Guerra a Gaza, in piazza del Comune ieri sera per chiedere la pace. Diversi credo riuniti per chiedere lo stop alla guerra che sta martoriando la popolazione palestinese di Gaza
Cristiani e musulmani, giovani e adulti: nessun simbolo politico, solo un grande striscione arcobaleno e la bandiera della Palestina per chiedere lo stop al massacro di civili palestinesi intrappolati a Gaza.
Tante persone e tanti credo, molti cremonesi ma molti anche venuti da fuoricittà per alzare un'unica voce contro la guerra e il genocidio dei civili. Poesie, preghiere, testi e riflessioni hanno animato la piazza, accompagnati dal rumore di sottofondo che riproduceva i suoni della guerra: esplosioni, bombe, urla, la quotidianità di chi vive e muore ogni giorno in quella striscia di terra martoriata da decenni di lotte e guerre.
Presenti personalità del mondo politico locale insieme a molti attivisti del Tavolo della Pace, Pax Christi: c'era Giovanna Mosconi, insegnante del Torriani e attivista di Amnesty International, don Umberto Zanaboni (che ieri ha festeggiato i 25 anni del suo sacerdozio), Asmaa Ouariti, che ha tradotto in arabo i testi letti dai presenti, tra cui il bellissimo e struggente testo di Martina Attili, che inizia così: "Quando morirò dirò tutto a Dio. Gli dirò che nel mondo che ha creato a comandare c'è un essere ingrato. Quando morirò dirò tutto a Dio, gli dirò del vostro fare indifferente, del vostro guardarci come fossimo niente [...]".
Tra le varie letture e riflessioni proposte nella serata, sono stati presentati anche alcuni brani della proposta che verrà presentata direttamente all’assemblea dell’Onu dei popoli dai pacifisti cremonesi il prossimo ottobre, con la richiesta di affidare all’Onu e al popolo palestinese, quindi non più ai singoli stati, la ricostruzione di Gaza.
Al termine della serata alcuni studenti del Torriani hanno riproposto la rappresentazione teatrale già presentata a scuola e dal titolo “Tra le macerie di Gaza”.
Una piazza che come un fiume lento ha fatto sentire la propria forza e la propria voce contro ogni violenza e ogni forma di guerra e morte, soprattutto quando rivolte contro un'intera popolazione di civili inermi.
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