I dipendenti di Centropadane Engineering srl: troppi silenzi sul futuro dell'azienda
Restano fosche le prospettive di Centropadane Engineering srl. Così dopo il sindacato, ecco che i dipendenti scrivono lamentando di essere stati lasciato soli senza che i soci, il direttore generale e il Cda si facciano sentire. Ecco il documento.
In queste settimane drammatiche per il futuro di Centropadane Engineering S.r.l., a parlare non è stato solo il sindacato. Anche i lavoratori e le lavoratrici dell’azienda hanno deciso di far sentire la loro voce, con un documento chiaro e responsabile che riportiamo di seguito perché ne condividiamo pienamente contenuto e tono: “A seguito degli ultimi avvenimenti e degli articoli emersi sulla stampa locale è desiderio anche di noi dipendenti di Centro Padane Engineering condividere il nostro punto di vista. Sono ormai mesi che viviamo in una situazione lavorativa di grande incertezza con la difficoltà di portare avanti le attività quotidiane. L'improvviso licenziamento di quattro colleghi, unito alle dimissioni volontarie di altri quattro, ricade in modo diretto sul carico di lavoro di ogni singolo dipendente, nonché sull’operatività complessiva dell’azienda, che si basa essenzialmente sul lavoro in team e la collaborazione tra professionalità diverse e integrate. La nostra struttura negli anni si è occupata per conto dei soci di diverse attività, gestendo la fasi di progettazione, coordinamento sicurezza, direzione lavori e collaudo per diversi interventi, tra i quali l’adeguamento sismico ed energetico degli istituti scolastici, nuove costruzioni di edifici con finanziamenti PNRR, importanti infrastrutture stradali e ciclabili e la manutenzione e nuova costruzione di ponti, utilizzando tecnologie all’avanguardia tramite modellazione 3D - BIM, maturando un’esperienza di valore. Constatiamo invece con rammarico che le attività svolte con professionalità e a esclusivo beneficio della collettività non siano ad oggi più valorizzate. Ci auguriamo pertanto che i Soci, qualsiasi possano essere le scelte maturate, chiariscano in modo urgente e definitivo quale futuro prevedano per questa società, ciò al fine di poter continuare a svolgere il nostro lavoro con la professionalità che abbiamo sempre dimostrato e che continuiamo a mantenere anche nelle grandi difficoltà che stiamo attraversando.” Queste parole esprimono dignità, responsabilità e consapevolezza. A fronte di un piano di “risanamento” che individuava quattro presunti esuberi, ci troviamo oggi con otto persone in meno: quattro licenziamenti e quattro dimissioni volontarie. Il piano, già di per sé inadeguato, è stato di fatto superato dai fatti. Eppure, i lavoratori sono stati lasciati soli. Soli a reggere i carichi di lavoro. Soli ad affrontare l’incertezza. Soli a dare risposte operative ai territori, mentre i soci, il CDA e il Direttore Generale, si chiudono nel silenzio o in decisioni incomprensibili. La Provincia di Cremona, seppur in modo parziale e tardivo, ha almeno formalmente richiesto il ritiro dei licenziamenti, dando seguito – seppur sommessamente – alle numerose sollecitazioni ricevute.
La Provincia di Brescia, invece, non ha ritenuto nemmeno di rispondere, nemmeno per cortesia istituzionale. Un silenzio che suona come arroganza, e che rappresenta uno dei motivi per cui tanti cittadini si allontanano dalla politica: perché vedono enti pubblici che non ascoltano, non dialogano, non prendono posizione, nemmeno quando il lavoro e la vita delle persone sono in discussione. Ricordiamo infine al Presidente della Provincia di Cremona quanto da lui stesso affermato in sede di confronto lo scorso 9 giugno, ovvero la disponibilità dell’Ente ad assorbire eventuali esuberi. Un impegno importante, che ora attendiamo venga concretizzato nei fatti.
UILTuCS UIL Cremona
Marco Tencati
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