La festa per i primi mille anni di San Giovanni in Croce. E attorno a San Zavedro si torna al medioevo
Sono iniziati venerdì i festeggiamenti dedicati ai 1000 anni di San Giovanni in Croce. Un importante anniversario che per tre giorni coinvolgerà l’intera comunità e tutti coloro che vorranno immergersi in una speciale rievocazione storica dal nome “Palus Vetus”.
Le strade attorno alla chiesa di San Zavedro, zona da cui ha avuto origine l’intero borgo, sono state riportate agli antichi splendori: fiaccole, tende da accampamento medioevale e bancarelle d’epoca contribuiscono a calarsi nell’atmosfera. Questa volta il fiore all’occhiello di San Giovanni è rappresentato dalla meravigliosa chiesa di San Zavedro, ovvero San Giovanni vecchio, aperta per l’occasione. Se esternamente sembra una timida chiesetta di campagna, non appena varcata la soglia è pronta a conquistarci in tutta la sua magnificenza. Un diamante dei più rari da scoprire e da far conoscere. Probabilmente risale al tardo gotico, tra le varie opere di decorazione che arredavano la chiesa e che oggi trovano collazione nella nuova chiesa parrocchiale, risulta particolarmente interessante La Madonna del Consorzio, attribuita al Campi. Così trova conferma la leggenda secondo la quale la chiesa di San Zavedro venne edificata per volere di Teodolinda, regina dei Longobardi. Sotto il pavimento della chiesa si celano numerose tombe di nobili e prelati, recentemente sono stati ritrovati anche i resti di una ancora più antica chiesa ma ciò che la rende ancora più misteriosa è che, con grande probabilità, al suo interno si trova la tomba di Cecilia Gallerani, la celebre Dama con l’ermellino ritratta da Leonardo da Vinci nel 1490. Non è difficile fermarsi un istante per immaginare passeggiare dame e cavalieri. Tutto ha il sapore della storia che ha ripreso vita. Da lontano, come una vera dama, spicca l’imponente Rocca di San Giovanni, sicuramente tra gli edifici storici più interessanti del cremonese. Non deve mancare, come sempre, un po’ di immaginazione, ma è piuttosto facile lasciarsi catturare dall’atmosfera per ritrovarci al 1022 quando il Marchese Bonifacio e la Contessa Richilda, sua consorte, affittarono al Vescovo Landolfo di Cremona alcuni beni, tra cui il Palus Vetus ovvero Palvareto, il nome originario del borgo, che nel tempo verrà trasformata in un vero e proprio gioiello a metà strada tra Cremona e Mantova nonché incrocio strategico per le strade che conducono a Brescia e Parma. Immersi nei profumi del luogo, attraversando una rigogliosa campagna ci si trova catapultati in una suggestiva atmosfera medioevale. Dieci compagnie medioevali provenienti da tutta Italia accompagnano i visitatori sulla macchina del tempo realizzata con dimostrazioni, laboratori didattici e spettacoli. Passato e presente si intersecano tanto da farci dimenticare il tempo che stiamo vivendo. Camminando per i viottoli non ci si può non lasciar catturare dagli antichi mestieri medioevali, dal cerusico al tintore, dal miniaturista allo speziale. Servirebbe un intero libro per raccontare con il giusto valore la professionalità ed il sapere di ogni maestranza. Il giusto tempo per ogni cosa, conoscenza e passione sono il comun denominatore per ogni professione rappresentata. Non è tutto. “Gli Allegri Viandanti”, compagnia cremonese, ha ridato vita ad un vero e proprio mercato storico. Nulla è lasciato al caso. Dietro ogni costume, ogni particolare non c’è solo impegno ma tanto studio. Esistono veri e propri percorsi di ricerca dagli abiti, alle armi, agli arredi, tutto è realizzato in modo fedele. Informazioni che ci raccontano è possibile cogliere dai dipinti e da oggetti arrivati a noi fino ad oggi. Da oltre 15 anni con attenzione e dedizione si dedicano all’approfondimento di quel periodo storico che va dal 1380 al 1420: arti e mestieri, vita da campo, scherma storica e danza il tutto per raccontare il nostro passato.
Il programma della manifestazione è ricco ed articolato, adatto a tutte le età. Grazie alla compagnia “Lupulorum Filii” abbiamo assistito al tiro con l’arco. Non solo. È stato affascinante assistere al volo dei rapaci della compagnia padovana “La Fenice Falconeria”: grandi e piccini sono rimasti ipnotizzati. Proprio nel medioevo, infatti, il Falco, i rapaci in generale, erano considerato uno status symbol e nessun nobile era sprovvisto di uno di questi regali animali. Ci siamo fatti coinvolgere dal suono metallico dei duelli in armatura dei “Flos Ferri”e dei “Sine Vexilli” e ci siamo lasciati trasportare dagli spettacoli acrobatici degli Acrobati del borgo. Si dovrà, però, attendere il calar del buio per ascoltare i racconti di streghe perché, come in ogni borgo che si rispetti, non possono mancare le pratiche magiche o i rituali simbolici per raccontarci quel medioevo che tentava di piegare a proprio vantaggio le forze della natura. Un detto narra: “Ogni secolo ha la sua epoca medioevale” noi, oggi, abbiamo vissuto la nostra. La festa prosegue anche oggi.
Nelle foto a scorrimento di Beatrice Ponzoni le immagini della festa
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commenti
Luana
26 giugno 2022 15:39
Bellissimo articolo! Un pezzo di storia interessante ed affascinante ....