Giorgio Barbieri sabato presenta "Tra il bel canto e la politica", libro che ripercorre le tappe della vita di Evelino Abeni
Sabato 12 aprile prossimo alle ore 17.15, presso la Sala del Consiglio Comunale, il giornalista cremonese Giorgio Barbieri presenterà il libro "Tra il bel canto e la politica". L’opera racconta la vita di Evelino Abeni, figura storica della sinistra cremonese dagli anni ’60 agli anni ’90, grande appassionato e cultore della musica lirica, scomparso lo scorso novembre all’età di 84 anni.
Abeni è stato una colonna portante della sinistra cremonese, stimato da amici e avversari, e attivo nella risoluzione dei problemi del suo territorio. Appassionato di musica lirica, è stato autore di diversi testi, contribuendo a far conoscere e celebrare anche alcuni cantanti lirici cremonesi.
Iscrittosi giovanissimo al PCI, ha ricoperto nel corso degli anni molteplici incarichi ai più alti livelli del partito: dal 1975 al 1980 è stato segretario della Federazione PCI di Cremona, consigliere comunale dal 1965 al 1980, consigliere regionale dal 1980 al 1990, e consigliere provinciale dal 1990 al 1995. È stato inoltre uno dei maggiori esperti cremonesi di lirica e, in virtù di ciò, membro del consiglio di amministrazione del Teatro Ponchielli.
Nel 2021 Giorgio Barbieri, aveva già presentato un libro/intervista, con le testimonianze di Giuseppe Azzoni ed Evelino Abeni (‘Ideali, passione politica, partecipazione. La Federazione cremonese del PCI 1921-1991’), ed ora, in ricordo dell’amico scomparso, è chiamato a presentare l’opera che ne chiude idealmente il cerchio di una vita.
Come è nata l’idea di scrivere quest’opera e quale messaggio vuole fare arrivare?
“L’idea è stata di Evelino Abeni. Ogni tanto ci sentivamo al telefono per parlare della nostra Cremona. Un giorno mi disse che avrebbe voluto scrivere la storia della sua vita. Lui non usciva più di casa, il morbo di Parkinson lo aveva costretto a rinunciare alla vita pubblica. Così cominciai ad andare a casa sua e a prendere appunti. Lui leggeva, correggeva, allungava I testi. Così è nato questo libro, che lui non è riuscito a vedere perchè è morto in ospedale in novembre per una polmonite che ha aggravato una già precaria condizione fisica”.
La comune militanza nella sinistra ti ha portato a conoscere Abeni. Quale ricordo ti ha lasciato?
“Con Abeni ho vissuto le straordinarie stagioni quando Berlinguer era segretario del Partito Comunista Italiano. In quel periodo ho organizzato gli spettacoli della Festa Provinciale de L’Unità. Alle ex Colonie Padane abbiamo portato I Nomadi, Gino Paoli, I Matia Bazar, Gianni Morandi, Napoli Centrale (con Pino Daniele), Roberto Vecchioni, Riccardo Fogli, I Gatti di Vicolo Miracoli, Ombretta Colli, Anna Identici, Gigi e Andrea, I Giancattivi (Nuti, Athina Cenci e Benvenuti), il Teatro dell’Elfo (con Gabriele Salvatores regista, poi premio Oscar alla regia per il film ‘Mediterraneo’), Anna Mazzamauro, Maria Carta e tanti altri”.
La passione per la musica è stata una passione trasversale che ha attraversato tutta la sua vita. Cosa rappresentava per lui?
“Lui amava la lirica, era un grande esperto del bel canto, ha scritto tanti libri sui personaggi di quel mondo. Sulla musica con lui non era possibile il dialogo, venivamo da due mondi diversi. Lui dalla lirica classica, io dal rock degli anni Settanta”.
Quali erano i valori su cui poggiava le sue convinzioni politiche e sociali?
“Abeni ha avuto sempre rispetto per gli avversari politici, non ricordo grandi polemiche ai tempi in cui Partito Comunista e Democrazia Cristiana erano l’uno contro l’altra. E’ stato un uomo delle istituzioni, ha sempre lavorato per la sua Cremona. A lui si deve l’apertura del reparto di Neurochirurgia all’Ospedale Maggiore, oltre che all’apertura dell’Oglio Po a Casalmaggiore”.
Hai un aneddoto in particolare che ti lega a lui in particolare?
“Voglio solo ricordare l’ultimo periodo della sua vita. Il venerdì prima di morire mi aveva chiamato dall’ospedale e mi aveva detto ‘Giorgio, credo che questo libro non lo vedrò mai’. E’ andata proprio così. E mi dispiace molto”.
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commenti
Francesco Capodieci
11 aprile 2025 14:27
Al di là delle idee politiche, ho sempre apprezzato l'onestà intellettuale di Evelino Abeni e la sua grande passione e competenza nell'ambito della musica lirica. Ricordo a esempio la sua forte ammirazione - espressa in libri, articoli e interviste - per il grande baritono cremonese Aldo Protti (Indimenticabile interprete di "Rigoletto" e di molti altri ruoli, soprattutto verdiani, nei maggiori teatri del mondo), spesso oggetto di astiose critiche, da parte di una certa sinistra, per il suo noto passato fascista, con accese polemiche per l'intitolazione al suo nome dell'ex via Strettalunga. E ricordo anche che Abeni non accettò mai certi allestimenti scenici "progressisti", con automobili, televisori, telefonini e computer in opere che Verdi, Bellini, Mozart o Puccini, e i loro librettisti, avevano ambientato in epoche assai lontane dalla nostra.