L'eccellenza assoluta con i giovani talentuosi dell'Orchestra Bella Musica conquista il pubblico del Cremona Music Festival
In un auditorium stracolmo di pubblico si è tenuto, per il Cremona Summer Festival, il concerto della prestigiosa Orchestra giovanile europea “Bella Musica” – Mozarteum Salisburgo, tornata nell’ovale della prestigiosa sala cittadina dopo il fortunato debutto dello scorso anno, che ha confermato ancora una volta quanto l’energia delle nuove generazioni possa trasformarsi in autentica esperienza artistica.
Guidati con solida chiarezza e partecipazione dal direttore Stefan David Hummel, fulgido faro di questo magnifico gruppo, la cui direzione dimostra come non vi sia necessità di bacchetta e rigide scansioni di metriche per scolpire i suoni e coordinare l’assieme, i giovanissimi musicisti hanno proposto un programma pout-pourri ampio ed eterogeneo, capace di intrecciare epoche e linguaggi diversi: la serata si è aperta all’insegna delle eleganti pagine di Mozart, l’Allegro dal Concerto per clarinetto in la maggiore K.622, eseguito dalla bravissima solista Magdalena Hafner, ha mostrato sin dalle prime note la maturità di questi splendidi ragazzi, radunati in un organico compatto nelle intenzioni e nell’omogeneità timbrica delle sezioni; a seguire un altro cavallo di battaglia mozartiano, il primo tempo del concerto in re maggiore K. 218. La giovanissima Ida Gillesberger si è districata tra le insidie del Mozart più virtuosistico con grinta e controllo della tecnica superlativi. Un altro estratto da un’opera tra le più romantiche tra quelle del classico Mozart, l’Andante dalla Sinfonia Concertante, ha risuonato tra le corde degli strumenti di Laura Sophia Hummel e Marinus Kreidt. Un dialogo sensuale tra il suono apollineo del violino e quello dionisiaco della viola, che i due solisti hanno reso in maniera impeccabile e trascinante, dimostrando grande profondità ermeneutica: cantare, senza mai lasciar cadere la tensione drammatica di questo meraviglioso Andante, durchkomponiert da Mozart da cima a fondo, con la sublime cadenza a suggellare questa perla di inestimabile bellezza. Ancora Mozart, nel Minuetto dal concerto in la maggiore K. 219, che spicca nel repertorio mozartiano per violino per l’uso ironico e ricco di colore delle “turcherie”, contrapposte all’algida eleganza del Minuetto. Moritz Defregger ha sciorinato una bella tavolozza di dinamiche e una tecnica d’arco cristallina, alternando cantabilità piana a sfrontata brillantezza.
Passaggio di consegne tra il protagonismo del violino e della viola che hanno dominato nella prima parte del concerto con il primo e il terzo tempo del concerto in re maggiore per violoncello e orchestra di Haydn che ha trovato eccezionali esecutori in Jeremias Luther e Lenz Defregger: più adamantino il primo, istrionico il secondo, ma entrambi trascinanti e sicuri interpreti di questa musica, terribile banco di prova per i violoncellisti di tutte le latitudini. Giovani esecutori che si affacciano alle scene internazionali di cui sicuramente sentiremo ancora parlare!
Intermezzo vivaldiano con il concerto per due flauti e orchestra RV 533, eseguito dal quindicenne Arad Karimi e Marie Aggermann. Un dialogo serratissimo che richiede maestria e controllo da far tremare i polsi ma che è stato affrontato con consumata padronanza dai due interpreti.
I meravigliosi ragazzi del Mozarteum hanno incantato il pubblico con una sorpresa che ha rivelato l’essenza del fare musica insieme: l’Ave Verum di Mozart intonato dall’orchestra accompagnata dal quartetto d’archi ci è sembrato un invito alla pace e alla concordia degli animi che non avrebbe potuto essere più sentito e commovente.
Il florilegio di brani si è dunque avviato verso la conclusione con una brusca virata stilistica, che ha permesso di ascoltare le melodie del contrabbasso di Raphael Bauer, autentico funambolo di questo affascinante strumento.
Ancora un cambio di scena per la chitarra di Benno Panhans alle prese con un sontuoso Giuliani, il ‘Paganini della chitarra’, autore del concerto in re maggiore per chitarra e orchestra.
Gran finale con il virtuosismo scintillante di Sarasate, affidato alle sorelle Elisabeth e Bernadette Pihusch.
Fuoco puro il primo bis, con il primo tempo della celeberrima Sinfonia n.40 di Mozart.
A grande richiesta un secondo bis che ha voluto omaggiare il genio italiano di Ennio Morricone con il tema di Nuovo Cinema Paradiso.
Ciò che più ha colpito non è stato solo il livello tecnico, sorprendentemente alto in interpreti giovanissimi, ma soprattutto la forza comunicativa. Il pubblico ha percepito con immediatezza il senso di dialogo costante che scaturiva dall’orchestra: un dialogo tra strumenti, tra solisti e ensemble, ma anche tra culture e nazionalità diverse. In questo senso, il progetto “Bella Musica” incarna appieno l’idea di un’Europa musicale senza confini, dove la formazione orchestrale diventa veicolo di conoscenza reciproca, rispetto e crescita comune.
Il programma, articolato in più blocchi, ha avuto il merito di offrire spazio a numerosi solisti, trasformando il concerto in una vera e propria celebrazione del talento giovanile. Così, tra le architetture mozartiane e la vitalità vivaldiana, tra l’intensità della Sinfonia concertante e la brillantezza latina di Navarra, ogni pagina ha assunto il carattere di una scoperta condivisa.
Alla fine, ciò che resta nella memoria non è soltanto l’eccellenza musicale, ma l’immagine di un’orchestra che si fa comunità, in cui la musica diventa ponte tra generazioni e Paesi. Un messaggio potente, che in tempi incerti come i nostri assume un valore ancora più urgente e necessario.
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Le foto e il video sono di Francesco Sessa
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