Trent'anni fa chiudeva lo storico magazzino di abbigliamento e arredo della Casa di Bianco in piazza Cavour
Marzo 1995. Trent'anni fa si spegnevano le luci alla Casa di Bianco di Cremona, il mutimagazzino dei cremonesi dei piazza Cavour. Lo storico grande magazzino che per anni ha vestito i cremonesi, dagli adulti ai bambini, dalle cerimonie alla casa, ha chiuso i battenti. Ventitre lavoratori dipendenti vennero messi in mobilità. Finiva così un'epoca. Solo tre anni prima aveva chiuso "Il Fulmine" di corso Mazzini (aveva altri negozi in via Giordano e in via Giuseppina), altra istituzione commerciale cittadina dove si poteva trovare davvero di tutto: dalle stoffe alle confezioni, dalla camicie alla passamaneria, dai cappotti agli abiti di nozze. La Casa di Bianco guardava al ceto medio più elevato, il pubblico era più popolare. Quando la Casa di Bianco aprì i battenti in piazza Cavour fu una rivoluzione per il centro di Cremona. I Magazzini Riuniti mettevano insieme due negozi storici del centro: la Casa di Bianco e la Casa Sovrana, primo negozio in via Guarneri del Gesù. La proprietà era delle famiglie Fornasari e Lacchini. Ad occuparsi della ristrutturazione dell'immobile tra piazza Cavour e via Capitano del Popolo fu l'ingegner Giorgio Zagatti di Forlì che, su intelligente committenza della famiglia Lacchini, una delle poche ad avere conservato il gusto per la ricerca del prodotto edilizio di qualità, realizza proprio a Cremona alcune tra le sue migliori opere. "Tra queste si ricordano soprattutto gli uffici della industria Simel in via Bergamo, realizzati con un virtuosismo plastico di rara efficacia, e l'asilo Lacchini al Cambonino, opera nella quale mattoni e camini evocano la suggestione delle ville del maestro americano Wright, progettista particolarmente amato dallo Zagatti, insieme ai maestri del razionalismo italiano Ridolfi, Albini e Gardella. - afferma Michele de Crecchio in un suo studio sull'architettura del Novecento - Entrambe le opere meriterebbero una migliore manutenzione. Dello Zagatti si possono ricordare anche il singolare e troppo disambientato edificio ex SIC di via Gaspare Pedone, la casa di campagna per la famiglia Lacchini in comune di Sesto e la sistemazione interna dei Magazzini Riuniti Casa Sovrana e Casa di Bianco".
Una presenza storica e consolidata. Tant'è che le commesse divennero poi nomi e volti conosciuti da tutti i cremonesi. Poi la chiusura nel 1995 e la ristrutturazione voluta da Lacchini e affidata nel 2003 all'architetto Cucinella (quello del nuovo ospedale).
Nelle due foto di Muchetti il signor Fornasari con le commesse della Casa di Bianco e lo schieramento dei dipendenti del grande magazzino in una foto storica.
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commenti
Antonella Valla
14 marzo 2025 20:51
Quanta nostalgia per la Cremona di allora. Più ricca ,più bella ,con più serenità e voglia di progresso. Piazza Stradivari rispetto ad allora, non è certo migliorata. Cremona è una bellissima piccola città, non va snaturata con piazze troppo grandi ,Cremona e' una città che va' conservata tenendo conto della sua storia, anche di stile.
Nicola Stefanelli
15 marzo 2025 08:14
È una città (meglio un paesotto) famoso per i violini la torre campanile ma destinato a morire in sé stessa....già dimostrato dalle varie amministrazioni sia di sx che di dx ...basta già vedere la.vicina Crema che con i suoi problemi è già più vivibile...Cremona deve solo sperare che regga l'acciaiaria Arvedi..la raffineria è stata chiusa rimane aperta come deposito ma qualche burocrate verde lo.fara chiudere...negozi chiudono in centro a favore dei centri commerciali ( chissà con quali patti con le varie amministrazioni comunali) e poi cosa rimarrà per vivere in questa città????? Solo aria e qualche microchip!!!!
Annarica
15 marzo 2025 14:02
Che bei ricordi della Casa di Bianco! Io e mia sorella bambine affascinate dalle eleganti scaffalature in legno di tessuti e biancheria seguivamo mamma e zia alle prese con abiti da cerimonia e arredi per la casa. E poi chi le dimentica le prime scale mobili!