In coda in Fiera per la mostra "auto, moto e biciclette d'epoca". Straordinario successo per l'evento del Cavec
La coda di visitatori che, di prima mattina, dalla biglietteria arrivava fino al cancello di Cremona Fiere, da sola, basterebbe a rendere misura del successo della mostra scambio di “auto, moto e biciclette d’epoca” organizzata ieri, a Cà de’ Somenzi, dal C.A.V.E.C. Diverse migliaia di appassionati, durante tutta la giornata, hanno affollato il polo espositivo. Hanno trovato tantissimi espositori (così che è stato necessario posizionare qualcuno anche all’esterno, dopo che gli spazi interni sono andati velocemente esauriti). Questo garantendo una qualità di prim’ordine, con stand di operatori selezionati e qualificati. Passeggiando tra le corsie ordinate è davvero impossibile non trovare ciò che si sta cercando. Lasciandosi sorprendere anche da qualche curiosità. Come, parlando dei mezzi senza motore, il “biciclo” (con la gigantesca ruota anteriore e la microscopica posteriore) dell’Ottocento o una delle prime biciclette da bersagliere. In mostra c’è un esemplare del 1911 in stato di conservazione, proposto con tanto di “cappello piumato” in dotazione ai militari di questo corpo. Ci sono anche biciclette più normali, da passeggio o da corsa. A raccontare la storia dello sport provvedono i modelli Bianchi uguali a quelli usati da Coppi, o le Colnago più moderne. Ugualmente completo il catalogo delle motociclette. Tantissime (e bellissime) le Guzzi in mostra. Esemplari di ogni epoca, dagli anni Cinquanta ai modelli degli anni Ottanta (con la iconica California). E, a contrapporsi, le Gilera. Pochi (ma è quasi un pregio in un mercato ormai anche troppo affollato) i motoveicoli del Sol levante. Irrinunciabili le Vespe. La più bella è la “Struzzo”: un (rarissimo) modello di raccordo tra le “faro basso” e quelle con il fanale all’interno del manubrio di produzione più recente. Di Vespe, a Cà de Somenzi, se ne trovano di ogni tipo, già pronte e marcianti o completamente da restaurare. E, poi, le auto. Bellissimo lo stand della “Cremona Corse” con una ammiratissima Toyota da rally destinata, senza fretta, (a conclusione della carriera agonistica) a diventare un ricercato modello da collezione. O, ancora, l’esposizione del gruppo locale del “500 Club Italia”. L’iconica utilitaria è presentata nelle versioni stradali ma anche in un elaboratissimo modello “Gruppo 2” da pista. In vendita si trovano auto da collezione di ogni tipo. Così non ci si stupisce di vedere, accostate, una Bianchina di fantozziana memoria e una lussuosa “Rolls Royce” (marchio tornato alla ribalta della cronaca in questi ultimi mondiali di calcio). Non meno elegante una bella Bentley, dotata di ogni optional. Infine, tra le auto italiane, meritano una citazione (per la rarità) la Fiat Dino Coupè (con il 6 cilindri utilizzato anche sulle Ferrari e sulle Lancia Stratos) e la Lancia Beta Montecarlo seconda serie, modello che servì per la creazione di auto da corsa che riuscirono ad imporsi nelle gare endurance e nelle prove speciali dei rally. E poi tantissimi ricambi e accessori, gli stand dedicati ai libri di settore e al modellismo, gli store con caschi e abbigliamento di ogni tipo per i motociclisti più esigenti.
Merita un plauso il C.A.V.E.C. Il presidente Claudio Pugnoli e il suo direttivo hanno saputo rilanciare, in maniera straordinaria, la “mostra scambio”. Una scommessa non certo scontata. Hanno proposto una formula inedita (cioè su una sola giornata) e puntato su una data inusuale. Della loro voglia di fare bene è testimonianza anche lo stand organizzato all’ingresso del padiglione, proprio di fronte alla biglietteria che traduce la voglia di dare un benvenuto caloroso agli ospiti della fiera. Impegno e passione hanno prodotto un successo oltre le attese, con consensi unanimi, sia tra i visitatori che tra gli espositori. Tanto che è legittimo attendersi che questo evento torni ad essere un appuntamento tradizionale del calendario di CremonaFiere.
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