Il Giubileo degli adolescenti concluso con l’invito del Vescovo ai ragazzi a prendere in mano la propria vita e la propria vita di fede
Si è concluso nella mattinata di domenica 27 aprile presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, il pellegrinaggio giubilare diocesano che, dal 25 al 27 aprile, ha visto protagonisti novecento adolescenti della Diocesi di Cremona con il vescovo Antonio Napolioni in occasione del Giubileo degli adolescenti. Un’esperienza di fede, amicizia e cammino che ha trovato nell’ultimo giorno un momento più raccolto e che ha riunito insieme al vescovo l’intero gruppo diocesano.
A presiedere l’Eucaristia proprio il vescovo Antonio Napolioni, che ha voluto consegnare ai ragazzi un invito concreto a non restare spettatori della propria vita e della propria fede. «Un’altra cosa che vorrei portassimo a casa è questa: “mio, è mio”, da bambini l’abbiamo imparato presto. Pensateci un attimo: come usiamo questa parola? Ora ce la sentiamo di dire: la Chiesa è la mia famiglia, è la mia casa?». Un interrogativo che va oltre il pellegrinaggio e il momento vissuto insieme a Roma: un invito a riconoscere, a fare proprio il cammino di fede e a prendere in mano la propria vita: «Bisogna saldamente appropriarsi della vita – ha proseguito il vescovo nell’omelia – altrimenti rischiamo di vivere una vita che non è nostra, una vita ancora chiusa in casa».
Dopo due giornate intense di incontri, visite, preghiera, la celebrazione di domenica mattina è stata l’occasione per raccogliersi nuovamente come diocesi.
«Gesù ha una strada per incontrare ciascuno di noi. Ha un appuntamento con noi sempre», ha ricordato ancora il Vescovo, richiamando ciascuno dei presenti a riconoscere i segni della presenza di Dio nel quotidiano.
A concelebrare l’Eucaristia tutti i sacerdoti che hanno accompagnato i ragazzi, raggiunti per l’occasione anche dal cremonese don Michele Martinelli, sacerdote diocesano da alcuni anni in servizio a Roma come assistente nazionale dell’ACR, l’Azione Cattolica Ragazzi.
Dopo la celebrazione gli adolescenti si sono goduti gli ultimi momenti nella città eterna, prima del ritorno, che per metà del gruppo è avvenuto con 9 pullman partiti da Roma alle 15 e per l’altra metà con il treno alle 16.
Dopo tre giorni di sole, il cielo si è chiuso proprio al momento della partenza, salutando i ragazzi con una pioggia leggera. Un ultimo segno, insieme alla stanchezza, che è tempo di riposare e custodire nel cuore ciò che hanno vissuto.
«Quando abbiamo proposto in diocesi di partecipare al Giubileo degli adolescenti in questo Giubileo indetto da Papa Francesco per il 2025 – racconta don Francesco Fontana, responsabile della Federazione Oratori Cremonesi – ci saremmo aspettati tante cose, ma non quello che è effettivamente successo. Il desiderio era di condividere un’esperienza di Chiesa grande, bella, festosa, mondiale, gigante, un po’ sull’esempio delle Giornate mondiali della gioventù, che normalmente non sono però aperte ai ragazzi così giovani». Poi le incertezze sulla salute del Papa e a poche ore dalla partenza la morte. Il Giubileo è stato comunque confermato ed è stata «una nuova esperienza di Chiesa, ancora più pregnante e profonda, di segno molto diverso dal punto di vista emotivo, come il funerale di Papa Francesco», ha aggiunto don Fontana, sottolineando come il contesto particolare abbia dato ulteriore significato al ritrovarsi insieme come comunità.
Un’esperienza fatta di volti, di incontri, di fatica condivisa. «Sicuramente – aggiunge don Fontana – è stato significativo l’incontro con tantissimi altri ragazzi che condividono lo stesso cammino di fede e crescita. Abbiamo condiviso molto in questi giorni: le attese infinite, le difficoltà nei trasporti, la notte nel padiglione, i bagni, i tanti disagi», ha raccontato ancora Fontana.
L’esperienza di Roma è solo l’inizio di un cammino che continua. «Ora – afferma ancora il sacerdote che guida la Pastorale giovanile diocesana – il cammino che sta davanti a ciascun educatore è quello di accompagnarli da un’esperienza di condivisione a una di comunione».
Durante il pellegrinaggio, i ragazzi sono stati anche coinvolti in alcune “missioni” speciali, ideate dai collaboratori della Federazione Oratori Cremonesi, pensate per rendere ancora più viva e personale l’esperienza giubilare. Tra le prove anche la realizzazione di video-messaggi da mandare a casa e contenuti social per raccontare il Giubileo attraverso gli occhi degli adolescenti. Tutto questo in vista anche di una sfida finale: la proclamazione del gruppo vincitore avverrà durante la presentazione ufficiale del Grest 2025 agli animatori in programma la sera di sabato 10 maggio al palazzetto dello sport di Cremona.
Il Giubileo degli adolescenti si è concluso, ma per i ragazzi della diocesi di Cremona rimane l’invito a portare a casa non solo il ricordo di giorni intensi, ma soprattutto la consapevolezza che il cammino della vita e della fede è personale, da fare con coraggio, insieme agli altri, ma con il cuore ben sveglio e presente. (www.diocesidicremona.it)
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