitano di risposte tempestive e risolutive.
La piazzola della raccolta differenziata deve essere riprogettata sia per quanto riguarda l’assetto interno, oggi del tutto irrazionale, la funzionalità e l’accessibilità.
Le strade ed i servizi sono palesemente inadeguati al carico insediativo ed al traffico veicolare. È necessario ripensare i collegamenti per le zone interessate dagli impianti, per le aree abitate e per le arterie principali tramite uno studio approfondito dei flussi attuali e dei fabbisogni futuri.
Per incrementare la produzione di energia pulita proponiamo di valutare, alla luce di altre esperienze positive, la realizzazione di un parco fotovoltaico sfruttando il versante sud-ovest della ex discarica dei rifiuti urbani (circa 30.000 mq.), evitando inutile consumo di suolo agricolo, emissioni in atmosfera, emissioni in falda, inquinamento derivante dalla movimentazione dei liquami e digestato.
Questa prospettiva prevede anche una valutazione di possibili, ma realistici, progetti di riconversione del termovalorizzatore, rispetto al cui destino A2A non ha assunto fino ad oggi alcun impegno formale in nessun atto programmatorio.
Da ultimo proponiamo di bandire un concorso internazionale di progettazione, invitando i migliori paesaggisti sulla scena internazionale a misurarsi con la riqualificazione complessiva del comparto con l’obbiettivo di restituire dignità e valore ad una parte di città che non può essere destinata al degrado per la responsabilità di alcuni.
Per rendere più comprensibile il diverso approccio che sta alla base dei due scenari che qui abbiamo cercato di delineare, alleghiamo due mappe comparative. Uno spunto di riflessione che non vuole eludere la complessità del tema.
Carlo Malvezzi – FI
Federico Fasani – FI
Saverio Simi – FI
Maria Vittoria Ceraso – Viva Cremona
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commenti
Manuel
7 aprile 2023 17:00
Ohooo, finalmente ricostituita la banda dei quattro!
Molto bene!
Innanzitutto mi fa piacere che pure le frange “moderate” del centro-destra indichino la sobrietà nell’arte di amministrare, come cardine per governare il territorio in modo sostenibile e senza ulteriore spreco di fertile (o comunque non fortemente degradato) suolo. Altrettanto piacere mi fa la constatazione della difficoltà nell’affrontare tali temi. Da ricordare, però, come la auspicata “strada sud”, tanto cara all’amministrazione Perri/Malvezzi ed a parere dei firmatari meno (?!) impattante dell’impianto di A2A, sventrasse il PLIS Po e Morbasco, sbucando proprio dalle parti della discarica, assorbendo suolo agricolo e “valorizzando, se ricordo bene, proprietà fondiarie anche di finanziarie. Sempre per non dimenticare i buoni propositi, rimembro come, in chiave prospettica, fu concessa una colata di materiale da demolizione lungo il tratto tortuoso di via Bosco, ormai colonizzata da vegetazione spontanea, rifiuti ed elemento consolidato del paesaggio.
Ora veniamo alle proposte, criticabili, ma sempre stimolanti, in particolar modo verso un’amministrazione furbescamente addormentata.
Mie contro deduzioni:
1) Centro rifiuti S. Rocco da trasferire presso più imponente, seria e consona area SCAC di via Sesto, finalmente recuperabile e dotata, oltre che di spazi, di mura perimetrali adeguabili a contenere la pletora di “assalitori” che quotidianamente frequentano l’attuale Centro.
2) Parco fotovoltaico da piazzare su parte dell’enorme spazio/simulacro Tamoil, con esproprio coatto dell’area, considerato come la bonifica effettiva la conseguirà solamente il pubblico. La collina di S.Rocco, coperta da vegetazione spontanea arboreo/arbustiva, insiste sugli antichi budri (così si usava confinare lil ciarpame) e sarebbe buona cosa ipotizzarne la bonifica (lenta e certosina, ancorché costosa) poiché nei decenni di servizio, vi è stato scaricato di tutto e di più, anche se ufficialmente l’acqua del sottostante colatore Morta risulterebbe “balneabile” e sicuramente idonea all’irrigazione.
3) concorso per riqualificare l’area in oggetto, anche no, poiché contattare un Archistar ti manda fuori budget, mentre uno studio di architettura “normale” ti spilla qualche centinaia di migliaia di euri per progetti che possono affrontare efficacemente pure le migliori classi dei nostri istituti tecnici.
4) Su inceneritore e fantomatico nuovo impianto, son d’accordo: van ripensati... o cassati.
Con ossequi.
harry
7 aprile 2023 17:50
Condivisibili i punti 1,2,3 e 4. Riguardo al punto 2 bisogna ricordare che vicino alla collina si pensava, anni fa, di fare anche un laghetto e, aggiungo io, anche un vigneto come un tempo esisteva sulla collina di Montmartre, che con la torre simil Eiffel in centro città poteva ricordare Parigi in miniatura. Altri tempi !
michele de crecchio
7 aprile 2023 20:48
Finalmente, in tema di questioni urbanistiche, la minoranza consiliare si sveglia e fa il suo dovere, in particolare criticando la acritica adesione della attuale maggioranza (e del Sindaco, in particolare) ad una scelta insediativa di enorme problematica ambientale operata in sedi ormai sostanzialmente estranee al controllo dei cittadini cremonesi.
Personalmente ho solo una critica importante da fare a quanto "i quattro" hanno scritto nel loro documento. In tale documento si afferma infatti che la decisione di rinunciare alla realizzazione della rischiosissima "strada sud" sarebbe a suo tempo avvenuta per i pregiudizi ideologici al riguardo nutriti dagli amministratori di allora. Al riguardo mi permetto di ricordare che tale rinuncia avvenne, in realtà e per quanto a mia conoscenza, non certo per iniziativa della incerta volontà della Giunta comunale allora in carica, ma per evitare i rischi conseguenti al non improbabile accoglimento, da parte del Tribunale Amministrativo Regionale, di un fondato ricorso legale, ben studiato da un ottimo amministrativista cremonese (il compianto avv. Antonino Rizzo) e pagato da numerosi cittadini, di varie e neppure, su altri temi, compatibili convinzioni politiche, cittadini che ritennero loro dovere civico finanziare una iniziativa volta così a salvaguardare, almeno in quella parte ancora poco compromessa, il futuro urbanistico del loro territorio comunale.