3 dicembre 2021

La festa di Santa Barbara, in Cattedrale il ringraziamento del Vescovo ai vigili del fuoco

Nella mattinata di venerdì 3 dicembre nella Cattedrale di Cremona il vescovo di Cremona ha presieduto la Messa nell’ambito della festa di santa Barbara, martire cristiana e patrona del corpo dei vigili del fuoco, alla presenza degli operatori e dei dirigenti della caserma di Cremona con il reggente del comando provinciale, ing. Antonio Pugliano, insieme al direttore regionale giunto in città per l’occasione e in presenza del prefetto Vito Danilo Gagliardi come rappresentate civile.

Nella sua riflessione il vescovo Napolioni, prendendo spunto dalle letture e in particolare dall’episodio evangelico della guarigione di due ciechi, ha evidenziato che, «come loro sono tornati a vedere, anche noi dobbiamo tornare alla luce. Ma per poter vedere nuovamente bisogna opporsi al buio, bisogna essere “vigili”, attenti a chi ha bisogno e pronti a sacrificarsi, come farebbe una madre con il suo bambino. Questo è quello che fanno i vigili del fuoco, sono vigili verso il pericolo, e non si fermano davanti a crolli, incendi o inondazioni».

Con queste parole il vescovo ha ringraziato i vigili del fuoco che si sacrificano ogni giorno per salvare vite, elogiandoli per lo spirito di altruismo e servizio che rievoca quello di santa Barbara, ricordando che per vincere la cecità c’è sempre bisogno della fede, della luce del Signore.

La celebrazione si è conclusa con un gradito regalo per il vescovo Napolioni: l’elmo protettivo di color argento utilizzato dai comandanti dei vigili del fuoco durante le operazioni in campo, «per ricordare che come un comandante del Corpo, anche il vescovo è colui che coordina le operazioni di fede nella diocesi e salva così numerose vite».

Al di fuori della cattedrale, in attesa in Piazza Duomo, erano parcheggiati i veicoli in servizio del comando di Cremona, affiancati dai vigili del fuoco che li utilizzano nelle loro operazioni di salvataggio e di prevenzione, dimostrando che per loro «un giorno senza rischio non è vissuto».

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