20 dicembre 2021

Il porto di Mantova diventa internazionale, intercetta fondi europei e crea la piattaforma ferro-gomma-acqua. Cremona ha perso le sue occasioni

Mantova è il porto del Po e di tutta la vasta area del nord Italia che guarda all'Adriatico. Inoltre è stato catalogato come porto internazionale. E' stato approvato venerdì il progetto di fattibilità tecnica ed economica (in linea tecnica) della “Piattaforma ferro/gomma retroporto di Valdaro” nel contesto generale dello sviluppo delle connessioni ferroviarie della piattaforma retroportuale di Mantova. Il tutto in attuazione delle attività previste nel progetto Comunitario “Mantua East Lombardy Inland Port Development: Cross Corridors Link” e nell’ambito delle funzioni di competenza della Provincia in materia di navigazione interna e portualità.

Cremona, dopo aver cullato per secoli il sogno di capitale del fiume, con un porto legato alla più grande area industriale del paese e terminale milanese per il trasporto sul fiume, adesso si può definitivamente dedicare al turismo, allo sport e alla riscoperta della natura sull'antico Padus. La movimentazione delle merci è praticamente inesistente, le aree sul porto (con l'acciaieria, la logistica, il Consorzio e altro) sono produttive ma non utilizzano il fiume per i trasporti e l'integrazione acqua-ferro-gomma è rimasta un sogno. Colpa anche dei nostri politici ed enti locali che sul fiume hanno soltanto fatto tante chiacchiere. Ci siamo giocati decenni di anticipo rispetto ai rivali mantovani sul tema della navigazione fluviale. Pensate che a mezzogiorno del 25 febbraio 1957 sul Po arrivava a Cremona la prima bettolina piena di grezzo, una nave cisterna lunga 62 metri e larga 8 da 720 tonnellate per la raffineria Italia dei fratelli Camangi (poi Amoco e quindi Tamoil). E che già nel 1820 nel regno lombardo veneto si pensava al trasporto merci da Venezia fino a Cremona. Decine di anni buttati, studi milionari sprecati, risorse gettate e tante parole nel vento. I pionieri cremonesi del fiume (Lombardi, Genzini, Dolfini e altri) si rivolteranno nelle tombe. Il canale verso Milano non è più nemmeno un sogno. Cremona ha perso le sue occasioni, tocca a Mantova che solitamente non le spreca.

Il progetto mantovano prevede infatti l’approvazione della fattibilità – in linea tecnica, ed è prodromica alla candidatura dell’intervento a cofinanziamenti da fondi europei per la sua realizzazione.

Il Porto di Mantova, catalogato come porto internazionale, è compreso nel sistema idroviario del Nord Italia e si colloca nell’intersezione e congiunzione tra i corridoi trans-europei che attraversano il territorio italiano, in particolare il corridoio Mediterraneo, il corridoio Scandinavo-Mediterraneo ed il corridoio Baltico-Adriatico per il cui tramite si connette inoltre all’Autostrada del Mare sud est Europa. Nell’ambito del programma CEF (Connecting Europe Facilities) e delle Reti Transeuropee, l’Unione Europea supporta la progettazione di interventi per lo sviluppo del porto di Mantova e delle infrastrutture a esso collegate per potenziarne l’accessibilità e l’area produttiva di Valdaro connessa al raccordo ferroviario Frassine/porto di Valdaro e la sua capacità operativa e funzionale. L’obiettivo sarà raggiunto attraverso il completamento delle infrastrutture chiave del porto, partendo dall’iter di progettazione delle opere necessarie che il programma CEF finanzia. Nello specifico, la progettazione della piattaforma ferro/gomma di retroporto di Valdaro, appartiene al pacchetto dei progetti da sviluppare fino al livello di esecutivo e costituirà una premialità nei futuri bandi CEF funzionali a finanziare la realizzazione delle opere stesse.

Nell’area di retroporto a monte del porto di Mantova, sono stati sviluppati studi e ricerche per la realizzazione di una piattaforma intermodale nell’area della Z.I. di Mantova Valdaro. La piattaforma, prevista dal P.T.C.P. e dal Piano del Sistema dell’Intermodalità e della Logistica della Lombardia è destinata ad assolvere a due funzioni principali:

  • interscambio ferro-gomma, ed eventuali servizi logistici connessi, a servizio del Bacino logistico-produttivo mantovano

  • retroporto a servizio del Porto fluviale di Valdaro, che dispone di aree di interscambio forzatamente limitateNel contesto della creazione di una piattaforma ferro/gomma nel comparto produttivo di Valdaro, la Provincia di Mantova, gestore del raccordo ferroviario, ha già realizzato, con fondi comunitari, regionali e della Valdaro SpA un binario con radice nel raccordo ferroviario Frassine/Valdaro verso l’area pubblica intermodale ferro-gomma in dotazione al PIP di Valdaro.Nell’intento di garantire un sedime pubblico su cui armare il binario di corsa a collegamento del raccordo con la piattaforma parte monte “Olmolungo”, è stata approvata l’acquisizione a titolo gratuito al demanio della Provincia delle aree da destinare per il futuro binario pubblico a servizio della piattaforma ferro/gomma.

Nel frattempo il CIPE ha approvato l’accordo di cooperazione per la concessione autostradale A22 Brennero-Modena all’interno del quale sono previsti i finanziamenti per progettazione, realizzazione e gestione del porto fluviale di Valdaro (Mantova). Tra gli interventi finanziati rientrano le due piattaforme complementari ferro/gomma, di cui di una è stato approvato il progetto di fattibilità nel 2019 e dell’altra e in approvazione adesso il progetto.

Successivamente l’ente ha approvato il progetto preliminare per la piattaforma retroportuale di Mantova che si sviluppava in continuità dello sfiocco ferroviario in un’area diventata poi indisponibile. In alternativa allora la Provincia ha approvato il progetto di fattibilità per l’”Adeguamento tecnologico binari e altre attrezzature portuali del porto di Valdaro – parte monte”.

Nelle foto il porto di Cremona e quello di Mantova-Valdaro


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commenti


Roberto Regonelli

20 dicembre 2021 10:07

Questa è una delle tante occasioni perse, con tutti i soldi che sono stati dilapidati per il canale navigabile. Ciò è sempre frutto dell' incapacità dei ns. Amm.tori. Cremona non andrà mai da nessuna parte.
Il raddoppio Cr-Mn il raddoppio Cr-Mi, l'autostrada Cr-Mn, il terzo ponte solo Po', ecc.ecc. Cosa è stato fatto? Nulla.

Fiorenza

20 dicembre 2021 10:48

E noi stiamo ancora discutendo se sia giusto o no fare il nuovo ponte sul Po?
Avremo anche salvato qualche albero, ma cosa dire della salute dei cittadini costretti a vivere muoversi e respirare a ridosso dell'unica strada, malmessa anch'essa, utilizzata da migliaia di mezzi pesanti ogni giorno?