23 febbraio 2022

Giacimenti di storia e ricordi. Silenzio e abbandono nelle vecchie scuole di campagna, autentici musei della memoria

C’era una volta la scuola, quella di provincia, quella che rendeva vivi quei centri periferici in cui oggi regna il silenzio, ma non per questo meno importanti: anzi. Non c’erano lavagne interattive né computer, non c’erano gli scuolabus e nessuno sapeva cosa potesse significare la Dad, oggi purtroppo divenuta di moda. A scuola si andava a piedi, che fosse estate o inverno, con la cartella sulle spalle ed a passi lunghi e ben distesi, magari dopo essersi alzati di buon ora per aiutare la famiglia nelle stalle o nelle faccende domestiche. La lavagna era quella classica, nera, dietro la quale era facile finire quando si facevano le famose marachelle o, in alternativa, si riceveva una sonora bacchettata sulle dita, di quelle da non scordare. Punizioni che oggi, con la mentalità odierna, sarebbero definite violenze, cattiverie, provocherebbero non poche grane agli insegnanti e, magari, verrebbe scomodato anche il Telefono Azzurro.  Non c’erano nebbie, nevicate o piogge che tenessero, si andava a piedi (i più fortunati magari in bici), qualche volta magari anche con le scarpe buche perché non c’erano i mezzi per prenderle nuove. 

Tempi andati, oggi tutto è cambiato e, alla fine, in una società che evolve è normale che sia così.

Però restano loro, le vecchie scuole di campagna, rimaste a testimoniare una epopea: veri e propri pezzi di storia che si incontrano lungo la strada. In molti casi non vedono anima viva, al loro interno, da decenni e, probabilmente, per loro non c’è futuro, se non quello del crollo o di qualche improbabile acquisizione per fini diversi, naturalmente,da quello scolastico. Sono anche uno degli emblemi più chiari, ed evidenti, di quello spopolamento a cui parecchi centri della provincia, a causa anche della forte denatalità, stanno andando incontro, forse irreversibilmente, da molti anni. 

Sono parecchie le vecchie scuole in abbandono che si possono incontrare lungo il territorio cremonese, casalasco e cremasco. 

Tra queste  una menzione particolare la merita quella di Gerre Borghi (la cui area è stata venduta da pochi giorni), piccola località posta a due passi dalla città. Sulla facciata, ancora oggi, in un caratteristico ed artistico fregio (che purtroppo si sta deteriorando) si legge chiaramente “Scuole di Cremona”. All’interno, come si può osservare anche affacciandosi alle finestre, non è rimasto nulla. Gerre Borghi, in passato, aveva sicuramente un discreto numero di abitanti vista l'esigenza di realizzare intorno agli anni '30 una scuola elementare. La località si sviluppa lungo l'omonima via ed è suddivisa in tre principali complessi rurali formati da agglomerati di cascine. Procedendo sulla via Gerre Borghi, come si legge anche in un documento del Comune di Cremona, da ovest verso est si trova il primo complesso formato dalle Cascine Ghiziolo, Oratorio, Dizioli e Colombara; poi la strada piega a gomito verso est e su questa curva si dispone la cascina Biazzi II; il secondo complesso è formato dalle cascine Excelsior, Torchio e Biazzi I; disposta sulla curva ad "esse" si trova la cascina Virgiliana mentre l'ultimo blocco più a est è formato dalle cascine Casalbina e Casello; altre cascine sparse sono Cantalupa, Canova Rizzini e molto più a est al confine con il Comune di Bonemerse si trova la cascina San Giovanni del Deserto. Nella carta del catasto teresiano del 1723 compaiono già i tre principali complessi rurali che sono sicuramente più antichi come è dimostrato dalla storia della cascina Oratorio la cui fondazione risale al XVIII secolo. Questo podere di grandi dimensioni era in parte proprietà del monastero delle monache del Corpus Domini di Cremona. Il vasto complesso è costituito da tre corti chiuse aggregate costituito da casa padronale, case contadine i locali rustici ed una cappella-oratorio. Gerre Borghi ha fatto parte del Comune di Due Miglia, frazione di Battaglione

Altra scuola da tempo chiusa è quella che, imponente e vetusta, svetta ai margini di Ognissanti, piccola frazione del Comune di Pieve San Giacomo. Anche in questo caso si legge, sulla facciata (ma ormai quasi cancellata dal tempo) l’iscrizione “Scuole Comunali”.

Nonostante il silenzio e l’abbandono, questi luoghi sono e restano giacimenti di cultura, di civiltà e di identità. I luoghi in cui tanti uomini e donne di oggi, alcuni anche parecchio affermati nei vari campi, sono stati educati, sono cresciuti e hanno gettato le basi per modellare la loro esistenza e seguire le loro diverse vocazioni. Per questo, chi scrive queste righe, lancia la proposta, agli Enti proprietari, di riaprire queste scuole (laddove sia possibile ottenere facilmente l’agibilità, magari con un concorso popolare della gente nelle operazioni di sistemazione  e pulizia) per trasformarle in Luoghi e Musei della Memoria, realizzati col contributo di tutti. Luoghi in cuoi conservare, valorizzare e rendere disponibili a tutti i pezzi di storia dei nostri borghi. Per pezzi di storia si intendono foto (anche personali e di famiglia certamente), manifesti, quaderni, libri, ricordi, memorie scritte e tutto quello che può aiutare a ricomporre, anche nei dettagli, la nostra storia. Per renderla attuale, valorizzarla, farla conoscere a tutti. Affinchè le vecchie scuole siano un giacimento di storia e di ricordi, tornando a vivere e guardando al domani.

Infine, una richiesta, da parte di chi scrive queste righe a tutti i privati o agli enti pubblici proprietari di vecchie scuole, affinchè le riaprano, anche solo per pochi minuti, dando la possibilità al sottoscritto di fotografarle, e quindi documentarle, al loro interno, come sono oggi, per mostrare a tutti i lettori di Cremonasera.it edifici e luoghi che appartengono al ricordo e al cuore di molti, ed in cui il tempo si è fermato. 

Nelle foto le vecchie scuole di Gerre e quelle di Ognissanti di Pieve San Giacomo

Eremita del Po

Paolo Panni


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


michele de crecchio

23 febbraio 2022 22:40

Parole sante, completamente condivisibili e la cui opportunità è già stata sperimentata, con positivi risultati in alcune altre località!

Clara Rossini

24 febbraio 2022 21:56

Mi avete commosso . Scuole elementari di Ognissanti …mio primo giorno di supplenza . La grande aula ospitava alunni di tutte e cinque le classi !!

Marco Turati

25 febbraio 2022 22:32

Molte scuole nelle frazioni più piccole sono state, negli anni ‘70 e ‘80 trasformate in alloggi popolari comunali.
Quelle di Gerre Borghi invece sono state per 20 anni in affitto alla Federazione Provinciale del PCI come magazzino dei materiali delle Feste dell’Unità.
Ma, per parecchi anni, una delle aule fu anche la sala prove del Cordigliera Ensamble, il più importante progetto di musica popolare ed etnica degli anni ‘80.