28 maggio 2025

L'istrionica Petra ruggisce nel cuore e nelle idee a Cremonajazz, in una decima edizione da incorniciare

Niente da dire. Questa decima edizione di Cremonajazz è proprio bella. Direi perfino entusiasmante. Roberto Codazzi ha fatto una scelta vincente. Portare nell’agorà del Museo del Violino tutti quegli artisti che hanno nelle loro corde un mix di tutti i generi musicali, anche quelli che sembrano lontanissimi tra loro. Che mescolano i generi e sono capaci di farli rivivere, sempre, di luce nuova.  Com’è stato stasera con la performance di Petra Magoni ; accompagnata dal  Arkè String Quartet: Carlo Cantini (violino elettrico), Valentino Corvino (violino/oud/live-electronics), Matteo Del Soldà (viola) e Stefano Dall’Ora (contrabbasso).

Petra è una cantante universalmente riconosciuta come una delle voci più interessanti del panorama jazzistico internazionale. La sua tecnica vocale strabiliante è lì da vedere, ma soprattutto da sentire. Possiede un’incredibile capacità di fluttuare da un registro dall’altro con una naturalezza impressionante. Si ‘arrampica’, con perfetta intonazione, su complicati sentieri cromatici. Li nutre di grande espressività e di cuore. Li muta con una metamorfosi originalissima che, nulla toglie all’originale, ma ne aggiunge una linfa nuova. 

La Magoni è arrivata a Cremona presentando il suo Subversion. Spettacolo, alla sua seconda messa in scena in assoluto (la prima pochi giorni fa a Sassuolo)  che unisce le caratteristiche del concerto, della rappresentazione teatrale e che sfrutta ogni peculiarità di natura espressiva: musica, voce, suoni, luci e, perché no, letteratura.

Una cavalcata imperiosa nella storia della musica a partire da John Cage, Frank Zappa, i Beatles, i Rolling StonesJohn Lennon, Pink Floyd. Ma anche i nostri italiani da Mister G Gaber al sempre raffinato Franco Battiato

Ciò che poi stupisce nell’arte di Petra, è quel suo saper dialogare. Alla pari, con la voce degli strumenti ad arco: principi e sovrani del nostro Museo del Violino.  E a Petra non manca neppure quell’ironia che rende la musica, il più delle volte, teatro essa stessa. Istrionica all’ennesima potenza quando declama le parole di Don Gallo o di Frank Zappa piuttosto che una parafrasi del Romeo e Giulietta del grande poeta Bardo. Non fa sconti intellettualmente. Invoca la libertà. La solidarietà, Il civismo verso gli ultimi e gli infelici.

Di tutto rispetto i quattro strumentisti. Precisi. Intonati. Ma soprattutto capaci di rincorrere con suoni perfetti le improvvisazioni a soggetto di Petra. 

Un bello spettacolo. Originale. Che ha trascinato il pubblico fino all’esecuzione corale del monumentale e oceanico The Wall.  Applausi a scena aperta. 

Prossimo appuntamento con il Jazz giovedì 5 giugno ore 21 con  lo spettacolo FABRIZIO BOSSO “ABOUT TEN” . Protagonisti: Fabrizio Bosso, tromba e  Julian Oliver Mazzariello, pianoforte.

 

Roberto Fiorentini


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commenti


Stefania

29 maggio 2025 07:06

Bravi i quattro strumentisti, peccato però cadere nella solita retorica politica manifestando idee e commenti, giusti o sbagliati siano, che con la musica poco hanno a che vedere, nel noioso e maldestro tentativo di riempire un auditorium vuoto. Ascoltare magnifica musica, questo ci si aspetta in un auditorium.