Fratelli d’Italia propone l’“Infermiere di Quartiere”: più assistenza nei quartieri di Cremona
Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Marco Olzi, ha presentato una mozione che propone l’introduzione della figura dell’“Infermiere di Quartiere” a Cremona. La proposta, firmata dalla consigliera Rosaria Compagnone, nasce dal confronto con i professionisti del settore sanitario e mira a rafforzare l’assistenza di prossimità, con particolare attenzione agli anziani, alle persone fragili e a chi vive in condizioni di vulnerabilità. Il progetto prevede una stretta collaborazione con ATS Valpadana e ASST di Cremona e si inserisce nel solco delle strategie regionali per il potenziamento della sanità territoriale.
"Fratelli d’Italia ha depositato in Consiglio comunale una mozione per l’introduzione della figura dell’“Infermiere di Quartiere”, da sviluppare in stretta collaborazione con ATS Valpadana e ASST di Cremona.
L’obiettivo è rafforzare l’assistenza di prossimità e rispondere concretamente ai bisogni di salute della popolazione, con particolare attenzione agli anziani, alle persone fragili e a chi vive in condizioni di vulnerabilità sociale.
La proposta mira ad avvicinare i servizi sanitari e sociosanitari ai cittadini, rendendoli più accessibili e garantendo continuità assistenziale. L’“Infermiere di Quartiere” diventerebbe un punto di riferimento stabile e riconosciuto, in grado di offrire prestazioni di prima assistenza, orientamento ai servizi, supporto ai medici di base, campagne di prevenzione, attività di educazione alla salute e sostegno ai caregiver.
La consigliera primafirmataria Rosaria Compagnone spiega:
“Con questa mozione vogliamo dare un segnale chiaro e concreto: la salute e il benessere dei cittadini devono essere al centro delle politiche comunali. L’infermiere di quartiere è una figura di prossimità che può fare davvero la differenza, soprattutto in una città come la nostra, dove la popolazione sta progressivamente invecchiando e le fragilità sociali e sanitarie sono sempre più diffuse. Non si tratta soltanto di un servizio in più, ma di un passo avanti nel rafforzare il senso di comunità e la vicinanza delle istituzioni. La Casa di Comunità è un presidio importante, ma rischia di concentrare i servizi in un unico luogo, penalizzando chi abita più lontano. Con l’infermiere di quartiere vogliamo portare l’assistenza direttamente nei quartieri, in spazi comunali facilmente accessibili e vicini alle persone”.
Il capogruppo Marco Olzi aggiunge:
“L’idea dell’infermiere di quartiere nasce dal confronto con i professionisti della sanità. È stata infatti lanciata durante il Festival della Salute presso le Colonie Padane, una lunga giornata di dialogo e riflessione organizzata da ASST Cremona e animata da numerosi operatori del settore sanitario, sociosanitario e del volontariato. In quell’occasione è emersa con chiarezza la necessità di avvicinare i servizi ai cittadini e di creare presidi diffusi sul territorio. Noi abbiamo raccolto quell’indicazione e l’abbiamo trasformata in una proposta concreta. Crediamo che questo strumento possa migliorare l’accesso alle cure, ridurre i ricoveri impropri e rafforzare la rete di sostegno tra cittadini, istituzioni e sanità”.
Fratelli d’Italia sottolinea come questa iniziativa sia pienamente in linea con le strategie regionali e nazionali di potenziamento della sanità territoriale, configurandosi come uno strumento innovativo a sostegno delle famiglie e delle persone più fragili.
La mozione impegna la Giunta a:
1. avviare un confronto con ASST di Cremona per introdurre la figura dell’infermiere di quartiere, in sinergia con gli operatori sociali comunali;
2. individuare spazi idonei nei quartieri cittadini per ospitare questa nuova figura professionale;
3. definire, insieme ad ASST e ATS, le modalità organizzative e di integrazione del servizio con la rete sanitaria e sociosanitaria già esistente.
“Il nostro intento – concludono Compagnone e Olzi – è dare seguito a un percorso condiviso con il territorio e con gli operatori sanitari, offrendo a Cremona una proposta concreta, realizzabile e utile ai cittadini più fragili. Siamo convinti che l’infermiere di quartiere possa diventare un presidio fondamentale di prossimità e un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni”.
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commenti
marco
23 settembre 2025 09:08
Ma non andrebbe a sovrapporsi alle famose Case di Comunità dove si potrebbero trovare tutti i servizi senza andare ad ingolfare il Pronto Soccorso?
Già mancano infermieri e medici, cosa facciamo andiamo a farli sparire del tutto dalle strutture essenziali?