6 aprile 2025

La storia di via Bordigallo, una delle strade più antiche di Cremona. Era l'antico Stradello di San Matteo

Via Bordigallo è un vicolo lungo e stretto che collega Piazza Stradivari-via Gramsci con Via Solferino. Il toponimo fa riferimento al 21 febbraio 1931 quando venne assegnato alla via il nome di Domenico Bordigallo, cittadino del 1400  notaio, poeta e storiografo. Bisogna però dire che il vero nome del nostro concittadino era Burdigalo (Dominicus Burdigalus). La famiglia Burdigalo era originaria di Verona e un ramo si trasferì a Cremona.

In antichità era il limite nord ovest della Munitiuncola, la cittadella fortificata occupata dai Vescovi prima del mille.

In quel periodo le porte di Cremona erano quattro : Porta Pertusio – Porta S.Lorenzo – Porta Natali – Porta Ariberta .

Si presuppone che, all’abbattimento delle mura della cittadella vescovile, poste molto probabilmente tra Vicolo Pertusio ed il suo prosieguo in Via Bordigallo, la città avesse una espansione verso nord ovest appunto oltre gli attuali Giardini di Piazza Roma (Castrum Romano) per giungere verso Porta Pertusio situata verso Via Cesare Battisti .

Il vicolo è quindi antichissimo rispetto alla prima urbanizzazione di Cremona.

Prima del mille bisogna però tracciare considerazioni teoriche poiché non vi sono scritti che attestano. Le considerazioni sono invece di ordine logico pratico in relazione alla morfologia ed espansione della città e della sua forma urbis.

Una origine del vicolo si può assegnare con la presenza della chiesa di San Matteo posta al suo imbocco su attuale lato Galleria.

Se tale chiesa risulta costruita da Crisogono vescovo nel 500 dopo Cristo, possiamo però averne certezza solo nel 1293 quando un certo Gregorio Foliata la riedifica. La chiesa resistette al tempo fino all’editto Teresiano che la fece abbattere a fine del 1700.

Venne poi trasformata in Poste Regie ( da non confondere con Poste Centrali )  e successivamente in portici di Istituti Bancari.

Per tale motivo il nome più usato per Via Bordigallo era Stradello di San Matteo.

Lo stradello di San Matteo partiva quindi dal lato della chiesa omonima e percorrendo circa 80 metri sbucava in Contrada delle Beccherie Vecchie ( Via Solferino). La fine della via era contraddistinta qui da una volta che esisteva già nel 1400.

Tale volta esiste anche nella prosecuzione della direttrice su Vicolo Pertusio su di una immaginaria linea retta che da San Matteo portava fino al Vicolo di Porta Marzia.

La via nel 1300 viene toponimata Stricta de Corigijs per una famiglia che lì vi abitava.

In un atto notarile viene appunto citato un Amadei De Corigis del 1392. Dopo soli due anni, nel 1394 il nome diviene Strata Volta de Zochis con riferimento alla volta situata sul lato della via che sbuca in Via Solferino.

Può essere quindi che la via avesse i due nomi delle due famiglie che la occupavano dal lato destro e sinistro alle due estremità della via stessa.

In altri atti il nome Volta o Voltone viene menzionato anche nel 1412.

Nel 1600 figura come Stradello di San Matteo e tale nome dura circa 200 anni. Nel 1798 la chiesa viene soppressa ed il vicolo viene chiamato Vicolo del Fiore.

Tale toponomastica è del tutto misteriosa e non è dato saperne la motivazione. A metà 1800 la strada si chiama Vicolo Bella Flora o Bel Fiore.

Il nome è menzionato in un trafiletto di un giornale locale del 1883 che pone in affitto dal settembre dello stesso anno, “l’osteria del Moro” situata in Cremona in Vicolo Bel Fiore n.4 .

Tale osteria risulta composta di vasti locali e "si cede in fitto con vasi vinari e mobilio".

Il vino in via Bordigallo non è certo una novità, nel 1438 viene menzionata la “Canepa Malvasie” tra Contrada Beccherie Vecchie e la Volta de Zochis, una osteria per la mescita del vino. Tale Osteria viene anche chiamata di S.Antonio.

Resta da dire che sotto il voltone di Via Bordigallo scorre il Marchionis, un paleo colatore usato già in epoca romana e che diede, molto probabilmente origine alle prima zone di macellazione attorno al castrum romano.

Certamente fino  a quando rimase aperto (immagino fino al mille ) le acque potevano agevolare lo scarico di reflui da macellazione e questo potrebbe poi spiegare il perché del toponimo Beccherie Vecchie in epoca medioevale.

Le prime macellerie di Cremona sorsero lì in Via Solferino, le acque andavano verso piazza duomo non ancora piazza e sotto il Palazzo del Comune, non ancora palazzo.

Ciò poteva accadere 300 anni prima della edificazione della Cattedrale e del Palazzo Comunale, in una zona certamente ancora in parte non urbanizzata poiché troppo prossima al Padus. Il Marchionis venne gradualmente tombinato e coperto probabilmente dopo il 1100 ma scorre tutt’ora nelle viscere del centro.

Da inizio 1900 la via è occupata da un noto albergo, l'Astoria, che ospitò Hermann Hesse a Cremona nel 1913.

Negli anni Sessanta c'era l'osteria di Cinto, famosa per il bianco e le polpette.

Nel vicolo vi fu anche uno dei primi ristoranti cinesi arrivato a Cremona negli anni 80.

La zona oggi è una delle vie più caratteristiche per la movida Ccremonese che non vuole perdere di vista l’ambiente esclusivo delle vie del centro donando alla uscita serale una collocazione urbana che sa di antico e al tempo stesso di giovanile.

Spiccano i locali Bolero e Spoon in grado di offrire qualità e simpatia in un ambiente raccolto.

Nelle foto via Bordigallo in una immagine di Fazioli, poi il palazzo all'angolo fra via Gramsci e via Bordigallo prima e dopo la demolizione del 1960 (Foto Faliva)

Maurizio Mollica


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commenti


PierPiero

6 aprile 2025 07:11

Articolo molto interessante.

Il ristorante cinese si chiamava Fu Lu e ricordo che la titolare si chiamava Li (non so come si scriva esattamente).
Ci andavamo spesso perché era un locale gestito con molta passione, accogliente e, ovviamente, una bella novità per Cremona.

Vincenza

6 aprile 2025 15:54

Interessantissimo , molte Grazie. Questi sono gli articoli che mi piacciono un sacco .

La mia famiglia gestiva il ristorante sotterraneo tre pozzi in via Solferino e la mia giovinezza l ho vissuta li'. Ricordi stupendi anche se l attività ristorazione è stata molto faticosa

Michele de Crecchio

6 aprile 2025 16:34

Credo sia opportuno precisare che il canale Marchionis, scorrendo sotto la via Solferino, non sottopassa il voltone di via Bordigallo, ma, più semplicemente, è disposto in parallelo al suo imbocco da tale via.
Non sono esperto di archeologia urbana, ma osservando come l'asse della via Solferino, coincidente con quello del sottostante Marchionis, punti decisamente verso il Battistero, mi fa ipotizzare che, in antico, la posizione di tale monumento sia stata condizionata, per ragioni liturgiche, dall'agevole collegamento (attualmente credo non più esistente) con una sicura possibilità di approvvigionamento idraulico. Se la memoria non mi inganna, anche la posizione del Battistero di Firenze (il "bel San Giovanni" di dantesca memoria), dovrebbe essere stata, a suo tempo, decisa in base ad analoghe considerazioni...!