24 agosto 2025

Il filo della storia tra Busseto e Cremona è stato rinsaldato dal vescovo Napolioni nel pontificale alla Collegiata di San Bartolomeo

Il filo della storia, che mai si spezza, è stato rinsaldato questa mattina, a Busseto, in occasione della festa patronale di San Bartolomeo Apostolo. Un “filo” rafforzato da quei legami di fede, arte, storia e cultura che hanno sempre unito la terra di Verdi a Cremona. Molto solenne il pontificale presieduto, per l’occasione, da monsignor Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, che è così tornato sulle orme plurisecolari dei suoi predecessori visto che Busseto è una delle 25 parrocchie dell’Oltrepò Cremonese che il 12 febbraio 1601 si “staccarono” dalla diocesi di Cremona, della quale avevano sempre fatto parte, per entrare in quella dell’allora Borgo San Donnino, l’odierna Fidenza.

Fin dal suo arrivo in collegiata monsignor Napolioni è stato guidato alla scoperta dei tesori d’arte cremonesi di cui l’insigne collegiata di San Bartolomeo apostolo è scrigno da secoli. Su tutti, naturalmente, la pala dell’altare maggiore, dedicata al patrono San Bartolomeo, di Francesco Boccaccino. A Busseto la prima chiesa funzionante fino al XIV secolo era quella di San Nicolò. Il luogo  divenne poi capitale dello Stato Pallavicino e già nel 1336 Uberto Pallavicino dispose l’erezione di una chiesa di fronte alla rocca che potesse rispondere meglio alle esigenze della popolazione . Il sacro edificio fu terminato nel 1340 e consacrato il 17 settembre di quello stesso anno. Fu poi quasi un secolo dopo che venne eretta in collegiata con Orlando Pallavicino Il Magnifico che nel 1432 presentò istanza al capitolo di Cremona (diocesi da cui Busseto appunto dipendeva) affinchè fosse conferita alla chiesa di San Bartolomeo la dignità prepositurale con un prevosto, quattro canonici e due prebendari, impegnandosi a dotare i rispettivi benefici con la sola riserva del diritto di patronato. Chiese inoltre che un certo numero di chiese del distretto venissero sottoposte a quella di Busseto assumendosi l’obbligo di restaurarle e dotare di beni le più povere. Assente il vescovo di Cremona Venturino dè Marni, convocato per il Concilio di Basilea, la pratica fu esaminata dal capitolo cremonese presieduto dal vicario generale Niccolò degli Aleardi, che espresse parere favorevole. La delibera fu ratificata dal vescovo al suo ritorno  e la concessione definitivamente confermata da papa Eugenio IV il 9 luglio 1436 La bolla papale, oltre a sancire l’erezione in collegiata della rettoria di San Bartolomeo, conferiva la primaria dignità al prevosto, che coi canonici ed i prebendari poteva tenere capitolo ed esercitare giurisdizione sopra quattro chiese aventi la dignità di prepositura e su 22 chiese minori, tutte dipendenti dall’episcopio cremonese. 

Nella collegiata di Busseto, proprio per la lunga appartenenza della città di Verdi alla diocesi di Cremona operarono soprattutto artisti cremonesi. Nella cappella dedicata ai Caduti di guerra, ad esempio, svetta il monumento in marmo bianco di Carrara che raffigura Gesù presso un soldato accasciato ai suoi piedi e fu decorata nel 1926 dal cremonese Giuseppe Moroni con dipinti allegorici che, con un suggestivo effetto, risaltano sul fondo scuro delle pareti. Vi dominano le figure dei santi Giorgio e Sebastiano, ai lati, di angeli e di uno stuolo di personaggi sullo sfondo. Le vetrate istoriate delle due monofore laterali sono a loro volta opera del Moroni e recano impresse le figure dei santi Vigilio e Giusto. Questa cappella custodisce la meravigliosa Croce astile del 1524  dei fratelli Jacopo Filippo e Damiano De Gonzate. Inoltre la chiesa presenta in facciata pregiate decorazioni in terracotta di gusto lombardo, ricorrenti negli edifici bussetani del Quattrocento, prodotte probabilmente nella bottega di Jacopo de’ Stavolis a Polesine (1480-90 ca) su modelli di Rainaldo. All’interno, rivestito a metà Settecento di stucchi rocaille alla maniera di Fortunato Rusca e Carlo Bossi, sono conservati importanti dipinti dei secoli XVI, XVII e XVIII, tra cui quindici tondi con i Misteri del Rosario del cremonese Vincenzo Campi (1576-1581 ca) e affreschi con imponenti figure di Dottori della Chiesa di Michelangelo Anselmi (1538-39). Rimarchevoli sono l’altare maggiore con figure e intagli a finto bronzo dorato, del cremonese Giovanbattista Febbrari (metà ’700) e il coro neoclassico (1800-1805).

Tra i pittori cremonesi che lavorarono in collegiata a Busseto  Andrea Mainardi, il Chiaveghino, di cui si conserva la tela dedicata alla “Madonna immacolata con i Santi Paolo, Pietro, Francesco d’Assisi e Chiara”;  Francesco Boccaccino, autore della pala dell’altare maggiore dedicata al patrono San Bartolomeo; Camillo Procaccini, autore invece della “Madonna col Bambino e i Santi Francesco d’Assisi e Chiara”; Francesco Superti, autore della “Madonna in Gloria con i Santi Giminiano e Francesco d’Assisi”; Giovan Battista Trotti (Il Malosso), autore della “Madonna col Bambino ed i Santi Pietro e Giacomo”. Senza dimenticare poi che la collegiata conserva, oltre a diversi dipinti e tele di ignoti pittori cremonesi, anche decorazioni di Giovanni Motta e un reliquiario seicentesco di Altobello dè Cambi. Nell’adiacente oratorio della Santissima Trinità (al quale si accede direttamente dalla collegiata), celebre per aver ospitato, il 4 maggio 1836, il matrimonio tra Giuseppe Verdi e Margherita Barezzi, spicca poi la pala dell’altare maggiore (riconsacrato nel 1861 dal vescovo cremonese Antonio Novasconi) raffigurante la Santissima Trinità, opera (datata 1579) di Vincenzo Campi (autore anche dell’Annunciazione conservata nella chiesa bussetana di Santa Maria Annunziata)., Il vescovo Napolioni ha ammirato a lungo queste e tante altre opere d’arte di cui la collegiata è ricca e, durante il solenne pontificale, è stato affiancato dal parroco don Luigi Guglielmoni, dal viceparroco don Davide Grossi, dal parroco di Soragna don Abou Rahal, dal rettore del monastero di Santa Maria degli Angeli padre Thomas Zaragoza (presente insieme al diacono, poeta e scrittore Bruno Marinelli), da padre Germano Scaglioni (frate minore conventuale originario di Roncole Verdi), dal parroco emerito di Polesine e Zibello don Gianni Regolani e dal parroco emerito di San Giuseppe Lavoratore in Fidenza monsignor Felice Castellani. Per l’occasione è tornato anche a suonare il grande organo del 1838 realizzato dai fratelli Serassi al centro in questi mesi di un importante lavoro di restauro condotto dalla ditta Giani Casa d’Organi di Corte dè Frati. A suonarlo è stato il maestro Fabrizio Cassi, direttore del  coro del Teatro San Carlo di Napoli (ma bussetano d’origine) mentre a dirigere la schola cantorum della collegiata è stato il maestro Luca Veneziani. Come ribadito, nel saluto iniziale, dal parroco don Luigi Guglielmoni, la scelta del consiglio pastorale parrocchiale è stata quella di invitare, ogni anno, per la festa patronale, il vescovo di una città frequentata dal maestro Giuseppe Verdi. Così ecco che, dopo la funzione dello scorso anno presieduta dall’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, stavolta la scelta non poteva che cadere su Cremona, col vescovo monsignor Napolioni che ha giustamente ricordato come Cremona fosse un luogo particolarmente caro al maestro che la frequentava soprattutto come centro d’affari (in questo senso ha ricordato anche le capacità e la lungimiranza del maestro Verdi come insigne imprenditore agricolo) ma anche per i suoi momenti di relax.

Il vescovo ha anche ripercorso la sua amicizia con don Guglielmoni definendolo “un sacerdote buono come il pane”, evidenziando anche la qualità e l’importanza dei contenuti dei suoi numerosi libri. Ha anche avuto tempo, monsignor Napolioni, per una battuta sulla vittoria della Cremonese in trasferta contro il Milan sottolineando come anche questo possa essere da esempio per dimostrare che, talvolta, anche le imprese che possono sembrare impossibili si possono realizzare e, nella sua magistrale omelia, il presule ha commentato l’episodio evangelico dell’incontro di Gesù con l’apostolo Bartolomeo, cogliendone l’attualità e le provocazioni per la vita cristiana di oggi: “L’importante è lasciarsi guardare da Cristo, cui sta a cuore ogni storia personale. Lui è sempre più avanti di noi e lavora per un mondo nuovo, cercando di renderci pellegrini di speranza. Oggi si è cristiani per scelta, non per tradizione, riconoscenti per chi ci ha trasmesso la fede ma impegnati nel costruire la Chiesa, esperta in umanità”. Alla fine della cerimonia è stato il sindaco di Busseto Stefano Nevicati a portare il saluto e l’omaggio al vescovo da parte della intera comunità bussetana. 

  Martedì 26 agosto, invece,  alle 20,45 la parrocchia di Busseto offrirà invece una serata di conoscenza dei tesori artistici della Sacrestia della collegiata,  solitamente non visibili al pubblico. Tesori in larga parte cremonesi e quindi sarà una occasione “ghiotta” pet tutti gli appassionati ed i cultori dell’arte cremonese.  Ad illustrare tali capolavori saranno le esperte guide turistiche Elena Bonilauri e Cristiano Dotti. Infime, oggi e domani, domenica 24 e lunedì 25 agosto, in piazza Verdi si chiude la “Sègra ad San Bartlamè – Trippa & Co.” organizzata dall’associazione Amici della cartapesta col patrocinio del Comune, con musica e gastronomia. Lunedì 25, invece, nella frazione di Semoriva, si celebra la festa patronale di San Genesio martire, patrono dei bambini. Per l’occasione le messe saranno celebrate alle 8,  9,   10,  11 (questa sarà presieduta dal vescovo di Fidenza monsignor Ovidio Vezzoli), 17 e  18 e tutte si concluderanno con la tradizionale benedizione dei bambini . Alle 16, inoltre,  la sola benedizione dei bambini, con la merenda offerta dalla Parrocchia. Anche in questo caso non mancano i legami storici con Cremona. Infatti La chiesa di Semoriva esisteva certamente prima del Mille, ma documentalmente figura nell’atto di conferma dei beni al vescovo cremonese Ubaldo da parte dell’imperatore Enrico IV ed in quello del 1187 di investitura di Gregorio VIII a Sicario come si legge anche len Codex Diplomaticus Cremonae dell’Astegiano. Accanto alla chiesa di Somma di Ripa vengono citate numerose altre chiese dell’Oltrepò sulle quali il vescovo di Cremona esercitava giurisdizione. Si trattava però di una chiesa campestre sprovvista di patrimonio ed è per questa ragione che essa non compare tra quelle sottoposte alla collegiata di Busseto all’epoca della sua erezione (1436). Divenne parrocchiale nel 1480, allorché fu beneficiata dagli abitanti della villa con rogito Pietro Carissimi del 24 luglio di quell’anno.

Eremita del Po

 

Paolo Panni


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