L’olio di Capaci, nel ricordo delle vittime di mafia, consegnato dal questore Sinigaglia al vescovo Napolioni per essere consacrato nella Messa crismale del Giovedì Santo
Il ricordo del sacrificio dei giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Francesca Morvillo e dei poliziotti di scorta, e in generale delle vittime di mafia, assume un particolare significato quest’anno nella Settimana Santa, in Italia così come a Cremona. Nella mattinata di martedì 28 marzo, infatti, il questore di Cremona Michele Davide Sinigaglia, accompagnato dal cappellano della Polizia di Stato di Cremona don Stefano Peretti, ha consegnato al vescovo Antonio Napolioni una bottiglia di olio, frutto degli olivi del giardino di Capaci, sorto proprio nel luogo in cui il 23 maggio 1992 fu scaraventata l’auto con i tre agenti di scorta che persero la vita. La sigla radio dell’equipaggio – “Quarto Savona 15” – oggi è il nome dell’associazione, animata da Tina Montinaro, vedova del capo scorta, che cura questo giardino, il cui olio lo scorso anno, nel trentesimo anniversario della strage, per iniziativa della Questura di Palermo fu donato alle Chiese siciliane perché potesse essere consacrato nella Messa crismale del Giovedì Santo. Una iniziativa che quest’anno si estende a tutta Italia, arrivando sino a Cremona.
Il significato dell’iniziativa è stato presentato dal questore Michele Davide Sinigaglia al vescovo Antonio Napolioni, che, ringraziando per il dono, ha voluto ricordare che proprio un anno fa, nel pellegrinaggio del clero diocesano in Sicilia, erano stati visitati questi luoghi e ricordate le vittime della mafia.
Monsignor Napolioni ha inoltre spiegato che il Giovedì Santo, nella consacrazione degli oli, oltre a quelli dei catecumeni e degli infermi, c’è l’olio del Sacro Crisma per il quale è aggiunto anche un profumo. «Sarà l’essenza di bergamotto – ha affermato – che la Chiesa di Locri-Gerace ha donato a tutte le Chiese italiane. Unirla a questo olio che arriva da Capaci sarà un abbinamento davvero significativo».
Nel trentunesimo anniversario delle stragi mafiose di Capaci e via D'Amelio e nel trentesimo anniversario di quelle di Firenze, Roma e Milano, il frutto nato dalla terra bagnata dal sangue dei martiri della giustizia assurge dunque a simbolo di redenzione, diventando segno, per cattolici e non, dell'autenticità e profondità del messaggio evangelico che chiede di amare il prossimo come se stesso.
Al termine della visita nel palazzo vescovile di Cremona, il Questore di Cremona si è recato a Crema per portare l’olio dell’Associazione “Quarto Savona 15” anche al vescovo Daniele Gianotti.
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