Indagini su fusione Lgh e A2a, ecco i primi avvisi ad amministratori e consiglieri che nel 2015 hanno votato a favore dell'operazione
Proseguono le indagini della Corte dei Conti in relazione al possibile danno erariale per la fusione tra Linea Group (Lgh) e la milanese A2a Spa. In questi giorni stanno arrivando le notifiche agli amministratori e ai consiglieri che nel 2015 hanno deliberato a favore della cessione del 51% delle quote di Lgh ad A2a. Si tratta di “avvisi”, da non confondere con veri e propri “avvisi di garanzia”, che la Procura regionale della Corte dei Conti sta trasmettendo a tutte le realtà interessate dall'operazione, vale a dire Cremona, Crema, Pavia, Lodi e Rovato (Bs). Da un punto di vista tecnico l'atto è una “costituzione in mora” con riferimento alle delibere del 2015 che diedero di fatto inizio alla fusione per incorporazione.
Diversi avvisi sono stati notificati ad amministratori e consiglieri a Pavia, ma da quello che si apprende un avviso è già arrivato anche al Comune di Cremona ed è ragionevole attendersi che analoghi atti interesseranno anche locali amministratori e consiglieri del centrosinistra che il 18 dicembre 2015 hanno deliberato a favore della cessione di quote azionarie ad A2a.
Le prime notizie certe sono emerse da Pavia, probabilmente perché il reparto della Guardia di Finanza che sta conducendo le indagini è proprio quello pavese. Riporta la Provincia Pavese in un articolo di oggi: “La Corte dei Conti sta indagando sulla fusione tra Lgh e A2a e ha mandato un “avviso” all'ex sindaco, Massimo Depaoli, agli ex consiglieri di maggioranza e al Cda di Asm dell'epoca. La contestazione è che l'operazione fu avviata senza gara pubblica. Tecnicamente, il documento notificato dalla Procura regionale della Corte dei Conti si chiama “atto di costituzione in mora” e fa riferimento a un ordine del giorno votato in Consiglio Conunale il 17 dicembre 2015”.
Il Consiglio Comunale di Pavia ha dunque votato il 17 dicembre 2015, mentre quello di Cremona, come si evince dalla delibera, ha votato il giorno seguente, ossia il 18 dicembre.
“Oltre all'ex sindaco Depaoli – prosegue la Provincia Pavese – , l'atto è stato notificato a 18 dei 20 che allora erano consiglieri della maggioranza di centrosinistra, alla dirigente comunale che, la sera del 17 dicembre, sostituì il segretario generale Carmelo Fontana, all'ex presidente di Asm, Duccio Bianchi e agli ex consiglieri di Asm”.
Stando ad alcuni consiglieri di Cremona interpellati in queste ore, l'avviso non sarebbe ancora arrivato a loro personalmente, ma si ha la conferma della notizia di una notifica al Comune di Cremona proprio in questi giorni.
“L'atto – spiega il quotidiano di Pavia – parte dal presupposto che una gara pubblica al posto di una cessione diretta di azioni tra lgh e A2a avrebbe potuto portare a offerte più vantaggiose per Comune, Lgs e Asm rispetto all'offerta fatta da A2a. Insomma, Lgh avrebbe potuto guadagnare di più”.
E', d'altra parte, esattamente questa la tesi sostenuta anche dal Movimento 5 Stelle nell'esposto depositato nei giorni scorsi alla Corte dei Conti e all'Anac (autorità anticorruzione): la mancanza di gara pubblica configurerebbe danno erariale.
“Nella “messa in mora” - si apprende ancora dal quotidiano pavese - il sostituto procuratore generale, Francesco Foggia, invita i destinatari a risarcire “in solido” il danno arrecato, anche se l'eventuale danno non sarebbe ancora stato quantificato visto che nello stesso documento si cita un'attività di indagine ancora in corso. L'atto è stato notificato per evitare che la prescrizione cancelli eventuali responsabilità, per quanto tutte da accertare”.
A questo propositpo l'ex sindaco di Pavia si è dichiarato “tranquillo” e ha citato diversi pareri legali a suo tempo portati a sostegno dell'operazione, esattamente come si sta facendo a Cremona da parte dell'amministrazione.
“Differente è la posizione degli attuali assessori e consiglieri comunali di maggioranza che hanno votato la fusione tra A2a e Lgh – conclude la Provincia Pavese –, in attuazione di quanto venne fatto dalla precedente amministrazione (nel maggio 2021 si è votato per la cessione del restante 49% anche a Cremona; ndr). A nessuno di loro risulta sia stato notificato alcunché, ma l'avvio di un'indagine da parte della Corte dei Conti lascia ragionevolmente supporre che saranno chiamati in causa anche loro”.
Nella foto di repertorio, il Consiglio comunale di Cremona.
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