Fusione A2A-Lgh, tutto nelle mani della Guardia di Finanza di Pavia: ecco come si sta sviluppando l'accertamento sull'operazione
Il braccio operativo è dunque la Guardia di Finanza di Pavia. Insieme a Cremona, Crema, Lodi e Rovato, Pavia è tra le realtà che detengono le partecipazioni in Linea Group (Lgh) ed è da qui, da questo “reparto operativo” che è partita l’indagine disposta dalla Corte dei Conti sulla fusione tra Lgh e il colosso milanese A2A.
La conferma è arrivata ieri, con la notizia che la Finanza di Pavia ha inviato una Pec ad Scs, società cremasca che detiene partecipazioni di Lgh, chiedendo il materiale relativo alla fusione societari, esattamente come è stato fatto una settimana fa con il Comune di Cremona (qui l'articolo su Crema).
Perché a muoversi sia la Finanza di Pavia e non, ad esempio, quella di Cremona, è ancora da appurare, ma tutto nascerebbe dal parere rilasciato nel 2018 dall’Anac (l’autorità anticorruzione). Il 21 febbraio 2018, con delibera firmata dal presidente Raffaele Cantone, l’Anac ha annotato: “Alla luce di tutte le considerazioni svolte si ritiene che la vendita del 51% del capitale sociale di Linea Group Holding Spa, anziché avvenire in forma “diretta” ad a2a, avrebbe dovuto essere preceduta da un confronto concorrenziale tra gli altri operatori economici del settore, tramite una procedura ad evidenza pubblica”.
Tempo ne è passato ma l’operazione, strenuamente sostenuta dal centrosinistra – a Cremona dall’amministrazione Galimberti – è andata avanti ad onta di quel parere autorevole, al punto che nel maggio di quest’anno il Consiglio comunale di Cremona ha votato per la cessione del restante 49% delle quote di Lgh (voto favorevole dal centrosinistra, voto contrario del centrodestra e dei 5 Stelle e astensione della Lega).
Adesso, a qualche anno da quel parere dell’Anac e a qualche mese dal voto in Consiglio, si è appreso che la Corte dei Conti teneva d’occhio da lontano la fusione societaria e ora intende andare a fondo e verificare se l’operazione presenti profili di illegittimità. La richiesta di acquisizione di atti per la quale è stata incaricata la Finanza di Pavia va chiaramente in questa direzione.
E che tutto sia con buone probabilità riconducibile a quel parere dell’Anac del 2018 è suggerito dal fatto che a suo tempo l’anticorruzione dispose di inviare la delibera ai cinque soci di Linea Group e all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e alla Procura competente della Corte dei Conti.
A fare il resto ci hanno pensato eventi analoghi in realtà vicine, ad esempio la bocciatura da parte del Consiglio di Stato dell’incorporazione da parte di A2A – che sta portando avanti un’aggressiva politica di acquisizioni di quote di mercato dei servizi essenziali – della società Aeb di Seregno. Caso, quest’ultimo, molto simile a quello in atto tra la stessa A2A e Lgh. Non solo: di qualche settimana fa è la notizia che uno studio milanese, lo Studio Legale Marelli e Maniscalco di Milano, ha rilasciato parere contrario alla fusione. E a pesare è il fatto che a chiedere quel parere sia stata Astem, ex municipalizzata di Lodi coinvolta nell’operazione. Guarda caso, il Consiglio di Lodi non ha ancora deliberato per la cessione del restante 49% delle quote.
Insomma un quadro complesso, che sta mandando in fibrillazione Cremona e Crema e che potrebbe ben presto allargarsi a Pavia, Lodi e Rovato (ammesso che non siano già partite richieste di trasmissione di atti anche in queste città). Una vicenda in fase di accertamento il cui esito finale dipenderà dalla Corte dei Conti, che potrebbe non ravvisare profili di illegittimità così come, al contrario, potrebbe stroncare l’intera operazione, con conseguenze di rilievo sul piano personale dei consiglieri che l’hanno votata e delle amministrazioni che l’hanno impostata e voluta.
VENTURA, TUTTO PARTE DA ALBION - Nel frattempo, sul fronte locale e alla luce degli ultimi sviluppi, interviene il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Marcello Ventura. In un lungo comunicato, Ventura ripercorre l’intera vicenda, toccando alcuni passaggi sino ad ora rimasti in ombra, come la controversa vicenda “Albion” da cui prende le mosse, per certi versi, la cessione di Lgh. Ecco di seguito l’intervento integrale del consigliere Ventura.
E’ tornata d’attualità l’operazione A2A-LGH dopo che la Procura della Corte dei Conti, su segnalazione della Guardia di Finanza (così ho capito) ha mandato una pec al Comune di Cremona per richiedere documentazione varia a partire dal 2015 quando iniziò l’operazione compresi nomi, cognomi e indirizzi dei consiglieri che ovviamente sono responsabili della loro votazione.
Fossi nel Sindaco e nei consiglieri non dormirei sonni tranquilli pensando al possibile e probabile danno erariale procurato e pensando che Cremona che deteneva il 30% di LGH equivale a euro 38.000.000,00 circa, base di partenza della prima offerta. Questa andrebbe divisa, in caso di danno accertato, fra tutti i soggetti favorevoli all’operazione. Sperando che la perizia sul valore della vendita non raddoppi come a volte può capitare.
Sindaco ed Assessori hanno coperture assicurative, i consiglieri no. Ma le cifre potrebbero andare anche oltre le assicurazioni. Ma dall’ultima riunione tra Sindaco e consiglieri di maggioranza (solo di questa amministrazione e non della passata) trapela un’arroganza, una finta tranquillità da parte del Sindaco che fa rabbrividire: lo stesso ammette di non aver neppure letto le richieste della Corte dei Conti arrivate al Segretario. Ci crediamo? Credo che basti questo se già non era bastato molto altro, a fare da giudizio sulla persona anche da parte della maggioranza. E non è una figura di secondo piano, è il Sindaco!
Ma forse è il caso di fare in maniera molto veloce un breve riassunto della vicenda.
Tutto parte dalle consulenze che sono state date ad Albion da parte di Aem e dal comune per conto di Aem per migliaia di euro. Il Tar ha espresso parere negativo su quella di euro 255.000,00 il 4 aprile 2016. Immagino che la Guardia di Finanza sia partita da qui.
Mi ricordo che allora con il mio collega Fasani di NCD denunciammo la cosa e fummo minacciati di querela per tacitare che le scelte di Aem erano strettamente connesse a quelle fatte dall’Amministrazione nella nomina del Cda di Aem. Ma già nel 2015 avevo preannunciato che fosse necessaria una gara ad evidenza pubblica con un approccio diverso per una operazione così importante che avrebbe impattato in modo incredibile da un punto di vista occupazionale, sociale, economico, infrastrutturale, sul territorio.
Naturalmente la minoranza di allora venne accusata di non fare nessuna riflessione strategica, nessuna proposta alternativa. Però avvisammo che era quantomeno strano come era stato redatto il bando europeo vinto da Albion per individuare l’Advisor.
Arriviamo quindi all’istruttoria dell’Antitrust perché si trattava di vendita a tutti gli effetti e non di partnership come veniva definita l’operazione dalla maggioranza. Confermato il tutto da una sentenza del Tar.
Dopo di che si passa all’ANAC (anticorruzione), al documento che dice che è stato decisamente sbagliato il modo in cui è stata condotta l’operazione: non è una partnership ma una vera e propria vendita di azioni.
Cantone chiederà espressamente ai soci LGH di chiarire le motivazioni ed i riferimenti normativi in base ai quali l’individuazione dell’operatore economico che acquisterà (notare il verbo: acquistare) il pacchetto di maggioranza della società è avvenuto in seguito a trattativa privata.
Non dimentichiamo che questa operazione è dovuta ad interessi particolari del Pd romano e milanese con gli amministratori cremonesi semplici esecutori del volere altrui.
Già nel 2017 in un mio scritto sulla questione avevo previsto che Anac e Corte dei Conti si preparavano a dare sanzioni. Nel frattempo l’Antitrust si era pronunciata condannando l’operazione emettendo prescrizioni molto ben precise e definite. Ma la maggioranza è andata avanti ugualmente. Fino ad arrivare al 2021 con l’atto finale della II tranche, del rimanente 49%.
Una operazione che ha visto il Sindaco fare una trattativa senza il coinvolgimento della sua maggioranza di allora, esattamente come successo con la maggioranza di oggi.
Come per la prima fase, anche per il rimanente 49% le informazioni sono arrivate in consiglio comunale a cose fatte. E anche stavolta i consiglieri di maggioranza hanno esercitato la funzione di soldatino schiacciando il bottone del sì. E’ la parte che riesce meglio alla maggioranza.
Fratelli d’Italia si è sempre opposta, a tutti i livelli, sia in consiglio comunale che nel Cda di Aem, alla cessione di LGH in A2A, attesa la totale “perdita di controllo“ della propria multi-utility a favore di Milano e Brescia, risultando oltremodo indimostrato il vantaggio economico-finanziario, posto che la distribuzione di utili a favore di Aem, che rappresenta di fatto l’unica fonte di sostentamento di quest’ultima, dipende ora esclusivamente dalla volontà di A2A. E sostenendo di fatto che l’approccio all’operazione sarebbe dovuto essere diverso.
Ho fatto più di 30 interventi dall’inizio dell’operazione, potrei fare quasi un libretto, ma prima di scrivere la parola fine su tutto, aspetto il risultato della Procura della Corte dei Conti ed il numero di notti in bianco dei consiglieri comunali di maggioranza.
Per chiudere, vedo che il Pd continua a comportarsi da struzzo nascondendo la testa: fingono di non capire che il problema non è il fatto se l’operazione fosse da farsi o meno, se fosse buona o meno, e per noi non lo è assolutamente anche dal punto di vista dell’approccio, ma che doveva essere fatta gara ad evidenza pubblica e non una trattativa privata. Questo è il nocciolo della questione. Ma se fingere di non capirlo dà a Sindaco e consiglieri finta tranquillità, si accomodino pure.
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