Il Premio Paganini parla cinese, coreano e giapponese: eliminati tutti i violinisti occidentali dalla prestigiosa competizione
Il Premio Paganini parla esclusivamente asiatico. Sono infatti tutti originaari dell'estremo Oriente i sei giovani selezionati per la semifinale del prestigioso concorso internazionale, in programma mercoledì prossimo a Genova. Un risultato che conferma il dominio asiatico nella nuova generazione di talenti del violino.
La giuria, presieduta da Uto Ughi e composta da Pavel Berman, Pamela Frank, Mihaela Martin, Enzo Restagno, Sayaka Shoji e Ulf Wallin, ha scelto tra i dodici candidati in gara i sei semifinalisti: Tianyou Ma (Cina, 2000), Rino Yoshimoto (Giappone, 2003), Aozhe Zhang (Cina, 2008), Hiu Sing Fan (Cina, 1996), Miu Hirai (Giappone, 2000), e Hiun Seo Kim (Corea del Sud, 2010).
Esclusi tutti i concorrenti europei e americani, tra cui l’unico europeo rimasto in gara, il russo Mkrtichian, e anche i tre italiani che avevano preso parte alla prima fase (considerando che già alle pre selezioni sono di altissimo livello, essere presenti è già un ottimo risultato). Nessun rappresentante dell'Occidente è riuscito ad accedere nemmeno alla semifinale, a testimonianza dell’eccezionale livello raggiunto dai musicisti asiatici in questa edizione e delle rispettive scuole.
La semifinale si terrà mercoledì 22 ottobre, a partire dalle ore 10. I semifinalisti dovranno affrontare due prove: L'esecuzione a violino solo di un brano di Paganini a scelta tra God Save the King M.S.56 e Nel cor più non mi sento M.S.44, e una prova cameristica su un repertorio che include il Quartetto op. 20 n. 5 di Haydn, i Tre pezzi per quartetto d’archi di Stravinskij e il Quintetto op. 44 di Schumann. Collaboreranno il Quartetto Indaco, il Trio Kobalt e la violista Danusha Waskiewicz.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti