30 settembre 2025

Inceneritore, chiusura rinviata, forse, al 2036: Poggi (FdI) denuncia il fallimento del Pd su San Rocco

“La gestione dell’inceneritore di San Rocco rappresenta una vicenda esemplare di promesse mancate e di giravolte politiche a danno dei cittadini cremonesi. Dopo anni di battaglie elettorali basate sulla chiusura per salvaguardare la salute della comunità, adesso l’unica vera decisione presa è decidere di non decidere, lasciando intendere quasi che la responsabilità della scelta sia da attribuire a Regione Lombardia per il prolungamento della scadenza dei requisiti al 2036. Si potrebbe dire che Ponzio Pilato sia stato un dilettante in confronto”.

Lo afferma Andrea Poggi, presidente cittadino di Fratelli d’Italia Cremona, commentando le scelte e gli sviluppi degli ultimi dieci anni legati all’impianto di smaltimento rifiuti della città.

“Nel 2014 – ricorda Poggi – il Partito Democratico promise la chiusura dell’inceneritore entro tre anni, accompagnata da un piano di raccolta differenziata e dalla costruzione di eventuali impianti alternativi per il trattamento dei rifiuti. Già nel 2015 uno studio tecnico indipendente, condotto dal consorzio Leap di Piacenza, indicava che una chiusura anticipata entro il 2018 sarebbe stata insostenibile dal punto di vista economico, con costi stimati intorno ai 42 milioni di euro. Lo studio suggeriva come orizzonte realistico il 2025”.

Nonostante ciò – continua Poggi – nel 2017 la promessa di chiusura entro tre anni veniva sostanzialmente smentita, con il termovalorizzatore ammodernato e la giunta comunale che ipotizzava uno spegnimento nel 2024, senza però predisporre alcun piano industriale concreto. L’autorizzazione vigente all’epoca consentiva comunque il funzionamento dell’impianto fino al 2029. Successivamente, nel 2021, il protocollo ‘Cremona 20-30’ prevedeva un percorso di dismissione graduale e investimenti tecnologici, mai pienamente attuato e oggi cestinato dal Sindaco perché “superato”, mentre la Regione Lombardia ha esteso l’autorizzazione fino al 2036, imponendo l’adozione delle migliori tecnologie disponibili per contenere le emissioni”.

Secondo il presidente di Fratelli d’Italia, è evidente che il Partito Democratico e le tre amministrazioni succedutesi fra Galimberti e Virgilio (prima vicesindaco e ora sindaco) non abbiano mai predisposto un piano credibile né per il superamento dell’impianto né per una gestione sostenibile dei rifiuti urbani. “La sequenza di annunci, studi e protocolli non ha prodotto risultati operativi concreti. Ci troviamo oggi con un impianto autorizzato fino al 2036, senza che siano state realizzate le misure alternative previste, come la raccolta differenziata spinta e gli impianti di trattamento meccanico- biologico. La gestione dell’inceneritore è una sfida tecnica e gestionale che richiede coerenza e pianificazione: la loro assenza ha generato incertezza sui costi, sulla programmazione energetica e sugli impatti ambientali, privando i cittadini di trasparenza e certezze”.

“Oltre alla questione economica e gestionale, non si può ignorare l’impatto sulla salute dei cittadini. Cremona figura stabilmente ai primi posti delle classifiche europee per inquinamento atmosferico e per morti premature legate alla scarsa qualità dell’aria. È quindi grave che, in un contesto simile, non sia stata attuata una strategia concreta di riduzione delle emissioni e di tutela della salute pubblica. Ogni anno l’esposizione prolungata a polveri sottili e ossidi di azoto contribuisce a incrementare patologie respiratorie, cardiovascolari e oncologiche, con costi sociali ed economici enormi.

 

Un’amministrazione responsabile non può trascurare questo legame diretto tra ambiente e salute, né rinviare ulteriormente le decisioni che riguardano la qualità dell’aria che respiriamo”.

“Di certo, con la scelta politica di cedere il controllo della partecipata comunale LGH, più vicina al territorio, ad A2A nel 2016, l’amministrazione ha scelto di non avere più la possibilità di incidere e dare un indirizzo politico rivolto al benessere dei cittadini, assistendo passivamente al destino energetico del territorio, dettato ormai dalla convenienza economica di A2A Spa, società partecipata al 50% dai Comuni di Milano e Brescia, al 45% dal mercato e per la restante parte da altri Comuni. Il Comune di Cremona detiene lo 0,85% tramite AEM Cremona, ormai utile solo per avere dividendi”.

“Fratelli d’Italia – conclude Poggi – ritiene fondamentale un approccio fondato su dati tecnici, valutazioni economiche trasparenti e reale coinvolgimento dei cittadini e degli stakeholder. Chiediamo all’amministrazione comunale di rendere conto delle scelte passate e presenti e di definire finalmente un percorso operativo chiaro per la gestione dei rifiuti e la modernizzazione dell’impianto, nel pieno rispetto della salute pubblica, della tutela ambientale e degli obiettivi di sostenibilità energetica. È il momento di superare slogan e annunci elettorali: servono soluzioni concrete e coerenti che guardino al futuro di Cremona in maniera responsabile, senza ulteriori rinvii o giravolte politiche. Fratelli d’Italia continuerà a vigilare, disponibile al confronto, affinché la città possa finalmente avere trasparenza, programmazione e sicurezza ambientale”.


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