6 luglio 2025

Il 25° del Quartetto di Cremona e i 40 anni della Stauffer, questa sera concerto-evento all'Auditorium del Museo del Violino

Questa sera, nella suggestiva cornice del Museo del Violino di Cremona, il Quartetto di Cremona sarà protagonista di un concerto-evento che celebra il 25° della propria fondazione e i 40 anni dell’Accademia Stauffer. Un’occasione speciale, che unisce l’eccellenza dell’interpretazione alla gratitudine verso un’istituzione che ha segnato profondamente il cammino del gruppo: è proprio alla Stauffer che il Quartetto si è formato ed avviato la sua carriera, ed è sempre qui che da anni guida il programma di Alto Perfezionamento in quartetto d’archi, divenendo un punto di riferimento internazionale per le nuove generazioni.

Sul palco dell’Auditorium anche il giovane Quartetto Thumos,a testimonianza di un’eredità musicale che si rinnova e si trasmette. Il programma prevede due vette del repertorio cameristico: il Quartetto di Giuseppe Verdi, affidato all’interpretazione del Thumos, e il celeberrimo Quartetto “La Morte e la Fanciulla” di Franz Schubert, eseguito dal Quartetto di Cremona.

Una storia lunga venticinque anni, e ancora piena di scoperte

Venticinque anni insieme: un traguardo importante, che nel mondo della musica da camera significa raggiungere una maturità interpretativa rara, senza mai perdere la freschezza della scoperta. Il Quartetto di Cremona – formato da Cristiano Gualco, Paolo Andreoli, Simone Gramaglia e Giovanni Scaglione – è oggi una delle formazioni più autorevoli e apprezzate a livello internazionale, capace di coniugare tecnica impeccabile, profondità espressiva e una complicità musicale che si percepisce in ogni nota.
A differenza di moltissime formazioni internazionali, l’organico non è mai cambiato e il sodalizio tra i membri fortunatamente non si è mai sciolto.

“Abbiamo imparato a metterci in discussione, ad ascoltarci profondamente – raccontano –. Se riascoltassimo oggi certe nostre esecuzioni, sappiamo che non sarebbero le stesse senza il contributo di ciascuno di noi. C’è qualcosa che ci unisce al di là del suono: chiamatela alchimia, o semplicemente magia.

Dalla Stauffer alla Carnegie Hall: una carriera internazionale in costante ascesa

Fondato nel 2000 proprio nell’ambito dell’Accademia Stauffer, il Quartetto di Cremona si è affermato fin dai primi anni come una delle realtà cameristiche più promettenti. Oggi è riconosciuto tra i principali quartetti d’archi del panorama internazionale: è ospite regolare delle più prestigiose sale da concerto e festival in Europa, Nord e Sud America, Asia e Australia.

Tra i successi recenti spicca il debutto alla Carnegie Hall di New York, uno dei templi mondiali della musica, accolto da critiche entusiastiche e da una sala gremita. Un riconoscimento che conferma l’altissimo livello raggiunto dall’ensemble, apprezzato per l’intensità delle interpretazioni e per la capacità di rinnovare il grande repertorio cameristico con uno sguardo sempre vivo, appassionato e personale.

Più di un critico musicale li ha definiti (giustamente) i legittimi eredi del Quartetto Italiano: esattamente come la compagine guidata dal mitico Paolo Borciani, il Quartetto di Cremona sta segnando il nostro tempo grazie a performance uniche per qualità, raffinatezza ed originalità nelle scelte musicali.

A proposito di ciò è interessante notare le scelte di repertorio fuori dal mainstream: un’incisione di debutto con un quartetto di Respighi e la recente registrazione dell’Arte della fuga di Bach in una versione che prevede l’impiego di una viola tenore e di un flauto (a differenza dell’esecuzione più tradizionale dell’Emerson String Quartet, recentemente sciolto).
Impossibile non parlare della pionieristica idea di eseguire i tre quartetti di Schumann accostati ai sei quartetti di Bartòk, realizzando così una doppia integrale nell’ambito della rassegna concertistica dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Insomma, un evento che ha generato aspettative altissime ma che si spera essere il primo di una lunga serie dopo un lungo silenzio nelle sale cremonesi.

Filippo Generali


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