Il gioco della verità per coppie in crisi. Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese in scena al Ponchielli
Gruppo di amici in un interno open-space. Eva e Rocco - psicanalista lei, chirurgo plastico lui - invitano a casa loro due altre coppie: Cosimo e Bianca, freschi sposi che desiderano diventare genitori, e i più maturi Lele e Carlotta, coniugi di lungo corso con due figli. C’è infine Peppe, unico single, che promette di presentare quella sera la nuova compagna, ma arriva solo.
Prendendo spunto da un recente fatto di cronaca, la padrona di casa decide di organizzare un esperimento sociale: fa mettere i cellulari sul tavolo e obbliga i suoi ospiti a far sapere il contenuto di ogni messaggio o telefonata ricevuta nella serata. Nonostante qualche resistenza iniziale, tutti accettano quello che sembra un gioco innocente e che poi si rivela ad alta tensione. Quante verità taciute custodisce infatti un telefono?
Perfetti sconosciuti, visto ieri sera al Ponchielli, è l'adattamento teatrale dell'omonimo e pluripremiato film campione di incassi di Paolo Genovese di nove anni fa. L’argomento è sempre carino, ma non più così originale, perché da allora sono seguiti molti remake e diverse edizioni teatrali in giro per il mondo. Il regista, qui alla sua prima prova in teatro, parte dall'assunto che ognuno di noi abbia tre vite: una pubblica, una privata e una segreta. Non si salva nessuno, tutti hanno qualcosa da nascondere. Si pecca in pensieri, parole, opere e omissioni. Si impara perfino a lasciarsi, in una notte di eclissi di luna.
Perfetti sconosciuti mette in discussione la nostra percezione di intimità e di fiducia e invita a riflettere su quanto realmente possiamo dire di conoscere le persone a noi più vicine. La conclusione non è delle più confortanti.
I novanta minuti di spettacolo filano via con ritmo grazie agli attori, molto bravi e affiatati e tutti ben noti al pubblico del piccolo e del grande schermo: Dino Abbrescia, Alice Bertini, Paolo Briguglia, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Lorenza Indovina e Valeria Solarino.
Teatro gremito e festoso, risate a denti stretti e applausi alla fine. Oggi si replica.
Michela Zaccaria
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