27 aprile 2023

La Regione stronca il progetto di 38 nuovi pozzi di stoccaggio gas nel cremasco (Sergnano e Ricengo). Chieste alla Stogit dure prescrizioni progettuali

E' una autentica stroncatura quella della Direzione Generale Ambiente e Clima, Valutazioni ambienbtali di Regione Lombardia per quel progetto di nuovi pozzi di stoccaggio gas nel cremasco finanziabile con il Pnnr. Sarà estremamente difficile realizzare i nuovi pozzi. Il progetto di Stogit è sostanzialmente da rifare e la Regione Lombardia ha avanzato tre pagine di pesanti richieste che potrebbero addirittura mettere la parola fine alla richiesta. Sono state infatti rese note le rigorose prescrizioni della Regione Lombardia per la Valutazione di Impatto Ambientale del progetto di 38 nuovi pozzi di stoccaggio gas e relativi collegamenti con la centrale di stoccaggio nei comuni di Sergnano e Ricengo. Tre pagine nelle quali si danno alla Stogit prescrizioni molto precise che, secondo alcuni addetti ai lavori, annullerebbero di fatto il progetto presentato. Le richieste riguardano la viabilità, l'atmosfera e la dispersione degli inquinanti, il rumore e le vibrazioni, la ricerca sulla salute pubblica, la tutela della falda e dell'ambiente idrico, la tutela dell'agricoltura, della biodiversità e del paesaggio. Sarebbe inoltre da rifare lo studio sulla sismicità del terreno. 

1)VIABILITA’

a) Al fine di attuare tutti gli eventuali interventi di adeguamento strutturale e viabilistico delle strade interessate dal passaggio dei mezzi pesanti, si chiede di effettuare un approfondimento della viabilità interessata sia nella fase di cantiere che di esercizio.

2) ATMOSFERA

a) Relativamente alla fase di cantiere, predisporre un nuovo studio di dispersione di tutti gli inquinanti considerati seguendo preferibilmente le “Indicazioni relative all’utilizzo di tecniche modellistiche per la simulazione della dispersione di inquinanti negli studi di impatto sulla componente atmosfera” di ARPA Lombardia al fine di consentire una analisi sufficientemente dettagliata (su un periodo almeno annuale) e la produzione di mappe di dispersione degli inquinanti sul dominio di calcolo definito dall’utente, tenendo conto della meteorologia che dovrà essere adeguatamente descritta facendo riferimento alle linee guida di ARPA Lombardia sopra citate con particolare riferimento alla ricostruzione della rosa dei venti riferita al punto emissivo. Dovranno essere, inoltre, considerati gli input emissivi che dovranno includere tutte le attività, citate nello SIA, che caratterizzano la fase di cantiere.

b) Il proponente non individua alcun ricettore discreto in corrispondenza del quale calcolare gli impatti dell’intervento, pertanto, si chiede di integrare questo aspetto. I risultati delle concentrazioni stimate dal modello in corrispondenza di ogni recettore discreto individuato per ciascun inquinante devono essere restituiti anche in forma tabellare sia per gli effetti di long term sia di short term.

c) Con riferimento alla simulazione di ricaduta degli NOx non si ritiene sufficientemente cautelativa la scelta di aver assunto che l’NO2 costituisce il 10% degli NOx, pertanto, si chiede di adeguare le valutazioni, ad esempio facendo riferimento a quanto indicato a pag. 20 del documento citato al punto precedente.

3) RUMORE E VIBRAZIONI

a) Dovranno essere individuati e censiti per destinazione d’uso, localizzazione e distanza i recettori presenti in un’area di studio di ampiezza adeguata rispetto all’impatto previsto in fase di esercizio dell’impianto nella configurazione di progetto.

b) In corrispondenza di ciascuno dei recettori dovranno essere condotte valutazioni specifiche relative al rispetto in via previsionale dei limiti di rumore in esercizio nella configurazione di progetto con specifico riguardo al limite differenziale notturno. Dovrà essere altresì spiegato perché l’abbattimento della finestra nel passaggio dall’esterno all’interno dell’ambiente abitativo possa ricondurre ad un rispetto del limite differenziale a finestre aperte (non si dice inapplicabilità), come asserito, dal momento che si può supporre che agisca in pari modo sul rumore ambientale e su quello residuo.

c) Dovranno essere individuate e dimensionate le misure di mitigazione acustica che fossero necessarie per il rispetto in esercizio nella configurazione di progetto dei limiti di rumore. L’efficacia delle misure di mitigazione dovrà essere evidenziata, in via previsionale, con stime dei livelli di rumore post operam con mitigazioni.

4) SALUTE PUBBLICA

a) Redigere uno studio sulla componente salute pubblica seguendo quanto riportato nella DGR Regione Lombardia n. X/4792 del 08/02/2016 “Approvazione delle «Linee guida per la componente salute pubblica negli studi di impatto ambientale e negli studi preliminari ambientali» in revisione delle «Linee guida per la componente ambientale salute pubblica degli studi di impatto ambientale» di cui alla d.g.r. 20 gennaio 2014 n. X/1266”;

b) Approfondire lo stato di salute della popolazione residente dei comuni interessati dall’opera di progetto, che passi attraverso l’analisi, adeguatamente commentata, delle “Schede comuni” relative ai profili di salute della popolazione, reperibili al seguente link: https://www.ats-valpadana.it/en/stato-di-salute-deicittadini

c) Qualora fosse necessario sulla base delle valutazioni di cui ai punti precedenti, presentare una proposta di mitigazione che abbia, ricadute positive sulla salute pubblica della popolazione locale.

5) AMBIENTE IDRICO

a) Aggiornare la Tavola 1 “Rete di monitoraggio falda freatica e piezometria statica – settembre 2021” allegata alla relazione “Progetto di messa in sicurezza della falda – Report Tecnico settembre – dicembre 2021” elaborando una cartografia di dettaglio che riporti indicazione delle quote del piano campagna e le linee isopiezometriche della falda per l’intera area su cui insisteranno le opere in progetto (cluster, pozzi singoli, flowlines, ecc). Si rammenta che i dati analitici disponibili fino al 2021 delle stazioni di monitoraggio ARPA presenti nell’area in esame sono scaricabili al seguente link: https://www.arpalombardia.it/Pages/Ricerca-Dati-ed-Indicatori.aspx Inoltre, per approfondimenti relativi alle modalità di classificazione dello Stato dei Corpi Idrici sotterranei si rimanda al link http://www.arpalombardia.it/Pages/Acque-Sotterranee/Rapporti-Annuali.aspx

b) Indicare la profondità di scavo prevista per la posa delle flowlines di collegamento tra le aree pozzi/cluster e la centrale (dato non desumibile dalla Tavola “0193 Sezioni di scavo”) e di altre eventuali opere sotterranee valutando eventuali interferenze con la falda e le modalità di allontanamento della stessa (sistema well-point e scarico in CIS).

6) COMPONENTE GEOLOGICA

a) Estendere l’analisi geologica all’intero territorio oggetto dell’istanza (e non solo a quello del Comune di Sergnano).

7) TERRE E ROCCE DA SCAVO

a) Si chiede un approfondimento in relazione alle soggiacenze rilevate presso l’area delle Centrale di Stoccaggio di Sergnano. Si ricorda, infatti, che tale area è oggetto di monitoraggio periodico e che, dalle misurazioni effettuate nei mesi di luglio/ottobre, si evince che il livello statico si attesta tra i 2,84 m e i 3,84 m.

8) RISCHIO SISMICO

a) Sviluppare una valutazione della sismicità storica (anche dando evidenza degli esiti del monitoraggio microsismico effettuato negli anni sul giacimento) e delle sorgenti sismogenetiche presenti nell’area e nel suo intorno.

b) Predisporre una valutazione della vulnerabilità sismica degli impianti e delle strutture ad essi collegate nella configurazione impiantistica di progetto.

9) AGRICOLTURA

a) Quantificare la superficie di suolo permeabile che verrà occupato in modo permanente da tutte le opere del progetto e quella che subirà un cambio di uso.

b) Fornire una analisi quali/quantitativa degli impatti indotti sulle aziende agricole eventualmente interessate dalle opere, e con la conseguente individuazione di specifiche azioni compensative rivolte alle aziende che dovessero essere eventualmente penalizzate dalla sottrazione/modifica d’uso/ e frammentazione di suolo agricolo e, in riferimento anche ai vincoli pluriennali legati a finanziamenti del Programma di Sviluppo Rurale e/o delle Politiche Agricole Comunitarie.

c) Quantificare la perdita delle funzioni ambientali svolte dal suolo che verrà definitivamente sottratto a causa dell’impermeabilizzazione e l’individuazione delle relative misure compensative dimostrandone la congruità. A tale scopo, per l’effettiva contabilizzazione degli impatti e delle relative misure compensative si chiede di applicare il Metodo STRAIN di cui al d.d.g. 4517 del 2017 “Criteri ed indirizzi tecnico-progettuali per il miglioramento del rapporto fra infrastrutture stradali ed ambiente naturale”. Tali compensazioni, che non dovranno in alcun modo ricadere su territori ad uso agricolo né tantomeno su aree interne a quelle interessate dal progetto, potranno, ad esempio, consistere in interventi di ripristino delle condizioni di fertilità di suoli a oggi impermeabilizzati ricadenti nei territori dei Comuni interessati dall’intervento e preferibilmente all’interno del Parco del Serio. L’eventuale impossibilità da parte del Proponente di reperire aree degradate, da de-impermeabilizzare o comunque non ad uso agricolo, dovrà essere approfonditamente documentata. Solo nell’impossibilità di reperire aree nelle quali realizzare azioni di de-impermeabilizzazione o riqualificazione, potranno essere sviluppate altre tipologie di interventi, quali ad es. quelle utili al potenziamento delle connessioni ecologiche.

d) Fornire il progetto di ricollocazione dei corsi irrigui, in accordo con i gestori, prevedendo la funzionalità agricola e il non interessamento della stagione irrigua durante i lavori.

10) NATURA E BIODIVERSITA’

a) Quantificare l’eventuale entità degli abbattimenti arborei necessari (specie e numero delle essenze coinvolte) che ricadono nel perimetro dei nuovi clusters di progetto indicando, inoltre, la programmazione degli interventi dei lavori in modo tale che non interferiscano con i periodi riproduttivi delle varie specie faunistiche che si trovano negli habitat impattati.

b) Esplicitare se, al netto dei possibili impatti sulle aree protette, il progetto abbia effetti negativi sulle connessioni ecologiche (vista anche la presenza nell’area di un corridoio a moderata/bassa antropizzazione della RER) e se le misure compensative proposte abbiano un’utilità effettiva nel rafforzamento delle connessioni stesse.

c) Integrare il capitolo relativo alla vegetazione con la previsione e il controllo della presenza di specie alloctone vegetali sia per i cumuli di terreno sia per le aree di pertinenza dei cantieri e le zone perimetrali indicando, inoltre, l’eventuale presenza di vegetazione di pregio.

11) PAESAGGIO

a) Si chiede la redazione di adeguata e puntuale documentazione integrativa riguardante il progetto delle opere di mitigazione a verde nel loro insieme, definite per singolo cluster o unità di progetto. Tale documentazione dovrà comprendere: sezioni e planimetrie (tipologiche e di dettaglio) delle fasce di mitigazione previste, indicazione delle essenze proposte (arboree, arbustive e di inerbimento), modalità d’impianto, descrizione del piano di manutenzione (sfalci, potature…), fotosimulazioni di maggiore dettaglio, schemi del progetto del verde nel breve e medio periodo. In particolare, gli elaborati di progetto dovranno tenere in considerazione le seguenti indicazioni: i) l’obiettivo di mitigazione con progetto del verde deve essere definito per ogni cluster e deve interessare l’intero perimetro degli stessi o, laddove impossibile ed a seguito di adeguate motivazioni, almeno lungo tutti i fronti in affaccio su spazi aperti (terreni, viabilità,..) non interessati dagli impianti in essere o in progetto; ii) il progetto delle mitigazioni lungo il lato orientale dei cluster B1, D ed A deve essere considerato e definito come unitario in relazione alla percezione d’insieme di tale fronte dall’abitato di Sergnano e dalla SP55. Si suggerisce la realizzazione di una quinta di mitigazione alberata ed arbustiva, valutando anche la possibilità di estendere la stessa nel tratto di terreno compreso tra i cluster B1 e D; iii)utilizzare varietà di essenze autoctone, sia arboree che arbustive, al fine di ottenere un più compiuto effetto di mitigazione dei cluster anche da distanze ridotte (quali p.e. i fronti stradali o la viabilità interpoderale) e una migliore integrazione degli effetti compensativi e di arricchimento della biodiversità dell’opera; iv) fatte salve esigenze relative alla sicurezza degli impianti, utilizzare recinzioni prive di basamento continuo in cls al fine di ridurre l’impatto di tale elemento incongruo negli spazi agricoli aperti.

a) PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE - ACQUE SOTTERRANEE

a) Prevedere un monitoraggio della prima falda per la fase di cantiere, individuando almeno una coppia di punti monte-valle in relazione alle opere di scavo utilizzando, se adeguatamente ubicati, alcuni piezometri già presenti in sito e proponendo frequenze, durata e set analitici;


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commenti


Manuel

27 aprile 2023 19:05

Stavolta la regione Lombardia mi ha stupito! Prima la prudenza, poi gli affari.
Spero non sia una farsa.